Il suo volo lasciò un ricordo, indelebile ai miei occhi… Camminavo in uno dei nostri soliti sentieri, alla ricerca della regina del bosco.I cani tacquero per un momento e d’improvviso ebbi l’impressione di udire un suono insolito, mai incontrato fino a quel momento.
In allerta, girai gli occhi verso la trafitta dei rami degli alberi ed ecco, nel cielo come un lampo, le sue maestose ali.
Scese un lungo brivido, sulla schiena, mentre gli occhi rimasero lì, sull’uscio della sua fuga, incantati in una magia mai svelata.
Ripetei, più volte, quell’incantesimo nella mia mente, cercando di riassaporare quel dolce e misterioso sentimento.
“Mi ha fulminato con la sua danza, lei... la regina.” dissi tra me e me.
Mi chiesi, nelle seguenti giornate, come sarebbe stato vivere la sua caccia ascoltando ed osservando con stupore il lavoro del cane, nel suo bosco delle favole.
Chissà che meraviglia, dev’essere trovarsi, almeno per un istante negli occhi di quei cacciatori che innamorati di lei, la cercano, con immensa passione e sfida insieme ai loro ausiliari. Chissà quali emozioni prova il cuore, quando i loro occhi incrociano quelli della regina, nel mentre si nasconde tra le foglie. Il rimanere lì, stupefatti con lo sguardo al cielo, ad inseguire il suo volo, e ancor non capire perché questo fascino in qualche modo ci scombini quel groviglio di sensazioni.
Arrivò così, con il suo passo lento, la sera tanto attesa, la sera prima dell’alba per la mia prima caccia alla Beccaccia, da spettatrice.
Dormire mi fu difficile, per i diversi pensieri che passarono per la mente, fui ansiosa ed impaziente nel far trascorrere quella lunga ed eterna notte.
Mi svegliai ancor prima che la sveglia suonasse e con uno sbalzo scivolai giù dal letto.
Sentivo solo il respiro dei miei fidati cani ed io, per paura di svegliarli, trovai la calma nel prepararmi per questa giornata.
La mia famiglia visse, nel sonno, i più bei sogni della notte, ma il mio si sa che l'avrei vissuto solamente poche ore dopo.
Mi diedi una sciacquata sul viso, per nascondere lo sguardo ancora assonnato, indossai quattamente gli scarponi, e via!
Raggiunsi l’automobile parcheggiata nella sua postazione, passeggiando nei vicoli del centro storico del paese; al contempo rivolsi lo sguardo lassù, tra le cime delle mie montagne, mentre il cielo cercò di svegliarsi nella dolce voce del silenzio. Vidi numerose stelle brillare nel buio ed ecco che in me sentii la pace.
Dopo circa un’ora e mezza ero a Bra, una cittadina piemontese (chiamata anche “una delle Sette Sorelle della Granda”) caratterizzata da un territorio collinare e delimitata dalle colline del Roero e dalla pianura Cuneese.
Il giorno, ormai, si fece molto più chiaro ed io raggiunsi il cortile.
Lì rividi Tea, una simpaticissima Setter Inglese dall’età sei anni dagli occhi brillanti, dolci ed espressivi, conosciuta precedentemente in un’armeria.
Successivamente, dopo aver svecchiato qualche ricordo e aver sistemato tutto il necessario su entrambi le auto, partimmo con il fuoristrada di Lorenzo, un ragazzo beccacciaio che mi invitò a vivere e condividere una delle sue uscite di caccia alla cerca della Regina.
Sentii in me la voglia di esplorare e di scoprire una caccia per me nuovissima.
Subito dopo sostammo per rifornire l’auto, fare colazione in un bar e poi via nel bosco!
Passarono circa dieci, quindici minuti fino all’arrivo della meta. Sentivo che in qualche modo uno dei miei sogni stava per avverarsi.
Dopo l’esserci sistemati, facemmo scendere dall’auto Tea e partimmo.
Ci addentrammo in una zona coltivata, dove la sua fine coincideva con l’inizio di un boschetto.
Il terreno era collinare e molto umido.
I miei occhi felici, si soffermarono sulla Setter, in modo da poter osservare e capire meglio le sue azioni di caccia, anche perché per me, sono proprio i cani ad essere l’anima e lo spirito dell’arte venatoria.
Fui molto curiosa e mi trasmise stupore per la sua eleganza nei movimenti durante la cerca, la sua audacia e la sua energia.
Ci avvicinammo sempre più al bosco ed osservando Tea mi accorsi che stava sempre di più con la testa in una postazione “alta”, tenendo il suo muso rivolto alla corrente di vento per poter catturare al meglio l’odore del selvatico.
Fu una vera fortuna poterla ammirare nel suo lavoro, ma all’improvviso lungo il confine tra il campo ed il bosco, mi regalò la sua prima ferma.
I nostri passi, si fecero più veloci verso la sua direzione, mentre sentii il cuore per un attimo fermarsi, per poi esplodere dall’emozione.
Ebbi gli occhi lucidi, per la fortuna di poter assistere ad una ferma così velocemente!
Mi sembrò davvero surreale, ma proprio per questo mi sentii fortunata.
Davanti alla Setter, notai un’area molta fitta e la prima nostra difficoltà fu proprio quella di capire dove avremmo potuto inseguire il volo della Beccaccia per poi aver la possibilità di concludere l’azione di caccia, da parte di Lorenzo.
Tea, successivamente alla ferma, cominciò la guida camminando dolcemente insieme al suo padrone, ma la Regina scomparse nel retro del bosco, in un lampo, con la sua eleganza.
Quella magia fece nascere il sorriso sul mio viso, per avere vissuto per quell’attimo il suo incontro, mentre gli occhi furono colmi di lacrime per la forte emozione.
“Accidenti, ci ha fregato!”, dicemmo con stupore.
“Voglio incontrarla di nuovo, insieme a Tea, la Regina, per poterla ammirare nel suo essere misterioso, vorrei incrociare i suoi occhi ed il suo volo nel cielo, non m’importa di altro” dissi tra me e me.
Ebbi la prima possibilità e quasi non riuscii a vederla nei migliori dei modi, ma l’adrenalina in quel momento si fece sempre più pulsante nel mio corpo e ci mettemmo subito alla sua cerca.
Entrammo nel bosco, così, lungo un piccolo sentiero, mentre la boscaglia si faceva sempre più fitta.
La vegetazione brulicava di Farnia, Carpino Bianco, Tiglio Selvatico, Ciliegio Selvatico Frassino e qualche Acacia, mentre il terreno era molto umido e molto accidentato.
Il sottobosco era ricco di arbusti e rovi e per questo ci limitò per maggior parte del tempo, nell’avanzare con una camminata veloce e costante.
Tea, si mostrò molto abile nell’adattarsi al cambiamento drastico del terreno, alla sua asprezza, e questa sua voglia di cacciare mi trasmise molta positività e speranza per un prossimo incontro.
“Dai Tea, sei grande! Sono sicura che ci sorprenderai altre mille volte”, le dissi quando mi si avvicinò per un istante, durante la sua cacciata.
Dopo circa mezz’ora di perlustrazione dell’area, Tea ci meravigliò!
“È ferma! È ferma! Vieni!”, mi disse lui, accelerando i suoi passi lungo la costiera. Io non feci altro che inseguirlo il più velocemente possibile, poi, ad un tratto la vedemmo, laggiù.
Tea, era ancora ferma e vidi che nella sua vicinanza che il sottobosco non era più molto sporco; proprio lì in fondo vedemmo un maestoso albero.
Per questo cercammo un’alternativa di percorso, per poter arrivare vicino alla Setter, dalle sue spalle, provando ad ingannare la furbizia di questo selvatico.
Forse per noi era ancora troppo lontana, ma non ci rassegnammo per alcun motivo.
Non appena arrivammo a circa venti, trenta metri, volsi lo sguardo, davanti al muso della Setter, per poter osservare eventuali movimenti, e la Regina non appena ci vide, s’innalzò prontamente in volo, con le sue grandi ali.
Tremai mentre sentii il cuore esplodere di emozioni, in gola e tutto intorno.
Il bosco mi parve un luogo insolito, incantato, di quelli che si raccontano dolcemente ai bambini ancor prima che si addormentino, per dargli la possibilità di vivere un sogno attraverso la loro immaginazione.
E Lei?
Lei fu la magia della mia favola.