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Guida al calibro 20: cartucce, grammature e portata balistica

Scritto da Gianluca Garolini | 21-giu-2018 9.17.56

Nello spirito sportivo di molti cacciatori, i calibri inferiori al 12, hanno sempre avuto un innegabile fortissimo fascino.

Hanno infatti qualcosa che intriga per il gusto della sfida, in questo caso resa molto avvincente dalla maggiore difficoltà del tiro legata ad una minore potenza ed efficacia balistica, alla necessità di sparare con riflessi pronti, nonché di dover centrare e colpire con maggiore precisione del solito.

 

 

La storia e le evoluzioni del calibro 20


Da sempre il calibro 20 è stato considerato il primo vero calibro cadetto, spesso la sola alternativa come “cartuccia più piccola” al diffusissimo calibro 12 e quando diffuso al 16.

Negli anni la richiesta di armi in questo calibro, venivano dalle donne cacciatrici oppure dai rampolli di nobile stirpe, desiderosi di iniziare la venatoria attività ancora ragazzi, meno frequentemente ma di sicuro ha scelto il 20 anche chi per vari problemi fisici cercava un arma più leggera ma ancora discretamente efficace.

Guardando la produzione del secolo scorso vediamo che di fatto, non c’è stato costruttore di fucili che non si sia cimentato nella produzione di armi in questo affascinante piccolo calibro.
Moltissime case armiere, dalle più alle meno note e celebri, artigiani valentissimi o più semplici costruttori di fucili da caccia, si sono esposti prima o poi in questa sfida, infatti la produzione di fucili in calibro 20 esiste da sempre, praticamente fin dai tempi delle armi avancarica a polvere nera.

Le armi viste in mezzo secolo sono di ogni genere, doppiette, sovrapposti, monocanna ed automatici, fucili a pompa. Praticamente tutti i tipi esistenti di fucili da caccia, hanno avuto il loro esemplare sottodimensionato e camerato proprio nel calibro “cadetto”.

 

 

Il vero “boom” e il periodo aureo di questa cartuccia intermedia, arrivò negli anni ‘60 / ’70, quando per l’avvento dei componenti in plastica e delle cartucce maggiorate, il rendimento balistico crebbe al punto da usurpare il trono del più diffuso calibro 16, liquidandolo quando ingiustamente era ormai molto offuscato da una incipiente, prevedibile e inevitabile obsolescenza.

Storicamente quando apparvero le prime cartucce Baby Magnum e Magnum del calibro 20 con bossoli e borre in plastica e rispettivi 32 e 36 grammi di piombo, buone velocità iniziali di 380 m/s, vennero eguagliate le performances del calibro 12.

La stimolante novità non solo prendeva quindi il posto balistico del 16, ma arrivava talmente vicino alle doti balistiche del calibro 12, da farlo quasi ritenere sostituibile in molti casi con il vantaggio di armi più leggere e maneggevoli.

In realtà, questo non era vero, poiché il calibro maggiore a parità di grammatura e velocità iniziale, denota sempre ed in ogni caso importanti vantaggi rispetto ai calibri minori “pompati”. 

In primis una maggiore reperibilità di componenti semplici, una facilità estrema nella messa a punto delle cartucce con sviluppo di pressioni più basse e di velocità maggiori e infine, non ultimo, una qualità generale delle rosate molto superiore, anche per la miglior conservazione di sfericità dei pallini.

 

 

Il calibro 20 oggi


Oggi più che mai, la cartuccia calibro 20 rappresenta sempre tra i “calibri medi” quello preferito e più diffuso, anche se il 16 sta da qualche anno riguadagnando credito tra gli appassionati.

La vera forza del calibro 20, è indiscutibilmente la sua estrema versatilità unita al minor peso.

Questa qualità gli viene conferita dalla amplissima varietà di grammature utilizzabili, di fatto dai 24 ai 38 grammi di pallini in piombo, dal discreto rendimento con pallini in acciaio e tungsteno e poi dalla immensa panoramica di fucili disponibili, grazie ad una offerta infinita dai costruttori.

 

 

 

 

Il mercato di oggi ci offre di tutto, partendo dalle economiche armi turche, passando per aziende famose come Beretta e Benelli, fino ai vari costruttori di armi di gran lusso, come Cosmi, Perazzi, Rizzini, Piotti e poi gli anglosassoni storici più famosi.

 

 

Grammature, velocità e portata delle cartucce in cal. 20


Osservando una cartuccia del calibro 20, ci accorgiamo, che si tratta di una cartuccia a pallini di calibro realmente “medio”, equilibrata nelle dimensioni con un diametro esterno dei bossoli di circa 17 mm.

Il bossolo è standard, oggi ormai quasi solo col tubo in plastica, probabilmente solo la Cheddite lo ha ancora a catalogo in cartone.

Una struttura normale pur se ridotta nelle quote, composta da tubo, buscione e fondello metallico in lamierino di ferro imbutito ed ottonato con una sede dell’innesco, per il classico DFS 209 da 6,10 mm.

In passato il 20 utilizzava molto spesso la capsula comune 6,45 bifocale sui bossoli a fondello basso, passando poi ai monofocali sui corazzati.Dagli anni ‘80 in poi gli inneschi monolocali tipo “Doppia Forza Scoperto” hanno sostituito la vecchia capsula a più foconi.

Oggi questo calibro è prodotto in due versioni: con fondello metallico da 8 mm. definito T.1 oppure alto 16 mm. nei bossoli corazzati tipo 3.

 

 

Il calibro gradisce una non elevata potenza innescante, si utilizzano come standard capsule di media potenza, quindi Fiocchi DFS 615, Martignoni U686 e Cheddite CX 1000, non di rado con propellenti vivaci e chiusura stellare, basterebbe un innesco ancora meno potente.

Una forza di ignizione media risulta perfetta in relazione alla sezione ed alle cariche di polvere comprese tra 0,95 e 1,65 grammi.

La sezione del calibro 20, se si considera l’anima di 15,9 mm. è di 198 mmq e corrisponde a circa il 75% ovvero i tre quarti del calibro 12.

La cartuccia del calibro 20 è come già detto molto diffusa, si tratta di un calibro apprezzato nella vecchia Europa e negli States infatti è stato camerato in una moltitudine di fucili semiauto, basculanti ed a pompa.

Tra i primi semiautomatici ricordiamo il Browning Auto 5, il Franchi col suo 48AL standard e magnum, Breda col suo mollone sia standard che magnum, ed in tempi più recenti i Beretta e Benelli, anch’essi nella doppia cameratura.

La camera magnum, nel 20 esiste da decenni, Browning, Franchi e Breda offrivano il calibro cadetto in bossolo da “3 Pollici” già negli anni ‘50/’60, per lanciare tanto piombo quanto un 12 o almeno un 16.

La carica maggiorata nel 20 arriva ad utilizzare razionalmente fino a 36 / 38 grammi di pallini, con velocità solitamente non eccedenti i 380 m/s e con una portata effettiva non molto lontana da quella del calibro 12 a pari grammatura, quindi intorno ai 45 metri.

Il calibro 20 nasce per un utilizzo molto ampio in tutte le cacce, vaganti e da appostamento, sempre molto apprezzato dai cacciatori da capanno come calibro di scorta per i tiri più lunghi.

 

 

 

 

Si deve dire che un fucile calibro 20, soprattutto se basculante, di massa inferiore ai 2,5 kg. tende infatti a calciare e saltare, ammaccando spalle e zigomi.

In tal senso ricordiamo i sovrapposti Beretta ASEL, che pur se meravigliosamente costruiti e bilanciati, tendevano a divenire sgarbati e maneschi proprio con grammature medie delle cartucce calibro 20, e non tollerabili con quelle appena più alte.

La portata del calibro 20 varia come sempre in base alla tipologia delle cartucce e quindi alla grammatura della carica di pallini, che è commercialmente quello sopra già indicata, ma può andare agli estremi del caricamento personale e dedicato dai 20 ai 42 grammi.

Le cartucce da tiro al piattello del calibro cadetto sono reperibili con 24 e 28 grammi di pallini n. 7,5 / 8 / 9,5, la loro efficacia è poco lontana dal calibro maggiore.

Le speciali cartucce Steel con pallini d’acciaio e quelle in Tungsteno del calibro 20 sono assoggettate alla normativa CIP, per rispettare i parametri sull’energia di movimento ed il limite fisso dei 410 m/s (munizioni tipo HP), nel caso conviene impiegare la veloce carica da 24 grammi.

 

 

Le cartucce da caccia di tipo standard impiegano cariche leggere e medie rispettivamente di 24/26 grammi di pallini solitamente di numerazioni medie, con velocità iniziali di 390 / 400 m/s.

Le corazzate del calibro cadetto impiegano 27 / 29 grammi di pallini e sconfinano ad iniziare dai 30 grammi nelle Baby Magnum. Queste cariche “pesanti” rendono al meglio con circa 390 m/s.

Le cartucce Magnum calibro 20, con 34 / 38 grammi di pallini si attestano solitamente intorno ai 380 m/s, velocità ideale per determinare una buona lesività del piombo grosso da usare preferibilmente in queste cariche, in quanto favorisce lo sviluppo di rosate dense e penetranti, ben adeguate allo spirito d’impiego ai limiti della portata.

Le cartucce standard a media grammatura, tra i 24 e 26 grammi, in canne semistrozzate hanno una buona efficacia fino ai 30 metri, mentre quelle pesanti con 27 / 29 grammi, sono efficaci su selvaggina di media mole come anatre e fagiani, fino ai 35 metri.

 

 

Con le grammature maggiorate e a maggior ragione con le Magnum, in canne rigorosamente strozzate al massimo (Full/*) la portata, si spinge oltre i 40 metri.

Da qualche anno troviamo anche in questo calibro cariche “silenziate” con velocità iniziale ridotta, con poca polvere e detonazioni piuttosto ridotte. Sono cartucce di limitata potenza con uso elettivo nelle cacce a capanno a fermo su uccelletti, meglio impiegare pallini di una due numerazioni in più per ottenere una sufficiente penetrazione alle basse velocità residue, limite intorno ai 26 / 30 metri.

 

 

Denominazione e quote del calibro 20


Come per tutti i calibri a pallini, 20 anche in questo caso è il numero di sfere di piombo puro con quota / diametro di foratura della canna, ricavabili dalla fusione di una libbra di piombo (453,6 gr).

Le canne delle armi calibro 20 a livello nazionale e mondiale hanno un valore min / max di foratura in asta, stabilito dalla CIP e ricadente tra 15,6 e 16,2 mm.

I valori minori, spesso travisati e ritenuti migliori, in realtà sono nati per le vecchie cartucce con borraggio tradizionale, con cui garantivano buona tenuta, con borre in plastica risultano eccessivamente stretti ed innalzano inutilmente le pressioni, creando raramente rosate regolari e di buona distribuzione.



Specifiche tecniche delle cartucce in calibro 20


La lunghezza totale della cartuccia intesa dal fondello all'orlo è diversa a seconda del tipo di bossolo impiegato. 

Le lunghezze ufficiali dei bossoli previsti per il calibro 20 sono cinque e vanno da 65 mm. a 89 mm. Esse sono come sempre stabilite dimensionate e normate dalla Commissione Internazionale Permanente (CIP).

  1. 20 / 65 - Bossolo “europeo” diffuso e usato soprattutto per orlo tondo con polveri dense e cariche medie.

  2. 20 / 67 - Bossolo di media lunghezza spesso utilizzato, per armi a camera corta per cariche medie.

  3. 20 / 70 - Bossolo comune e più diffuso, adatto alla stellare, multiuso fino alle steel e Baby Magnum.

  4. 20 / 76 - Bossolo comune e più diffuso, adatto alla stellare e usato per cariche Magnum e Steel.

  5. 20 / 89 - Bossolo Magnum di recente omologazione per cariche Magnum pesanti e Steel.

Come di consueto ricordiamo che lo sparare in un’arma bossoli più corti e magari abbinati al borraggio tradizionale, può causare perdite di gas, con eventuali fusioni e rosate scompigliate.

Se il bossolo è invece più lungo della camera di scoppio, svolgendosi allo sparo, andrà ad occupare il raccordo conico camera-anima e l'anima stessa, la borra ed i pallini passando sopra al tubo impegnato nel raccordo o nel tratto iniziale dell’anima, possono portare a sovra pressioni per eccessiva compressione radiale. Inoltre la borra ed i pallini subiranno un forte stress con conseguente pericolo di scoppio in armi deteriorate e rosate irregolari e/o disperse.

 

 

Utilizzi delle cartucce in calibro 20 a seconda delle lunghezze dei bossoli


Il calibro 20 è stato fin dal passato effettivamente un calibro apprezzato ed una buona cartuccia molto diffusa, che ripetiamo, di fatto ha causato con l’avvento delle moderne cartucce a grammature sostenute la scomparsa del calibro 16, del quale può utilizzare un identico range di carica piombo superandolo poi con le cartucce pesanti di tipo Baby Magnum e Magnum.

 

 

Il calibro 20 dispone oggi di bossoli Super Magnum 20 / 89. Un bossolo nuovo e introdotto dalla CIP ma ad onor del vero assolutamente sconosciuto ai più e pochissimo impiegato anche dalle grandi aziende e con rare armi camerate per esso.

Vediamo quali siano le destinazioni elettive dei vari tipi dimensionali di bossoli.

 

Bossoli in calibro 20 da 65 mm

Sono tra i più datati e possiamo dire che siano dimensionati per impiegare grammature medie di pallini, circa 24 / 27 grammi, ideali per polveri dense, con le quali non impongono l’uso di borraggi troppo alti, voluminosi e pesanti, usati soprattutto con orlo tondo.

 

Bossoli in calibro 20 da 67 mm

Il bossolo da 20 / 67, è un ottima soluzione universale, che consente di caricare tutta la zona centrale delle grammature tipiche del 20, fino alle dosi pesanti con 28 grammi di pallini, non dimentichiamo che il bossolo da 67 mm. è l’escamotage per l’uso in fucili datati con camera vecchio tipo da 65 mm./2,5” in cui rappresenta una razionalissima scelta ben utilizzabile.

 

Bossoli in calibro 20 da 70 mm

I lunghi bossoli da 70 sono la scelta migliore e più razionale per grammature medio alte e polveri voluminose, consentono di caricare le grammature medie e maggiori del calibro, arrivando perfettamente alle Baby Magnum da 32 grammi e con borre speciali in alcuni caricamenti originali fino ai 35 grammi.

Di fatto è molto difficile riuscire a caricare nel 20 / 70 una carica di 35 grammi di pallini, per un limite di spazio, oggi con le moderne corte borre/guaina senza molleggio, come la B&P Steel ci si arriva anche con piombi relativamente grossi.

 

Bossoli in calibro 20 da 76 mm

Il bossolo 20 / 76 costituisce la versione per cartucce Magnum. Sebbene esista dalla fine degli anni ’50, solo negli ultimi decenni si è assistito ad un vero intenso sviluppo delle munizioni Magnum calibro 20, con performances di alto livello. Le cartucce Magnum oggi impiegano 36 / 38 /40 grammi.

 

Bossoli in calibro 20 da 89 mm

Il bossolo 20 / 89 (Super Magnum) è ancora allo stato embrionale, ne attendiamo la comparsa per valutarne eventuali possibilità, ne prevediamo un uso soprattutto per i pallini in acciaio o steel shot.

 

 

Velocità delle cartucce in calibro 20, strozzature e rapporto sezionale con il calibro 12


Il calibro 20 è un'eccellente via di mezzo oggi molto elastica e di ampia forbice nelle grammature, si deve tuttavia considerare, che sviluppa sempre con grammature proporzionalmente equivalenti, velocità inferiori al calibro 12 e spesso con valori pressori più sostenuti.

Un limite di 400 m/s che è facilmente raggiungibile in cartucce calibro 12 anche dalle grammature pesanti e maggiorate, rappresenta una soglia elevata e non sempre raggiungibile con Pmax normali nel calibro cadetto con cariche pesanti.

Anche le cartucce calibro 20 da tiro al piattello, con 24 e 28 grammi, nella versione con più pallini molto difficilmente si avvicinano ai 400 m/s.

Le nuove Magnum con 38 / 40 grammi non dovrebbero oltrepassare i 370 m/s, con questi valori infatti si unisce ad un rinculo rilevamento accettabile, una balistica ancora valida con rosate dense e penetranti fino al limite della portata.

In asta il calibro 20, abbiamo visto che ha valori di foratura di 15,7 mm. + un massimo di cinque decimi, quindi 16,2 mm. come limite massimo,la quota di 15,9 mm. è il valore centrale aureo.

La strozzatura cilindrica modificata o **** di fatto corrisponde a 2 / 2,5 decimi, a 3,5 / 4 decimi la Modified o ***, a circa 5 / 5,5 decimi la Improved Modified o ** e il massimo restringimento “full” o * è pari a 7-8 decimi.

Il suo rapporto sezionale col calibro 12 è del 74,8% quindi circa i ¾ delle grammature polvere / piombo del calibro maggiore. Questa percentuale ci dà con un minimo arrotondamento i seguenti valori di grammature corrispondenti proporzionalmente tra 12 e 20.

 




Il 20 è oggi prodotto da tutti i grandi caricamenti di munizioni, le munizioni commerciali presentano sempre la chiusura stellare e solo poche cartucce hanno mantenuto il vecchio orlo tondo.

 

 

I borraggi delle cartucce in calibro 20


Per il borraggio, si può affermare che le borre in plastica siano oggi le più diffuse, pur se non mancano caricamenti (MB Tricolor – F2 Fiber) che hanno mantenuto il borraggio tradizionale abbinato alla couvette in plastica, che funge da base sui gas e da vera guarnizione di tenuta.

 

 

Proprio la couvette, da usarsi alle borre tradizionali in materiale lanugginoso, in crine e feltro vegetale oppure con le Triblock stratificate dei tipi SFS o FSF, è attualmente la sola garanzia di perfetta tenuta dei gas, nell’uso del borraggio tradizionale in feltro/cellulosa/crine.

Soluzione preferita ed adottata se si desidera una precoce apertura di rosata alle medie distanze con rosate leggermente più generose e meno accentrate.

 

 

Le cartucce slug in calibro 20


Per il calibro 20, da anni esistono varie tipologie di palle slug, destinate alla caccia agli ungulati ed in primis al cinghiale.

Si deve considerare che le velocità ottenibili nei vari calibri dal munizionamento a palla, sono piuttosto stabili e non molto diverse tra loro, con valori tra circa 430 / 470 m/s.

Quello che varia è la massa del proiettile scalando di calibro.

Per questo l’energia si riduce via, via passando ai calibri medi ed a quelli piccoli, mentre un certo incremento lo si nota in penetrazione, per la riduzione della sezione del proiettile.

L’energia cinetica di una palla cal. 20 da circa 24 / 26 grammi lanciata a 460 m/s è inferiore decisamente a quanto si ottiene in calibro 12 con munizioni slug, ma sufficiente se ben piazzata a fare un buon lavoro terminale su animali fino a 100 kg. di massa, come caprioli, daini, cinghiali di media mole, energia come già detto, aiutata anche dalla forte penetrazione legata alla superficie sezionale ridotta.

 

 

Photos Credits:
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