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Quando utilizzare cartucce dispersanti per il fagiano

Scritto da Gianluca Garolini | 17-gen-2018 8.52.45

Utilizzare le cartucce dispersanti può rendere i nostri tiri sulla breve distanza molto più efficaci e soprattutto ci permetterà di non rovinare troppo la preda.

Per cacciare il fagiano non abbiamo bisogno di fucili e cartucce specifiche, ma piuttosto dobbiamo essere in grado conoscendone il comportamento e valutando le condizioni in cui lo cacceremo di fare le scelte più giuste.

Quindi anche le cartucce dispersanti possono diventare in determinate condizioni di caccia una delle scelte migliori per sfidare con successo il fagiano. 

 

 

Per prima cosa: quali sono le caratteristiche delle cartucce dispersanti


Dobbiamo premettere che per cartucce dispersanti non si intendono quelle munizioni che fanno uso del borraggio tradizionale, senza bicchierino, bensì quelle munizioni speciali, che ricercano balisticamente una apertura anticipata della rosata. L'obiettivo è colpire agevolmente e senza effetti eccessivamente distruttivi una preda o bersaglio che si levi a breve distanza.

L’impiego ideale avviene quindi circa tra i 13 e i 18 metri, dove una cartuccia standard, anche con borraggio tradizionale in feltro, produrrebbe ancora un’eccessiva densità dei pallini.

L’effetto disperdente viene ottenuto tramite varie soluzioni:

  • Borraggio strutturato “a croisillon” (croce). Uno speciale borraggio sfruttato per dividere la colonna dei pallini in settori, già all’interno del bossolo. All’uscita dalla canna, i settori verranno separati dall’aria, creando un’apertura forzata ed anticipata dell’intera massa dei pallini.
    Sotto la borra Z2M Dispersante della Baschieri & Pellagri.

 

 

La peculiarità principale di questa borra è quella di dividere il piombo in 4 settori periferici e un settore cilindrico interno centrale.

Proprio i pallini, contenuti in questo settore interno (circa 4,5 grammi nelle numerazioni intermedie), impediscono che al centro della rosata rimangano zone vuote o eccessivamente diradate a causa dell’apertura dei 4 settori più esterni, fatto ricorrente nell’uso di semplici croci dispersori.

  • Stratificazione della colonna dei pallini nella cartuccia (metodo Greener). All’interno del bossolo la massa del piombo viene separata in due/tre segmenti da altrettanti cartoncini o sugherini. All’uscita dalla canna questi segmenti per l’impatto con l’aria si urtano reciprocamente causando un’apertura radiale immediata dell’intera massa dei pallini. 
  • Pallini deformati per calandratura o cubici. I pallini con forma irregolare o sfaccettata, a pochi metri dall’uscita della canna, subiscono un forte attrito con l’aria, e vengono da questa deviati radialmente creando un importante effetto dispersante. E’ necessario sapere che l’efficacia balistica diminuisce rapidamente a causa del rapido rallentamento dei pallini.

 

  • Stratificazione dei pallini di diametri diversi. Collocando all’interno del bossolo dei pallini più grossi sotto ad altri pallini di minor diametro, avremo come risultato un urto di quelli più grossi, meno rallentati in traiettoria, rispetto a quelli più piccoli. Questo impatto causa una spinta irregolare sull’intera massa del piombo con risultato che tutti pallini deviano dalla loro traiettoria originale, allargando la rosata.

Tutti questi escamotages hanno lo scopo di creare con canne cilindriche o poco strozzate rosate sufficientemente generose e di circa 60/70 cm di diametro, entro i 20 metri.

 

 

E ora, quando utilizzare cartucce dispersanti per la caccia al fagiano?


Come premesso la soluzione balistica della cartuccia dispersante o disperdente si rende necessaria in tutte quelle occasioni venatorie in cui per un motivo o per un altro ci troveremo a dover sparare almeno la prima fucilata ad una distanza decisamente più breve di quella abituale.

La cartuccia dispersante in questo caso ha due scopi precisi: in primis facilitare il tiro eliminando lo svantaggio di una rosata troppo stretta sulla breve distanza; e poi evitare di distruggere la preda rendendola culinariamente inservibile per un eccessivo numero di pallini sulla carne.

La caccia con il cane da ferma, è solitamente una delle occasioni in cui con maggior frequenza viene utilizzato questo tipo di munizione. I selvatici ed in particolare il fagiano, che reggono la ferma perché poco smaliziati, soprattutto ad inizio stagione di caccia, richiedono questa soluzione balistica.

 

 

La caccia nel bosco, parimenti, per gli spazi ristretti che presenta trae grande vantaggio dal poter disporre di una rosata generosa e sfruttabile già dai 15 metri.

Il frequente incontro con animali accoppiati o in gruppo, che frullano da breve distanza, ci permette di anticipare il primo colpo utilizzando le cartucce dispersanti, e di sparare il secondo ed il terzo, alla distanza ancora utile ed ottimale con le successive cartucce tradizionali.

La cartuccia dispersante si rende addirittura necessaria quando si caccia il fagiano con un fucile dotato di canne un pochino troppo strozzate. Moltissime volte accade infatti di utilizzare un’unica arma per più forme di caccia. In questo caso, un fucile poco idoneo alla caccia al fagiano con il cane da ferma potrà diventare perfetto, producendo rosate non eccessivamente strette utilizzando le speciali cartucce disperdenti.

 

 

Anche nei drive all’inglese, dove non il primo, ma il secondo colpo viene esploso ad un bersaglio che ci viene incontro, per di più utilizzando la seconda canna, risaputamente più strozzata, le cartucce dispersanti diventano la soluzione di uno spinoso problema balistico.

Per la caccia al fagiano la cartuccia dispersante deve essere scelta con un pallino di dimensione leggermente inferiore rispetto allo standard. Il motivo è proprio nella breve distanza del tiro.

I pallini nr. 7 e 8 (numerazione italiana), rappresentano probabilmente la scelta ottimale per questo nobile selvatico stanziale nelle forme di caccia e nelle situazioni viste sopra. Il pallino piccolo dispone alle brevi distanze di una ancora adeguata energia residua, e per la sua minore densità sezionale (rapporto massa/superficie), tende a creare più facilmente il diradamento della rosata.