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Come e dove colpire il cinghiale a caccia?

Scritto da Gianluca Garolini | 24-gen-2018 8.00.00

Per la legislazione venatoria italiana, la caccia al cinghiale e agli ungulati in genere, può essere effettuata soltanto con munizioni a palla unica, sia in canna liscia che rigata.

Con questa premessa, non disponendo di una rosata, come accade nella caccia a pallini, sarà molto importante curare la massima precisione nel piazzare il proiettile in un punto vitale importante.

Eticamente e giustamente la caccia impone di effettuare prelievi sulla fauna selvatica nel modo più rapido ed indolore possibile, diventa molto importante nella caccia ai grossi animali ungulati conoscere quindi perfettamente la loro anatomia o quantomeno la struttura fisica, per poter sparare con la massima efficacia, rispettando i criteri balistici ed etici.

 

 

I punti vitali del cinghiale, quali sono:


Il cinghiale è un capo di selvaggina ungulata di dimensioni variabili da poche decine di kg., fino ad
oltre i 150 kg di peso.

Alle dimensioni, si aggiunge una forte tenacia e resistenza fisica alle ferite che trasformano questa preda in un temibile incassatore per il quale all’efficacia balistica del calibro/munizione, si deve necessariamente unire un’estrema precisione di piazzamento del colpo.

Come tutti i grossi mammiferi, possiamo individuare nella struttura fisica del cinghiale alcuni distretti anatomici di primaria importanza che possiamo considerare “punti vitali”.

 

 

In primis, tra questi punti vitali, possiamo considerare il sistema nervoso centrale composto dalla massa cerebrale e dalla colonna vertebrale e subito dopo la zona cardiaca-polmonare.

Fatta questa premessa, è chiaro che le zone vitali importanti di questa preda sono situate tutte nella parte anatomicamente anteriore del cinghiale.

I sistema nervoso centrale risulta composto da cervello e dal cordone midollare che percorre, protetto dalle vertebre, la spina dorsale.

Il cuore e i vasi sanguigni principali sono collocati nella cavità toracica inferiore immediatamente dietro alla spalla, punto notoriamente conosciuto e preferito per il tiro all’animale fermo.

I polmoni sono anch’essi nella cavità toracica centro anteriore, collocati intorno e sopra alla zona cardiaca ed occupano un’area decisamente più ampia rispetto agli altri punti vitali.

Un proiettile collocato in uno di questi punti, causerà sempre una ferita molto importante ed invalidante e spesso immediatamente o molto rapidamente mortale.

Mancando, per un’inadeguata precisione, uno di questi distretti, creeremo una ferita secondaria, non immediatamente mortale e spesso responsabile della fuga e della perdita della preda ferita.

Chiaramente la massima precisione, nel colpire la preda, è direttamente correlata al tiro sull’animale fermo.

Lo sparo ad un animale in corsa, o in rapido movimento, sottintende una minore precisione e la possibilità di colpire non più un punto vitale, bensì una “zona vitale”.

Come “zona vitale” si intende una superficie maggiore di uno qualsiasi dei punti sopra citati, con riferimento alla zona toracica comprensiva del cuore, dei polmoni, e superiormente della colonna vertebrale.

 

 

Cosa accade nella caccia al cinghiale: le tre tecniche e situazioni di tiro


Possiamo per esemplificare, molto schematicamente, considerare nell’attività venatoria la configurazione di tre scenari di caccia:

  1. Caccia in appostamento all’attesa, preda ferma o in movimento molto lento;
  2. Caccia collettiva (braccata/girata), preda lontana dai cani che si avvicina lentamente fermandosi molto spesso ad ascoltare;
  3. Caccia collettiva (braccata/girata), preda che giunge alla posta incalzata dai cani, in corsa o in avvicinamento, molto veloce e spesso non rettilineo.

Chiaramente, avremo nelle tre situazioni sopra dette, una difficoltà crescente nel tiro, per la velocità e irregolarità della corsa della preda.

 

 

Caccia al cinghiale con canna liscia: scenari e tecniche di tiro


La caccia moderna al cinghiale ha visto negli ultimi anni una evoluzione che ha introdotto decisamente e prepotentemente le armi a canna rigata, soprattutto le carabine semiautomatiche nei classici calibri 30/06, 308 W, 300 Win Mag. o 9,3x62, hanno avuto una rapida ed ampia diffusione.

La canna liscia, conseguentemente a questa evoluzione, soffre più teoricamente che praticamente di un abbandono che tuttavia non risulta giustificato a favore delle armi rigate accreditate di una maggiore efficacia e micidialità.

In realtà, i fucili da caccia a canna liscia, risultano ancora tra le armi più utilizzate e diffuse nelle caccie collettive ai cinghiali per alcuni importanti motivi ed effetti.

Tra tutti il proprio fucile da caccia a canna liscia è solitamente l’arma più conosciuta e più immediata nel salire alla spalla rapidamente e collocare il colpo nel punto mirato, questo si traduce in una positiva ed ineguagliabile facilità nel colpire la preda.

Anche l’ampia panoramica di moderne munizioni a palla per canna liscia, recentemente molto migliorate e perfezionate, rese più potenti ed efficaci e meno propense ai rimbalzi, contribuisce efficacemente a mantenere sempre apprezzata e diffusa questa tipologia di arma.

 

 

Caccia al cinghiale in appostamento all’attesa


Nella caccia all’attesa, di fatto avremo spesso la possibilità di sparare alla preda ferma, quindi con estrema facilità di colpire esattamente il punto mirato, grazie anche alla notevolissima precisione delle cartucce a palla di attuale produzione, e magari di una canna slug munita di mire metalliche.

In questo caso se il tiro avviene a distanza ravvicinata e con bersaglio fermo, il punto vitale più importante nel cinghiale è rappresentato dalla zona cardiaca.

L’alternativa più efficace ma di maggiore difficoltà, è la zona del rachide cervicale.

Il colpo per attingere il cuore deve essere indirizzato alla zona immediatamente dietro e sopra la spalla, mentre per colpire il tratto cervicale della colonna vertebrale si mirerà alla testa dietro al punto di inserzione dell’orecchio.

 

 

L’effetto di entrambi questi colpi è letale, con un risultato rapido nel primo caso, dove la preda cade sul posto o compie solo pochissimi metri di spostamento, fino ad essere addirittura istantaneo nel secondo.

L’effetto del colpo che attinge il sistema nervoso centrale è infatti quello di generare un immediato shock neurogeno, che fa crollare la preda fulminata istantaneamente.

Frontalmente, la posizione migliore da colpire è nella testa, quella tra gli occhi e la fronte del cinghiale, di fatto la zona cerebrale, anche in questo caso un colpo centrato abbatte all’istante la preda.

 

 

Uno scenario molto simile in caccia collettiva si verifica nel caso in cui il cinghiale, avvantaggiato e lontano dai cani, giunga alla posta avvicinandosi lentamente, e come accade di frequente, si fermi spesso per ascoltare ed individuare la posizione della canizza.

In questa situazione il tiro avverrà su un bersaglio praticamente fermo, consentendo di sparare in condizioni molto simili a quelle appena viste.

Sul bersaglio in vista laterale la posizione ideale da colpire è quella cardiaca in quanto anche nel caso di minima imprecisione assicura comunque l’impatto sui polmoni, quindi un colpo sicuramente mortale e di rapido effetto.

E’ invece sconsigliabile in questo caso il tiro al rachide cervicale, poiché presentando un bersaglio relativamente piccolo e mobile (il cinghiale muove frequentemente la testa, mentre arrestatosi ascolta la voce dei cani per intuirne la posizione) pone il rischio di fallire il colpo con una clamorosa padella.

In posizione frontale, i due bersagli preferenziali saranno il centro della testa o la punta del petto, nel caso la posizione della preda lasci scoperta questa zona.

 


Dove colpire un cinghiale in corsa

La preda che giunge in corsa veloce ed irregolare alle poste, consentirà un tiro istintivo con puntamento precario e di relativa precisione.

Il cacciatore, in questa situazione, deve ragionare su un puntamento a “zona vitale” e non a “punto vitale”.

Il tiro, in questo frangente, assomiglia molto a quello che si effettua a pallini sulla lepre in corsa o su prede che volano trasversalmente ad altezza molto modesta.

Chiaramente è necessario un anticipo che compensi lo spostamento del bersaglio nel piccolo tempo che trascorre tra il puntamento e l’impatto della palla; anticipo legato quindi alla velocità, distanza e angolazione dell’animale in corsa.

 

 

Con le veloci cartucce a palla moderne, in distanze relativamente breve delle cacce collettive, quindi comprese tra i 10 e 50 metri, l’anticipo si limiterà a poche decine di centimetri.

Il cacciatore allinea quindi la bindella ed il mirino con l’occhio indirizzando il colpo poco davanti alla zona vitale che intende colpire.

La capacità e la bravura dei buoni colpitori, come sempre, è legata all’esperienza, all’allenamento e alla confidenza che si ha con l’arma e la munizione.

In questo senso il recente esercizio sportivo del tiro alla sagoma di cinghiale corrente è di grande aiuto per familiarizzare con il proprio binomio fucile/cartuccia e per ottenere buoni risultati in questa forma di caccia.

 

 

Caccia al cinghiale con canna rigata: scenari e tecniche di tiro


La balistica delle carabine e munizioni metalliche, differisce profondamente da quella dell’arma a canna liscia per l’effetto altamente traumatico e lesivo dell’altissima velocità dei proiettili.

Le palle da carabina con velocità doppia rispetto a quella di una cartuccia slug creano con estrema facilità effetti di shock sulle prede, favorendo e rendendo molto più frequenti gli abbattimenti fulminanti che vedono cadere le prede sul posto.

La carabina, in virtù dell’elevata velocità dei suoi proiettili, richiede un minor anticipo nel puntamento sulla preda.

Anche in questo caso si possono configurare essenzialmente i casi già visti sopra: quindi una preda ferma sulla quale è possibile effettuare un puntamento molto preciso ed indirizzare il colpo in un punto vitale; oppure un bersaglio in corsa sul quale il puntamento richiede l’anticipo rispetto all’area vitale che intendiamo colpire.

 

 

L’efficacia del colpo in relazione alla posizione attinta, non cambia sostanzialmente rispetto a quanto già descritto per la canna liscia. Avremo quindi aree vitali molto importanti situate nella zona toracica anteriore della preda e punti vitali, di sicuro successo, nelle zone cardiaca, polmonare e spinale.

La palla da carabina, per la sua dissipazione di energia, va ad interessare un distretto anatomico molto più ampio rispetto a quello che riesce a fare una palla slug, in quanto crea un’efficace onda d’urto sui liquidi interstiziali che diventano direttamente vettori lesivi dinamici.

La maggior parte degli organi vitali, nell’anatomia dei mammiferi, è costituita da corpi cavi, le ingenti onde dinamiche generate dalla pressione esercitata dalla palla sui liquidi, creano, con estrema facilità lesioni gravissime o rotture di questi organi.

 

 

Oltre ai punti vitali del cinghiale bisogna considerare anche: luogo di caccia e munizione/arma utilizzati


Considerando quanto abbiamo appena analizzato della caccia al cinghiale, appare chiaramente evidente che il punto “da colpire” potrà essere attinto con certezza e massima precisione non in tutte le situazioni, ma soltanto nei casi in cui la preda si presenti ferma o comunque molto lenta nei suoi movimenti di avanzamento.

La potenza, intesa come efficacia balistica delle moderne armi/munizioni, fortunatamente sopperisce in maniera molto maggiore rispetto al passato nei colpi non piazzati perfettamente.

Anche il cinghiale di grossa mole centrato nella zona toracica da una moderna e altamente performante palla slug oppure da un efficace e ben strutturato proiettile da carabina, cadrà inesorabilmente sul luogo dell’impatto o nelle immediate vicinanze dopo aver percorso soltanto pochi metri.

 

 

A complicare la capacità di colpire precisamente e efficacemente la preda interviene in molti casi anche la natura del luogo di caccia, in quanto i rami della macchia, gli arbusti e la vegetazione in generale, spesso presente nelle zone di caccia al cinghiale, potranno coprire parzialmente il bersaglio, lasciandolo quindi soltanto intravedere.

Arbusti e vegetazione, in alcuni casi, potranno deviare le veloci palle da carabina, spostando magari di poco il punto di impatto del proiettile sulla preda modificando l’effetto finale di un colpo originariamente pur perfetto.

 

 

Colpo sbagliato! Cosa può succedere?


I colpi non perfettamente centrati possono avere esiti diversi in base chiaramente alla gravità della ferita che hanno causato.

Un grosso cinghiale “impanciato” con un colpo molto arretrato che ha leso la zona intestinale, è purtroppo destinato a percorrere moltissima strada, con l’incertezza del suo ritrovamento e la certezza di una sua inevitabile sofferenza.

Un colpo al fegato o nella zona del diaframma, pur senza l’effetto rapido e mortale dell’impatto su un punto vitale, causerà un abbattimento sufficientemente rapido della preda, per consentire di recuperarla dopo alcune decine o centinaia di metri.

Le ferite agli arti (zampe), abbastanza frequenti in questa forma di caccia, non causano la morte, anche se di fatto invalidano pesantemente e permanentemente la preda.

 

 

Il cinghiale "colpito" si alza e ricomincia la sua corsa


Concludiamo il nostro discorso con un caso non troppo raro e ricorrente, che mostra l’animale apparentemente fulminato ma che si riprende e si dilegua dopo un breve lasso di tempo.

E’ il caso di un colpo molto alto che attinga una apofisi spinale o processo spinoso, di fatto la cresta di ogni anello vertebrale.

L’animale per lo shock, causato dall’impatto cade sul posto, ma per la minima gravità della ferita lo vedrà riprendersi nel giro di pochi minuti ed andarsene come illeso.