Le armi da fuoco allo sparo, per la deflagrazione della polvere, sono soggette a trattenere residui ed a sporcarsi con vari tipi di detriti, alcuni di questi sono corrosivi e se non rimossi, minano temibilmente l’integrità dell’acciaio, innescando corrosioni poi difficili da fermare.
Su di un vecchio catalogo, dei primi anni ’60, di una notissima azienda nazionale produttrice di armi, al termine di una succinta descrizione delle ordinarie operazioni di pulizia del fucile da caccia, si poteva leggere un monito, fermo e lapidario, che diceva:
Il periodo era diverso, certamente in altri tempi, gli inneschi delle cartucce che avevano miscele erosive e corrosive al fulminato di mercurio e clorato di potassio, lasciavano residui salini che divenivano acidi e creavano rapidamente chiazze di ruggine e buchi nelle canne, rovinando le armi per una banale dimenticanza.
Oggi la situazione è molto diversa, gli inneschi, primi responsabili in passato della rovina di tante armi, sono ormai da decenni divenuti quasi innocui, la miscela inossidabile allo stifnato o azoidrato di piombo non è corrosiva, la cromatura interna dei tubi è una barriera efficacissima contro erosione e azione ossidante dei fumi degli spari.
Resta in agguato l’umidità, che come un silenzioso e temibile avversario, attacca l’acciaio anche di buona qualità creando la ruggine.
Se trascurata, l’umidità infatti crea in poco tempo pori, chiazze, piccole o ampie superfici. Basteranno pochi giorni ed appariranno ai nostri occhi effetti che avranno rovinato le belle bruniture, il metallo argenteo ed uniforme, immacolato.
La perfezione delle superfici delle nostre armi, tirate a “retta d’ombra” mostrerà macchie e punti di ossidazione.
Una simile sciagura, si può tuttavia evitare facilmente.
Tornati da caccia, senza alcuna importanza del fatto che si sia sparato meno, le armi devono essere pulite e lubrificate ogni volta, solo così saranno protette dalla ruggine. Se le armi hanno sparato anche pochi colpi, anche uno solo, i fumi hanno sporcato canne e bascule, otturatori, parti meccaniche.
Inoltre non importa se abbiamo portato a caccia la nostra arma per pochi minuti o per un giorno intero.
In entrambi i casi le impronte di mani sudate o magari la pioggia o la neve, schizzi di fango, anche solo alcune gocce di rugiada caduta dai cespugli, sono venute in contatto con il nostro fucile e quindi dovremo provvedere.
Spesso accade di notare che la polvere del sentiero, i piccoli residui vegetali del bosco, sono entrati nel nostro fucile, allora avremo bisogno di procedere allo smontaggio e ad una razionale, seppur semplice, pulizia e lubrificazione delle diverse parti della nostra arma.
I residui che in poco tempo sviluppano corrosione e che dobbiamo allontanare li abbiamo già visti e quindi sono:
Iniziamo smontando con cura il fucile nelle parti principali.
Sui fucili basculanti inizieremo sganciando e separando l'astina dalle canne. Per fare questo su doppiette e sovrapposti sarà sufficiente togliere l’astina premendo il pulsante della pompa alla sua sommità oppure liberandola tramite lo sgancio della levetta dell’Auget.
Ora agendo sulla chiave e facendo basculare totalmente le canne (con la chiave aperta), queste si svincoleranno dalla cerniera di bascula staccandosi da essa.
Sul semiautomatico svitiamo il tappo e togliamolo dalla sommità del serbatoio, quindi sfiliamo l’astina in legno. Poi sarà la volta della canna, che deve svincolarsi dal castello facendo pressione oppure aiutandosi con piccoli impatti dell’otturatore.
Ad arma smontata nelle parti principali, quindi con smontaggio “da campagna”, possiamo iniziare le operazioni di pulizia.
Soffiamo ora all'interno delle canne un poco di olio detergente per armi se desideriamo fare una pulizia sommaria, oppure un vero solvente (tipo Bore Scrubber della Birchwood Casey) se intendiamo procedere ad una pulizia radicale.
Soffiate le parti, adagiamole quindi su un piano orizzontale di lavoro per lasciar agire almeno alcuni minuti il prodotto usato.
Mentre aspettiamo, con uno straccetto leggermente inumidito di un buon olio per armi, possiamo pulire accuratamente la faccia di bascula o l’otturatore arrivando in ogni parte raggiungibile, fino nei suoi recessi ed eliminando con cura ogni traccia di sporco ed incrostazione soprattutto nella zona circostante i fori dei percussori.
In questi casi è utilissimo un vecchio spazzolino da denti o un pennello corto e rigido per accedere ai punti più scomodi, o uno stecchino di legno per fori e fessure.
Tolto tutto lo sporco lasciato dai fumi, con un pennello largo 4-5 cm. pulito e leggermente oliato terminiamo di pulire anche ogni piccola posizione e angolo non raggiunto. Insistiamo in particolare nella zona dei semiperni delle cerniere dei basculanti e nella sede di appoggio della biella e nelle guide otturatore degli automatici.
Di tanto in tanto (non ogni volta) lasciamo cadere una piccola goccia d'olio lubrificante nel movimento della chiave di apertura, dei tenoni di chiusura, del perno o leva di sblocco della chiave e sugli ejectors, mentre per gli automatici sono da lubrificare l’articolazione dell’estrattore e le guide interne in cui scorre l’otturatore.
Sempre per gli automatici, il compressore è miracoloso e unito ad una soffiata di detergente consente una discreta pulizia dei meccanismi di sparo senza ricorrere a eccessivi smontaggi.
Sulle armi a sottrazione di gas dobbiamo lasciare ben pulita ma asciutta la zona della valvola, del perno e del pistone presa gas, mentre sugli automatici a canna rinculante non si deve mai lubrificare il canotto serbatoio, il mollone e gli anelli di freno della canna.
Con uno spazzolino in ottone morbido per pelli scamosciate si puliscono eventualmente a secco gli zigrini del legno, seguendone le linee e incrociando i passaggi, gli zigrini puliti vanno quindi ripassati con il pennello ed una goccia di olio paglierino o olio di noce per mobili.
Con uno straccetto ed olio si ripassa la guardia, il grilletto, la chiave ed in generale ogni parte metallica esterna ed interna quindi si ripone momentaneamente questa parte del fucile.
Impugnamo ora la canna/e ed appoggiamola/e saldamente in orizzontale sul piano del banco da lavoro, magari protetto da uno spesso straccio, e procediamo ad una energica scovolinatura.
Per questa operazione si monta sul bacchettone in legno uno scovolo in bronzo fosforoso a spirali spruzzato di olio quindi si accede dalla culatta nella canna.
Passiamolo almeno 10-12 volte e facendo sì che esca completamente sia in andata dalla volata che in ritorno nella camera di scoppio.
Passiamo poi col bacchettone una fettuccia di straccio larga 6-8 cm e lunga 30 cm.. Nettiamo bene l’interno e verifichiamo in controluce che non siano rimaste tracce di piombo, plastica o strie di depositi carboniosi.
Se ci sono ancora residui soffiamo di nuovo un poco di solvente in ogni tubo e si ripassa altrettante volte lo scovolo in bronzo.
Una cura particolare è richiesta nella pulizia delle canne dotate di strozzatori intercambiabili, questi, devono essere smontati e sfilati dalla loro sede quindi si procede alla pulizia interna ed esterna di questi delicati tubi e della zona della canna che li accoglie.
Per la pulizia degli strozzatori usiamo uno straccio ruvido o paglietta fine di ferro ed un prodotto per la pulizia dell'acciaio inossidabile (sistema validissimo anche per la pulizia dei pistoni dei fucili a sottrazione di gas), fino alla rimozione di tutti i depositi carboniosi, metallici e plastici lasciati dagli spari.
Molto importante la pulizia della sede che si effettua con un scovolo a spazzola e con petrolio o benzina fino ad aver eliminato completamente ogni deposito da questa delicata posizione della canna.
L'asciugatura e pulizia finale si effettuano con una fettuccia di straccio pulito infilata nell'asola alla sommità del bacchettone ed attorcigliata parzialmente sull'asta in legno.
Asciugato l’interno e cambiato lo straccio una o due volte si dovrebbe arrivare ad una perfetta lucentezza della camera e dell’anima di canna. Se le canne mostrano pesanti impiombature o striature opache di sporcizia e piombo è il caso di avvolgere sullo scovolo in bronzo una sottile falda di lana di ferro medio-grossa che accelererà la rimozione dei depositi più ostinati.
Alla fine con la fettuccia di straccio ripassiamo l’intera canna e lasciamo infine col pennello unto un leggero velo protettivo ovunque.
Lo scovolo in bronzo dopo l'uso deve essere lavato con benzina o diluente e soffiato molto bene col compressore, quindi lo si conserva in una scatolina o in un sacchetto di nylon per evitare che raccolga polvere e residui abrasivi.
Con uno straccio si deve ora pulire vigorosamente il vivo di volata fino ad eliminare ogni traccia di fumo e residui carboniosi, su depositi consolidati usiamo un bioccolo di paglietta di ferro e olio.
Terminiamo la lubrificazione di ogni parte in movimento, con piccole gocce di olio lubrificante quindi si rimonta l’arma ripassandola un ultima volta col pennello. Insistiamo sulla bindella e sulle magliette porta bretella, sulle cerniere dei basculanti è utile una toccatura di grasso al litio (bianco) o alla grafite (nero), oppure di comune vasellina filante.
Se il fucile rimarrà inattivo per molti mesi, è bene soffiare un poco di olio in ogni canna e passare lo scovolo in lana lasciando in ogni tubo una leggera patina protettiva. Lo scovolo in lana (si chiama topino) unto deve poi essere conservato in una bustina di nylon o in un tubetto di plastica per evitare che si asciughi o che accumuli polvere e sporco.
Su doppiette e sovrapposti, con una pezzuola poco oliata si pulisce bene la croce (la parte metallica fissata all'astina in legno) all'interno e col pennello si ripassa e lubrifica ogni sua parte metallica curando le levette degli eiectors.
Di tanto in tanto le armi anche se inattive devono essere controllate e ripassate con il pennello e poco olio all'esterno e con il topino oliato all'interno delle canne.
Direi che questa è già una buona pulizia conservativa.
Non mi resta che dirti, buon lavoro!
Photo credits:
www.youtube.com / James Purdey & Sons