Il Percorso Caccia è una delle discipline tiravolistiche più divertenti da praticare per i lanci assolutamente fantasiosi e stimolanti per la loro difficoltà o al contrario per l’apparente facilità.
Questo è tanto vero che non occorre essere tiratori per apprezzare questa particolare disciplina che riesce a mescolare l’emozione e l’imprevedibilità della caccia con lo schema rigoroso delle principali discipline del tiro al piattello.
La sua pratica, oltre ad essere divertente, è assolutamente utile per familiarizzare con la propria arma (può essere utilizzata quella da caccia) e sviluppare un’efficace tecnica di puntamento e tiro sia mirato che istintivo.
Più divertente perché dovremo ingaggiare un’ampia varietà di piattelli e affrontare schemi di lancio non sempre prevedibili, con piattelli che simulano il volo e i movimenti in corsa delle principali specie di selvaggina. A questo si aggiungono i velocissimi doppi bersagli che obbligano il tiratore a seguire contemporaneamente due piattelli.
Di conseguenza, nelle sue differenti versioni, il Percorso Caccia ci permetterà di approfondire tecniche di sparo differenti e in un certo senso “sperimentare” molto di più rispetto alle tradizionali discipline olimpiche, che richiedono una tecnica di sparo rigorosa e ben precisa per ottenere il massimo risultato e competere a livello agonistico.
Il Percorso Caccia nasce, possiamo dire, per portare i tiratori “a caccia”... ma di piattelli! Si divide in due specialità simili ma differenti tra di loro chiamate Sporting e Compak.
Lo Sporting è la versione itinerante e, proprio come a caccia, i tiratori si spostano con il proprio fucile da una postazione all’altra in un ambiente di campagna o boschivo che fa il verso ad una reale situazione venatoria.
In ogni postazione i tiratori si troveranno a dover ingaggiare piattelli che simulano differenti tipologie di animali, dalla corsa o schizzo della lepre al volo dei piccoli uccelli migratori, al passaggio dei bersagli in tratti coperti/scoperti.
Al contrario nella versione Compak il Percorso Caccia si avvicina alle discipline tiravolistiche olimpiche. In questo caso i tiratori infatti non dovranno più spostarsi all’interno di un ambiente che ricrea una situazione di caccia, ma avranno a disposizione solo cinque pedane o postazioni di sparo.
Da ogni pedana si avrà quindi una visione chiara dell’area di tiro che viene delimitata e all’interno della quale verranno lanciati i diversi piattelli.
Come nello Sporting, anche nel Compak i piattelli simulano le traiettorie e il volo o la corsa di diverse tipologie di selvaggina oppure essere più fantasiosi ed avere traiettorie studiate per rendere quanto più impegnativo possibile il tiro, come ad esempio i doppietti, i micro piattelli, la candela o i piattelli d'incontro che sono lanciati da macchine lontane in direzione del tiratore.
Il Percorso Caccia, in entrambe le specialità, si differenzia quindi principalmente per i differenti schemi di lancio dei piattelli, del tutto differenti e atipici se paragonati a quelli delle discipline olimpiche.
Ogni gara di Sporting o Compak può essere diversa, perché lo stesso regolamento federale suggerisce agli organizzatori di sperimentare lanci quanto più fantasiosi e vari possibile. Inoltre nella versione itinerante, cambiando lo scenario di tiro, anche i lanci più classici avranno “sfumature” sempre diverse.
Alcuni schemi di lancio dei piattelli sono obbligatori per regolamento o sono diventati nel tempo dei lanci classici e quindi frequentemente utilizzati in quasi tutte le competizioni di Percorso Caccia. Conoscerli alla perfezione ti aiuterà a capire come mirare e centrare i differenti piattelli.
Il piattello ha una forma e struttura diversa dai soliti. Viene infatti lanciato da una speciale macchina che lo scaglierà a velocità sostenuta verso il terreno. Il piattello quindi tenderà a rotolare velocemente e spesso a rimbalzare, simulando la corsa e i movimenti di una lepre in fuga. La difficoltà del piattello lepre può dipendere quindi da:
Il tiratore deve ingaggiare nella stessa sequenza di sparo due piattelli, uno dopo l’altro. Il doppietto può partire dalla stessa postazione o da postazioni diverse contemporaneamente oppure attivando il secondo lancio tramite lo sparo al primo.
Il trucco per non sbagliare questa tipologia di lancio è affrontare mentalmente un piattello alla volta, cercando in base alle due tipologie di lancio di individuare in base al nostro tempo di aggancio e sparo le posizioni migliori e più facili per fare centro.
In genere vengono lanciati due piattelli da macchine situate ai due lati della postazione che attraversano tutta la linea di mira della pedana, seguendo traiettorie però molto differenti. Vengono chiamati Tortora perché la loro traiettoria ricorda quella dell’omonimo selvatico.
La Tortora può avere tre variabili:
In questo caso il piattello viene lanciato ad una velocità molto elevata verso l’alto in modo perpendicolare per poi ricadere quando la sua spinta si esaurisce.
Un piattello molto impegnativo perché dà pochi riferimenti. Infatti se lo guardiamo appena lanciato ci sembrerà molto veloce, ma gran parte della sua velocità verrà presto persa annullando tutti i nostri calcoli per anticiparlo.
Per ingaggiarlo con successo ci sono tre tecniche completamente diverse l'una dall'altra:
Nel Percorso Caccia spesso si hanno anche lanci di piattelli che sono gli stessi dello Skeet e quindi vengono lanciati dalle macchine Pull e Mark. In questo caso i piattelli hanno le stesse traiettorie e velocità dello Skeet e tenderanno a scendere verso il basso con traiettorie diverse.
La difficoltà di questa tipologia di lanci dipende sostanzialmente dall'angolazione con cui vengono lanciati i piattelli rispetto alla posizione del tiratore.
Uno dei piattelli più innaturali ed ostici, capace di mettere a dura prova la concentrazione e la capacità di aggancio di questo particolare bersaglio è il piattello lanciato da dietro.
Il piattello viene infatti lanciato da dietro la postazione di tiro passa sopra al tiratore ad altezza variabile e con traiettoria che può essere dritta oppure leggermente angolata a destra o sinistra.
Questo lancio è molto teso e veloce, appare improvvisamente nel campo visivo del tiratore. A differenza di altri, continuerà ad allontanarsi sensibilmente da noi anche durante la sua parabola discendente. Quindi deve essere intercettato nel minor tempo possibile tenendo conto sia dell'anticipo sui lanci angolati che di quanto lo dovremo coprire in base alla sua traiettoria ascendente o discendente.
In questo caso in alcuni dei lanci visti sopra si possono utilizzare piattelli dal diametro minore che aumentano sensibilmente la difficoltà dei tiri, a prescindere dalle traiettoria e dagli schemi dei lanci.
Su questo piattello che si ingaggia a distanze relativamente brevi è sempre conveniente utilizzare un pallino del minor diametro consentito dalla specialità, per avere una rosata satura ed adeguata alla minor superficie del bersaglio.
Viste le differenti specialità e le tipologie di lanci è il momento di considerare quali sono gli strumenti più efficaci che abbiamo a disposizione per praticare con successo il Percorso Caccia. Come in tutte le discipline tiravolistiche un sovrapposto da tiro (non da caccia perché sarebbe troppo leggero) è la soluzione migliore per sparare al percorso caccia.
Ma perché?
I motivi sono dovuti sia alle caratteristiche balistiche del fucile sia alle particolarità della disciplina, ecco i principali:
La risposta è sicuramente sì.
Sebbene il sovrapposto da tiro sia il fucile più adatto per il percorso caccia non è affatto vero che sia l’unica alternativa per praticare questa disciplina.
Merito del successo del Percorso Caccia è infatti la possibilità, per chi si avvicina a questa tipologia di tiro, di poter utilizzare agli inizi ma anche in diverse competizioni, praticamente ogni tipologia di fucile a canna liscia, senza particolari svantaggi.
In particolare i semiautomatici di qualità e ben robusti sono molto sfruttabili nel Percorso Caccia perché sono semplici da usare, più gestibili e a volte viene concesso utilizzarli anche nelle gare agonistiche.
Il semiautomatico infatti tramite il suo cinematismo di sparo, realizzato tramite diverse operazioni meccaniche sequenziali, per espellere il bossolo e camerare il colpo successivo, fraziona molto maggiormente rispetto ai basculanti l'energia di rinculo, diminuendone la percezione fisiologia. Inoltre la canna unica rende il brandeggio dell’arma più veloce ed immediato e il puntamento molto preciso.
L’unico svantaggio è quello di dover utilizzare la stessa strozzatura, ma possiamo influire sulle rosate condizionandone l'ampiezza o la concentrazione utilizzando cartucce con caratteristiche diverse. Quindi meglio dare la precedenza a perfezionare la tua tecnica di sparo prima di passare a ragionamenti più tecnici e complessi.
La risposta in questo caso è dipende.
Molti cacciatori, soprattutto a fine stagione, sono tentati di sparare con il loro fucile da caccia nel Percorso Caccia. Un ragionamento che ha molto senso dato che se cacci con un fucile avrai sicuramente avuto modo di conoscerlo e imbracciarlo alla perfezione.
Inoltre l’allenamento sui piattelli ti potrà essere molto utile quando caccerai di nuovo con il tuo fucile. Fin qui nessun problema, anzi è la scelta migliore.
Ma c’è un problema!
Sparare al Percorso Caccia non è come essere a caccia. Per prima cosa la frequenza dei colpi è molto più elevata e costante. Un fucile da caccia, soprattutto nel caso di sovrapposti e doppiette, non è progettato per sparare molti colpi in successione.
I fucili da caccia infatti rinculano di più perché sono più leggeri. A caccia puoi non farci molto caso perché tra un colpo e l’altro assorbi mentalmente e fisicamente la botta ricevuta ma in una serie di 25 piattelli non sarà la stessa cosa. Soprattutto in estate quando non sarai protetto da indumenti pesanti, come durante la stagione venatoria.
Se poi (come speriamo) il Percorso Caccia ti appassionerà e sparerai molte serie metterai a dura prova anche la resistenza meccanica del tuo fucile, soprattutto per quanto riguarda le chiusure.
Quindi, nel caso dei basculanti, la risposta è: sì, puoi utilizzare il tuo fucile da caccia nel Percorso Caccia a patto di sopportare un maggior rinculo e avere la consapevolezza che un utilizzo intensivo in questa disciplina non giova alla salute del tuo fucile.
Un discorso diverso vale invece per i semiautomatici. In questo caso se possiedi un semiautomatico da caccia robusto e di ottima qualità puoi utilizzarlo senza problemi anche nel Percorso Caccia.
Una caratteristica che ha reso vincenti i moderni semiautomatici è infatti la loro robustezza combinata alla loro facilità di utilizzo. Per il Percorso Caccia un semiautomatico a recupero di gas, oppure un inerziale equipaggiato con un calcio ad assorbimento passivo delle sollecitazioni di sparo, sarà la soluzione ottimale per gestire nel modo migliore il rinculo ed il rilevamento della tua arma.
Infatti a differenza dei basculanti dove l’energia del rinculo deve essere per forza di cose scaricata su delicati meccanismi del fucile, ovvero la cerniera e la ramponatura di chiusura della bascula, nei semiautomatici questa energia viene sfruttata invece per il funzionamento stesso del fucile e assorbita quindi in modo migliore.
Per concludere, un semiautomatico di qualità e robusto (il Made In Italy in questo caso è sempre una garanzia) è il fucile più adatto per cacciare in tutte le condizioni e praticare anche il Percorso Caccia.
Non ti preoccupare se qualcuno ti dice che il vero fucile da tiro è il sovrapposto, quello che conta sono solo i piattelli rotti!
Piuttosto che la tipologia di fucile nel Percorso Caccia è molto più importante la lunghezza delle canne, o della canna, per un corretto brandeggio dell'arma e soprattutto per seguire ed agganciare con facilità i piattelli più lontani ed angolati.
Una canna più lunga ci permette di estendere molto di più la nostra linea di mira facilitando il collegamento con il bersaglio e migliorandone la collimazione per la maggior precisione conferita alla mira dalla distanza tra la culatta e il mirino.
Migliorerà sensibilmente anche il brandeggio dell'arma per il miglior traino e un più fluido spostamento laterale quando andiamo ad ingaggiare piattelli con angolazioni molto accentuate, tipiche del Percorso Caccia.
La lunghezza ideale delle canne per il Percorso Caccia itinerante, dove i bersagli possono essere un po' più lontani e angolati, è di 76 / 80 cm, mentre nel caso del Compak 71 cm sono ampiamente sufficienti.
Alcuni tiratori, soprattutto nella versione Sporting, arrivano a scegliere canne di 81 centimetri che permettono un'elevata precisione di puntamento su tiri ai limiti della portata.
Lo svantaggio sarà un leggero appruamento di tutta l'arma che richiederà un bilanciamento perfetto (il punto di equilibrio ricordiamo che è sul perno cerniera nei fucili basculanti e sul pulsante di sgancio dell'otturatore nei semiautomatici) per ottenere una facile salita alla spalla dell'arma ed un'immediata velocità di puntamento sui bersagli più angolati e difficili.
Anche se il nome della disciplina e di alcuni piattelli ci porti a pensare di utilizzare le stesse cartucce che utilizziamo a caccia non è così.
Infatti, come per la maggior parte delle discipline tiravolistiche, la grammatura massima generalmente consentita per il percorso caccia è di 28 g. quindi inferiore alle grammature considerate leggere per uso venatorio che sono di 30 / 31grammi (nel calibro 12).
I piattelli, sebbene simulino la traiettoria e i movimenti degli animali, non hanno di certo la loro stessa resistenza e vitalità. Infatti per romperli non avremo tutte le classiche problematiche balistiche tipiche della situazione venatoria.
Restano valide le basi della balistica che prevedono un numero minimo di pallini sul bersaglio animati da un'energia sufficiente per determinarne la rottura sicura una volta colpito.
Inoltre la grammatura limitata, quando non sconfina nell'irrazionale, è un buon modo per poter rendere più difficile l'ottenimento di punteggi elevati così da poter apprezzare molto più il “manico” e distinguere con certezza le doti dei migliori colpitori.
Si possono impiegare grammature minori (24 g nel calibro 12) per avere un rinculo più gestibile oppure per adattarsi alla capacità balistiche dei calibri più piccoli, ma in questo caso anche la difficoltà aumenta esponenzialmente. Per questo motivo moltissimi tiratori di Percorso Caccia scelgono cartucce da tiro a 28 grammi o la massima grammatura possibile nei calibri minori.
Ma quali cartucce da tiro?
Non tutte le cartucce da tiro sono uguali. Vengono infatti progettate con caratteristiche specifiche per conferire le migliori rosate e potere fratturativo dei pallini in base alle distanze d’ingaggio e traiettorie dei diversi piattelli.
Ma facciamo un esempio!
Nello Skeet le cartucce da tiro sono progettate con speciali borre per garantire un’adeguata dispersione della rosata ad una distanza di 10 / 25 metri, dove appunto si ingaggiano tipicamente i piattelli. I pallini passano dal numero 7,5 - 8 al numero 9,5 comunque sufficiente per energia e capacità fratturativa sui bersagli a breve distanza.
Ma cosa succede se la distanza aumenta?
Le cartucce da Skeet non saranno altrettanto efficaci perché la rosata si aprirà troppo con l’aumentare della distanza e il piattello sarà colpito da un numero insufficiente di pallini, troppo piccoli, e con velocità / energia non adeguate per assicurarne la rottura.
Oltre alle traiettoria dei piattelli, anche le distanze d’ingaggio nel Percorso Caccia sono molto simili a quelle più frequenti a caccia, ovvero molti dei piattelli da colpire verranno ingaggiati su distanze medie tra i 25 e i 35 metri.
L’estrema varietà delle distanza di ingaggio rispetto ad altre discipline ci impone, proprio come a caccia, anche di scegliere le strozzature con attenzione.
Se hai un semiautomatico il consiglio è di montare una strozzatura intermedia di ** o *** e poi in base alla tipologia di piattello e dallo schema affrontato valutare quale sarà la cartuccia migliore da impiegare. Numerosi produttori di munizioni, consapevoli di questa necessità, sviluppano cartucce dedicate al Percorso di Caccia suddivise per distanze d’ingaggio (breve-media-lunga).
Alle distanze minori daranno risultati eccellenti borre prive di contenitore o comunque studiate per fornire rosate già ampie sulle distanze dei 18 e 22 metri. Inoltre, in questa particolare circostanza diventa utilissimo il pallino n° 8,5 (2,2 mm.) capace di fornire rosate ampie ma comunque sature, quindi sicuramente efficaci anche su piattelli angolati e con una minor superficie esposta.
Alle distanze medie lunghe diventa necessaria la classica borra contenitore in grado di assicurare una più elevata densità di rosata, unita al pallino n° 7,5 - 8 dinamicamente adeguato per sviluppare un buon potere fratturativo sui piattelli colpiti da distanza medio/ lunga.
Nel caso di sovrapposti o doppiette le possibilità di scelta sono più ampie, considerando le combinazioni di strozzature / cartucce utilizzabili.
In questo caso potresti scegliere una strozzatura non troppo accentuata per la prima canna, simile a quella che abbiamo già visto per il semiautomatico, e optare per una strozzatura più accentuata per la seconda canna, spesso utilizzata per colpi di recupero o secondi colpi su piattelli in genere sempre più lontani.
Dobbiamo premettere che la tecnica di tiro, le modalità di puntamento e di aggancio del bersaglio ed anche il modo di sparare sono caratteristiche estremamente soggettive, diverse da persona a persona.
Sostanzialmente le prede, come i piattelli, possono essere affrontate con due metodiche diverse e comunque ugualmente efficaci:
Il bersaglio viene aggredito con rapidità di riflessi, spesso non appena esso appare nel campo visivo. Il tiratore / cacciatore individua il punto in cui immagina si troverà il suo bersaglio, poco avanti e/o più in alto, e vi indirizza molto rapidamente il colpo.
Questa tecnica richiede chiaramente riflessi d'acciaio ed un'evidente capacità di sparare con rapidità e precisione. Si adatta maggiormente a bersagli improvvisi e molto veloci, preferibilmente non troppo lontani.
Una tecnica perfetta per tiri più lenti e lontani, consente con tempi molto più lunghi di avvistare, puntare, agganciare ed anticipare il bersaglio senza precipitazione ma al contrario con una valutazione molto riflessiva e razionale della sua traiettoria, della sua velocità e della sua posizione al momento dell'impatto con i pallini.
Questa tecnica è particolarmente efficace quando il bersaglio transitando su un arco piuttosto lungo, rimane visibile per un tempo adeguato a tutte le valutazioni appena descritte. Non richiede riflessi estremamente brucianti ma vuole tassativamente la capacità di rimanere ancorati al fucile con l'occhio sulla linea di mira per tutto il tempo dell'acquisizione del bersaglio e dello sparo.
Per esemplificare in un modo molto immediato le due tecniche di tiro, sarà sufficiente pensare a come si affronta il lancio della "candela".
Con la prima tecnica del tiro di stoccata il piattello appena uscito viene seguito per un brevissimo tratto ed anticipato sparando sopra ad esso di un buon metro e mezzo / due.
Con la seconda tecnica il bersaglio viene osservato dall'uscita fino al punto massimo della sua traiettoria ascendente, allineandolo contemporaneamente con l'occhio e la bindella per sparare mirandolo quasi fermo, nel momento in cui avremo un'inversione della sua traiettoria.
Con la stessa tecnica la "candela" può essere affrontata addirittura in fase discendente. Con nervi molto saldi si attende la sua caduta e seguendo il bersaglio con la bindella si spara sotto ad esso del tratto che riterremo corrispondere al tragitto compiuto nei tempi di puntamento e arrivo dei pallini.
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