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Mygra Colombaccio: analisi tecnica della collezione speciale B&P

Scritto da Saro Calvo | 29-dic-2020 8.23.01

I risultati che si riescono a raggiungere a caccia grazie ad una munizione equilibrata e costante sono sempre importanti e soddisfacenti per il cacciatore. Ma un aspetto decisivo che ritengo fondamentale per una munizione che si voglia definire “importante”, è la capacità di sintesi tra prestazione ed effetti prodotti.

La Mygra Colombaccio della Baschieri & Pellagri, sia in calibro 12 che 20, è una munizione che possiede questa qualità, pur caricando polveri progressive diverse risulta molto veloce in modo che, una volta tirato il grilletto, consente alla carica di essere subito sul selvatico in modo efficace.

Inoltre, utilizzata diverse volte nell’arco della giornata venatoria si dimostra una cartuccia caratterizzata da costanza e morbidezza, producendo un rinculo calibrato senza mai essere esagerato e fastidioso.

 

 

La Mygra Colombaccio in entrambi i calibri viene realizzata con materiali di alta qualità che già al tatto, nel momento in cui si fanno scivolare in camera di scoppio, infondono nel cacciatore una grande sicurezza e certezza nella prestazione.

Tale aspetto non è da sottovalutare, in quanto il cacciatore avrà la possibilità di vivere la propria passione serenamente, consapevole di utilizzare delle ottime munizioni che al momento giusto sapranno regalare delle grandi emozioni.

La velocità, la potenza e la capacità di shock di queste munizioni pur dedicate al colombaccio, le rendono anche utili ed efficaci per altri selvatici coriacei e che richiedono tiri a distanze lunghe.

 

 

La caccia e la Mygra Colombaccio

La caccia al colombaccio è stata da sempre una forma molto seguita in tutta Italia, la potremmo definire una delle forme di caccia storiche che compongono il variegato mondo venatorio.

 

 

Ma negli ultimi anni possiamo sostenere che essa abbia subito un ulteriore exploit dovuto alla forte e massiccia presenza di questo formidabile selvatico che, diffuso in tutta Italia, riusciamo a trovare abbondantemente sia come stanziale che come migratore.

Dal palco al valico, all’appostamento con volantini, all’appostamento temporaneo nei punti di affilo dei selvatici, all’abbeverata in estate, alla pastura o al rientro la sera, si tratta sempre di grandi emozioni che questo eccezionale selvatico, astuto, forte e resistente al piombo e alle ferite, sa regalare a chi ha la pazienza e la dedizione di insidiarlo e qualsiasi sarà la forma di caccia prescelta, sarà sempre foriera di grandi emozioni.

Per questo motivo, alcune aziende hanno voluto riconoscere merito a questa grande tradizione che accomuna i cacciatori di tutta Italia così, ad esempio, la Baschieri & Pellagri ha assemblato per il “signore dell’aria” questa munizione dedicata, la Mygra Colombaccio in calibro 12 e 20 che siamo riusciti a provare sul campo.

 

 

Packaging della Mygra Colombaccio

Nell’elegante scatolo di cartone bianco con riporti gialli nel calibro 20, scuri nel calibro 12, compare chiaramente la serigrafia di un colombaccio, che fa capire come questa munizione sia stata studiata specificatamente per questo splendido selvatico.

La confezione alloggia 25 munizioni, questa scelta denota una precisa volontà della casa di Marano, che preferisce offrire confezioni da 25 pezzi di munizioni di alta qualità, invece che da 10 pezzi.

 

 

 

Il bossolo in calibro 20

Il bossolo rigorosamente corazzato di tipo 3 di plastica gialla di ottima qualità, è della misura 20/70 nonostante l’importante grammatura caricata.

Campeggia in modo chiaro la quantità della carica nella munizione 31 grammi, seguita dalle indicazioni della ditta produttrice e del nome della munizione. Chiusura stellare a sei pliche.

 

 

Il bossolo in calibro 12

Si tratta in questo caso di un elegante bossolo corazzato di plastica trasparente, con fondello silver. Le scritte riportano il nome della munizione e la grammatura di piombo impiegata, ben 36 grammi. 12/70 e chiusura stellare, piombo e borra in evidenza.

 

 

 

Componenti della Mygra Colombaccio

 

Polvere

La polvere utilizzata per la munizione in calibro 20 è una progressiva di alta efficienza, la M92S. Un propellente molto insensibile alle variazioni ambientali capace di prestazioni costanti e di alto livello.

Vengono infatti riportati come dati una Vmax di 400 m/s e una Pmax di 800 bar. Si tratta di un propellente utilizzato per cariche massime e magnum.

Nel caso della Mygra in calibro 20 viene proposto nella quantità di 1,45 grammi. Una polvere molto versatile, dicevamo, che utilizzo abitualmente, nella ricarica del calibro 20 e del calibro 28, e che sa regalarmi molte soddisfazioni su diversi tipi di selvaggina, cambiando il piombo, naturalmente, e la grammatura impiegata.

 

 

Nella munizione calibro 12 viene utilizzata la polvere F2x36. Non ha certo bisogno di presentazioni questo propellente che dal 1962 accompagna le giornate venatorie più belle di molti cacciatori italiani.

Si tratta di una nitrocellulosa laminata modificata, una polvere progressiva per caricamenti medio/pesanti, viene proposta in questo caricamento nella quantità di 1,80 gr. In grado di spingere il piombo ad una velocità di ben 408 m/s con una Pmax di 680 bar.

 

 

Borraggio

La borra utilizzata per entrambi i calibri è una Z2/M, una borra contenitore di plastica di ultima generazione.

Si tratta di un contenitore consistente, contrassegnato da quattro gambe autoregolabili che congiungono la coppa alla parte inferiore del borraggio destinato alla tenuta dei gas di combustione per sfruttarne tutto il potere di spinta.

 

 

Piombo

Il piombo utilizzato sia nella munizione in calibro 20 che nella munizione in calibro 12 è un grafitato bianco al 5% di antimonio, altamente selezionato per la sua sfericità e durezza, elementi indispensabili per garantire ottime prestazioni di resistenza all’aria e penetrazione a lunghe distanze.

La numerazione scelta è nr.5,5. Neanche questa scelta è casuale in quanto si tratta di una numerazione intermedia tra il 5 e il 6 che consente di ottenere rosate sufficientemente guarnite anche a distanze notevoli, capaci di mantenere un forte grado di penetrazione e capacità di shock.

 

 

La mia esperienza con la Mygra Colombaccio in calibro 20

Pratico la caccia al colombaccio molto saltuariamente, proprio per questo preferisco utilizzare i migliori strumenti per far si che le giornate siano proficue e appaganti per il mio animus venandi.

La scelta della giusta munizione rappresenta la chiave di volta attorno cui si può costruire una giornata ricca di emozioni che può diventare indimenticabile, distinguendola da una che invece ci lascia l’amaro in bocca per le troppe occasioni sprecate.

Per provare la Mygra Colombaccio in calibro 20, scelsi un giorno dei primi di Gennaio.

 

 

Da tutta la mattina osservavo il movimento di stormi di uccelli blu. Alcuni branchi già impaesati venivano insidiati da altri cacciatori nei campi del pianoro sovrastante alla mia posizione.

Qui, si erano abituati a pasturare nei terreni appena seminati a grano. Molti altri,invece, si tuffavano nel fondo della valle, una profonda depressione calcarea del territorio, molto ricca di vegetazione e soprattutto di lecci carichi di ghianda.

Questo loro turbinio aereo, il rumore delle remiganti che fendevano l’aria, quelle bande bianche che brillavano al sole come lame lucenti in quella splendente giornata di gennaio, contrassegnata da un insolito vento freddo e teso da nord, richiamavano altri stormi di colombacci in transito.

Perciò, dall’appostamento che mi ero ricavato su un ampio sperone sul fianco scosceso della valle e che mi posizionava all’altezza delle cime dei lecci, notavo un grandissimo movimento di selvatici.

Sarebbe potuta essere una giornata da incorniciare, ma avevo ancora qualche remora a sparare, perché i selvatici si mantenevano a distanze sostenute, tuttavia fremevo nel voler mettere alla prova la nuova munizione della B&P, la Mygra Colombaccio in cal.20 pb.5,5 gr.31 che per l’occasione avevo caricato nel mio sovrapposto Rizzini strozzato con *** stelle in prima canna e ** in seconda, canne 71 cm.

 

 

Un branchetto di sette colombacci si tuffò nel frattempo nel canalone e a velocità sostenuta percorse il costone di fronte alla mia postazione, attratti dal movimento di altri colombacci posatisi alcune decine di metri più in basso.

Entrarono nel mio campo d’azione e quando si portarono sui 45 metri iniziai a seguire il branco con il fucile in spalla.

Posizionai il mirino sulla coppia centrale del branco che volava leggermente più staccata. Un movimento lento ma continuo e favorito dal fatto di essere completamente in ombra e coperto alla loro attentissima vista.

Qualche secondo dopo decisi di puntare sul selvatico più avanzato della coppia pensando di spostarmi sul secondo dopo aver abbattuto il primo o di recuperarlo, in caso, di seconda canna.

 

 

Lasciai partire il colpo, ma rimasi interdetto quando sparirono entrambi dalla mia linea di mira lasciando un turbinio di soffici e candide piume che si posavano leggerissime sulle foglie zigrinate tra le ghiande, mentre ascoltavo i corpi rotolare tra foglie e rami.

Vista la distanza dell’abbattimento e il folto dove mi trovavo, decisi di recuperare subito i selvatici. Li trovai dove li avevo visti sparire uno a pochi metri dall’altro.

Alla fine della giornata fui molto soddisfatto e contento di avere avuto con me la Mygra Colombaccio che mi aveva regalato tante altre indimenticabili soddisfazioni.

 

 

La mia esperienza con la Mygra Colombaccio in calibro 12

La Mygra Colombaccio in calibro 12 l’avevo provata qualche mese prima. Nel mese di novembre, invitato da un amico, avevo accettato di fare il rientro ai colombacci di pomeriggio.

Avevo deciso di portare il calibro 20 con munizioni che avevano dato buone soddisfazioni fino a quel momento. Ma quel giorno forse per il forte vento da ovest, forse per la forte umidità della zona, una vasta pianura sabbiosa caratterizzata da alte acacie, presi la mia più grande “sconfitta” in termini venatori, con il risultato di un colombaccio abbattuto e la cartucciera vuota, al contrario del mio amico che mostrava fiero il suo bel mazzo di colombacci.

Quando dopo alcuni giorni riorganizzammo la battuta, decisi che avrei utilizzato il calibro 12, non avevo il coraggio di ripresentarmi in calibro 20, così mi approvvigionai in armeria con la Mygra cal.12 e portai il mio vecchio semiautomatico Astro della Breda con canna 12/76 cm 67 strozzata **.

Il vento era sempre teso e l’umidità considerevole anche quel pomeriggio, ma questa volta, posizionato ai piedi delle altissime acacie, parzialmente coperto dalle canne rade, riuscivo a colpire i colombacci che arrivavano ad un’altezza compresa tra i 30 e 40 metri, riuscendo a bloccarli in volo con colpi decisi che li fermavano letteralmente in aria, prima che si tuffassero in mezzo alle chiome degli alberi.

La mygra cal.12 mi permetteva di sfruttare il forte potere d’arresto di cui era dotata la carica. Riuscì così a rifarmi della disfatta di qualche giorno prima, sparando solo una ventina di munizioni, andate quasi tutte a segno.

In bocca al lupo!