L’umidità ambientale, la temperatura e la pressione barometrica sono fattori che influenzano pesantemente il rendimento balistico delle cartucce a pallini, limitandone l’efficacia tramite una riduzione della velocità iniziale ed un peggioramento delle rosate.
Scopriamo allora quali sono i fattori e i componenti del binomio meteo cartucce che risentono maggiormente delle differenti condizioni climatiche.
È importante fare queste considerazioni perché possono condizionare in maniera rilevante la scelta della cartuccia da caccia ideale.
In base alla composizione, all’impermeabilità ed al potere calorifico che le contraddistinguono, le polveri da sparo assumono comportamenti diversi in relazione alle variazioni climatico-stagionali ed ai repentini cambiamenti di temperatura.
L’assorbimento di umidità comporta sempre una dispersione di energia (sottoforma di calore), poiché durante la fase dello sparo viene sottratta una parte del rendimento termico della polvere per l’evaporazione dell’acqua assorbita.
Questo decadimento si traduce nella perdita di pressione e di alcune decine di metri al secondo nella velocità iniziale.
È chiaro che la cartuccia perderà parte della sua energia e quindi i pallini risentiranno di una minore capacità penetrativa e invalidante; a volte questa flessione di rendimento è talmente evidente da trasformare buone cartucce in cartucce inefficaci.
Anche le variazioni barometriche, quindi di pressione, hanno influenza sulle cartucce causando a volte una minore efficacia o una evidente perdita della micidialità.
Abbiamo visto come l’assorbimento di umidità può compromettere l’efficacia di una cartuccia che in condizioni normali si comporterebbe in modo ottimale. Le soluzioni da adottare in questo caso sono le seguenti:
Le polveri bibasiche sono polveri che contengono nitroglicerina e rappresentano una delle soluzioni più efficaci contro l'assorbimento di umidità.
Questi propellenti hanno il vantaggio di un rendimento termodinamico più elevato rispetto alle polveri monobasiche, i gas sono molto più caldi e quindi una piccola perdita di temperatura viene avvertita molto meno e limita sensibilmente gli effetti negativi sull’efficacia balistica.
La gelatinizzazione permette di ottenere polveri da sparo, sia bibasiche che monobasiche, poco porose che tendono quindi ad assorbire o legare chimicamente pochissima umidità.
L’uso di inneschi di elevata potenza, rafforzando la fase di ignizione iniziale della polvere, influenza positivamente tutto il fenomeno combustivo, limitando molto gli effetti negativi di temperatura ed umidità.
Ultimo, ma non meno importante, è l’utilizzo di bossoli e borre in plastica. Il loro impiego di fatto rende impermeabile la cartuccia, minimizzando od annullando l’effetto negativo di umidità ambientale.
Un esempio di cartuccia progettata per il freddo? La MB Winter racchiude tutti gli elementi che abbiamo individuato e analizzato.
In periodo invernale, con clima molto umido, quando la negatività di questi effetti è palese, è consigliabile scegliere cartucce con le seguenti caratteristiche:
Come avrai osservato raggruppano tutti rimedi di cui abbiamo parlato e ti permetteranno di avere un rendimento balistico perfetto, a dispetto del clima freddo. Inoltre riescono a mantenere ottimi livelli pressori e di velocità iniziale.
Il rendimento di queste cartucce è evidente anche a cacciatori meno esperti, perché la conservazione di un’efficace energia e penetrazione di fatto non sminuisce per nulla quello che era il rendimento abituale della cartuccia nella stagione temperata autunnale.
L’effetto dell'alta pressione influisce positivamente sulla densità dell’aria, incrementandone il valore e quindi il “peso”.
La carica di polvere originariamente equilibrata, per sviluppare adeguata velocità iniziale ed efficacia balistica, in condizioni standard, si troverà ad affrontare un super lavoro, non previsto, per svuotare la canna del fucile da una colonna d’aria molto più pesante del previsto.
La caccia in zone sul livello del mare è una situazione tipica in cui le cartucce si trovano a dover affrontare un carico di lavoro extra.
Tutto questo si traduce in un consumo di energia eccessivo, chemancherà nel lavoro di spinta applicato alla massa dei pallini. L’effetto sarà quello di velocità iniziali e residue molto più basse, con minor penetrazione e micidialità sulle prede.
L'alta pressione atmosferica ha effetto altamente negativo anche sullo sviluppo delle rosate, poiché, essendo l’aria più pesante, determinerà sui pallini in traiettoria, una maggior resistenza ed un effetto disperdente.
Con questa base, le nostre rosate, a medie e lunghe distanze di tiro, risulteranno più aperte, quindi inficiate da molti vuoti, ed i pochi pallini sulla preda saranno stati rallentati sia in canna che in traiettoria, con un tracollo evidente del loro effetto lesivo.
Le “controdosi”, termine abituale nelle zone meridionali dell’Italia, pesantemente condizionate dall’effetto dell'alta pressione barometrica, sono cartucce volutamente sbilanciate al fine di ottenere velocità iniziali molto alte con grammature dei pallini decisamente inferiori a quelle abituali.
Un carica di pallini lanciata a 420/430 m/s alla bocca, chiaramente anche nelle condizioni più sfavorevoli, sarà in grado di conservare una sufficiente ed adeguata velocità residua per mantenere un’idonea energia sulla preda.
A questo scopo sono realizzate particolari cartucce che uscendo dallo standard velocitario abituale di 400 m/s ricercano con questo incremento di velocità l’unico efficace rimedio agli effetti invalidanti dell'alta pressione barometrica.