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Cartucce da caccia: come scegliere le migliori

Per scegliere le cartucce da caccia ideali inizialmente ci si affida al passaparola di amici e parenti per poi passare alla vera esperienza sul campo che si assapora pian piano.

Il mondo della caccia negli anni ha fatto passi da gigante, moltissime innovazioni sono state introdotte: componenti sempre più aggiornati che, all’occhio dei meno esperti, possono risultare identici, creando solo una grande confusione. 

Per questo mi sono posta l’obiettivo di offrirti, secondo la mia esperienza, alcuni dei tanti consigli (pratici) che ti aiuteranno a scegliere le cartucce da caccia più idonee.

 

Partiamo dalle basi: come è fatta una cartuccia da caccia?

La cartuccia costituisce il munizionamento di un’arma da fuoco. Un elemento esplosivo formato da un bossolo contenente in un unico modulo da sparo: polvere da sparo, proiettile o pallini ed innesco.

Questi tre elementi insieme hanno semplificato di gran lunga il caricamento dell’arma ed anche il trasporto delle munizioni rispetto alle prime armi ad avancarica.

Chi di voi non ha mai aperto una cartuccia per vederne la sua composizione?

Penso che almeno una volta vi sia capitato di farlo, anche per pura curiosità.

Ad ogni modo, per coloro che non si sono mai avventurati in questa esperienza, riporto brevemente gli elementi principali che compongono una cartuccia.

 

Il bossolo

La cartuccia a pallini o a palla per fucili a canna liscia, hanno il bossolo di cartone o di materiale plastico, più raramente metallico, che variano in lunghezza totale e nell’altezza del fondello metallico esterno.

 

Il fondello

E’ parte integrante del bossolo, di cui ne rappresenta la corazza esterna e ne contiene l’espansione radiale in fase di sparo. Viene generalmente realizzato in metallo e lo possiamo trovare in cinque differenti altezze:

  • 8 mm (Tipo 1)
  • 12 mm (Tipo 2)
  • 16 mm (Tipo 3)
  • 20-22 mm (Tipo 4)
  • 25-27 mm (Tipo 5)

Normalmente queste altezze vengono utilizzate in ordine crescente, proporzionalmente al livello pressorio sviluppato dalla cartuccia. Questo perché le cartucce con pressioni elevate dilatano maggiormente il bossolo che necessita di una resistenza maggiore.

 

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Innesco

L’innesco è collocato sul fondo della cartuccia e rappresenta il microdetonatore, che, colpito dal percussore, accende la polvere. Esistono differenti livelli di potenza incendiva negli inneschi che vengono classificati come: deboli, medi e forti. Puoi riconoscerli dal differente colore del diaframma isolante.

 

La polvere da sparo

In commercio ne esistono un’infinità di tipi diversi tra loro per formulazione chimica, velocità combustiva, forma e dimensione. La prima suddivvisione è quella sulla base della formulazione chimica che crea 2 gruppi: monobasiche e bibasiche.

  • Polveri monobasiche: sono a base di nitrocellulosa e non contengono nitroglicerina;
  • Polveri bibasiche: la cui composizione è data da nitrocellulosa e nitroglicerina.

All’interno dei propellenti bibasici troviamo le seguenti varianti:

  • Polveri bibasiche ad alto contenuto di nitroglicerina (denominate 50/50 o Balistiti);
  • Polveri bibasiche a medio contenuto di nitroglicerina (20% o 30%);
  • Polveri bibasiche attenuate o a basso contenuto di nitroglicerina (< 20%).

La seconda suddivisione è quella sulla base della velocità combustiva:

  • Polveri vivaci: sono usate per dosaggi leggeri (in calibro 12, dai 24 ai 30 gr.);
  • Polveri semi vivaci: sono l’ideale per dosaggi medi (in calibro 12, da 31 a 34 gr.);
  • Polveri progressive: sono impiegate per dosaggi pesanti (in calibro 12, da 35 a 42 gr).

Le polveri monobasiche, insensibili al freddo, risentono tuttavia dei climi molto umidi.

Le polveri bibasiche ad elevato contenuto di nitroglicerina, come le Balistiti, perdono considerevolmente efficacia nei climi molto rigidi, per il congelamento.

Le polveri bibasiche attenuate risultano, ai fini del clima, il miglior compromesso esistente, essendo impermeabili e poco igroscopiche per la presenza di nitroglicerina e insensibili al freddo per l’alto contenuto di nitrocellulosa.

 

I pallini

Possiamo classificare i pallini presenti all’interno della cartuccia in 5 tipologie principali:

  • Piombo temperato: Tipologia più diffusa e comune. I pallini sono composti da piombo additivato da una piccolissima percentuale di antimonio, variabile dal 2 al 5%, per aumentarne la durezza.
  • Piombo temperato colorato: I pallini di questa tipologia subiscono un rivestimento superficiale con polveri metalliche di vari colori, che conferiscono maggior scorrevolezza e minor deformazione.
  • Piombo nichelato e ramato: I pallini di questa tipologia sono sottoposti ad un rivestimento galvanico. In particolare il pallino nichelato viene sottoposto ad un doppio trattamento, prima di rame e successivamente di nichel. Questa copertura permette una maggiore durezza superficiale, minor deformazione e limitano l’impiombatura delle canne.

 

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  • Piombo temperato deformato o cubico: I pallini di questa tipologia, poco diffusa, hanno una forma leggermente schiacciata o cubica e vengono utilizzati nelle cartucce da caccia dispersanti, per tiri a breve distanza.
  • Materiali speciali: Pallini realizzati con leghe differenti rispetto al piombo per essere utilizzati dove il piombo è vietato. In genere si utilizza il rame, l’acciaio, il tungsteno o il bismuto.

 

Il borraggio

Rappresenta la divisione fisica tra la polvere e i pallini, che ha il compito di trattenere i gas propulsivi ad alta pressione ed attutirne l’urto. Il borraggio permette quindi di trasmettere la spinta in modo graduale ed omogeneo alla massa dei pallini. La prima suddivisione è tra 2 grandi categorie:

  • Borraggio tradizionale: composto da dischi di feltro, sughero o cellulosa, ideale per tiri a media distanza.
  • Borraggio in plastica: struttura di polietilene composta da una base cava, un molleggio centrale con o senza bicchierino che funge da contenitore.

 

borre-plastica-cartucce-da-caccia.jpg

Tra le borre in plastica esiste un’ulteriore suddivisione in base alla struttura e all’effetto balistico ricercato:

  • La borra contenitore: l’ideale per tiri a media / lunga distanza;
  • La borra biorientabile: per tiri a breve / media distanza;
  • La borra dispersante: adatta per tiri a breve distanza.

 

Quali sono i fattori che influenzano la scelta delle cartucce?

Dopo un breve excursus sugli elementi che compongono le cartucce da caccia, sicuramente vi starete chiedendo quali sono i fattori che possono determinarne la scelta.

Le variabili che possono influenzare l’acquisto di una cartuccia piuttosto che un’altra sono diverse, io ne ho raggruppate solo alcune, quelle per me principali:

  • Peso dell’arma;
  • Tipologia di caccia;
  • Situazione climatica.

 

Cartucce da caccia e peso dell’arma

In base ad un’antica e consolidata regola fisica, per avere un rinculo gestibile e non penalizzante dell’arma, si dovrebbero impiegare cartucce che contengano una quantità di pallini pari ad una centesima parte del peso del fucile. Con lo sviluppo delle armi moderne e semiautomatiche questa regola è leggermente mutata ma ancora attuale. La scelta della grammatura della cartuccia deve quindi tenere conto in primis del peso complessivo del fucile.

 


Tipologia di caccia

La scelta delle cartucce da caccia ideali è più complessa di quanto si possa pensare infatti influiscono sulla scelta diversi aspetti di tipo pratico e balistico come:

  • Tipologia e dimensione / peso del selvatico
  • Difficoltà e distanza di tiro

In particolare considerando la caccia alla selvaggina stanziale possiamo riconoscere due condizioni di caccia.

La prima, la caccia con il cane da ferma (come pernici, starne e fagiani), dove si effettuano tiri a breve/media distanza, si darà la preferenza a cartucce da caccia con borraggio tradizionale, grammature di piombo medie, capaci di produrre rosate generose e non troppo accentrate.

La seconda, con i segugi (lepri e volpi), dove la distanza di tiro è lunga, si impiegano potenti cartucce corazzate con elevate grammature di pallini e borraggio in plastica con contenitore.

Nella caccia alla piccola migratoria (allodole, tordi, quaglie) le prede sono solitamente fragili e discretamente avvicinabili e i tiri avvengono sulla media distanza. Risultano quindi ideali cartucce con leggera o media grammatura e borra biorientabile o con contenitore.

 

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Per la migratoria maggiore (colombacci, tortore, anatre), le prede solitamente coriacee e le medie lunghe distanze di tiro richiedono cartucce con medio alta grammatura e borraggio con contenitore.

La scelta del pallino dipende principalmente dalle dimensioni/peso della preda. Una vecchia regola sancisce che il pallino debba avere un rapporto 1:5.000 con la massa della preda e che la densità delle rosate, in funzione della numerazione del pallino, consenta di attingere la preda con almeno 5 ferite, sufficientemente profonde.

Un discorso a parte è da fare per la caccia ai grossi ungulati, che comprende tra gli altri il cinghiale. Si può usare sia un fucile a canna liscia sia a canna rigata. In Italia, per questo specifico genere di caccia, si usa la “palla unica”. Esistono diversi tipi e struttura di palla unica quando si spara con un fucile a canna liscia:

  • Palle sottocalibrate con sabot: palle, con un contenitore in plastica, il cui diametro è inferiore al quello del calibro del fucile.
  • Palla a piena sezione: palla con calibro identico a quello del fucile e disegno e struttura studiati per una autoriduzione nel passaggio in strozzatura.

 

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La scelta della palla slug per canna liscia è legata a fattori relativi all’ambiente di caccia, si dà la preferenza a palle molto precise nelle cacce in zone aperte ed in cui si possa sparare su medio lunghe distanze, mentre si prediligono le palle più deformabili e/o frammentabili se si caccia in zone chiuse, boscate, con macchia e vegetazione folta, dove si spara a breve distanza.

Nella carabina la palla viene scelta in base alla tipologia di caccia, all’arma, all’ambiente ed al tipo di selvatico ma soprattutto alla mole e robustezza delle strutture anatomiche e degli spessori corporei che proteggono le zone vitali.

Per la caccia ai nocivi oppure ad animali non edibili o molto vitali, si utilizzano palle ad alto effetto espansivo o disgregante, per animali da pelliccia si usano palle blindate indeformabili, per caccia normale, si usano palle a struttura tenace ma con punta tenera per ottenere un buon affungamento e quindi una graduale cessione dinamica nel tramite.

Diversamente, nelle armi rigate, la scelta della palla dipende anche dal suo peso in relazione a:

  • Calibro e distanza di tiro;
  • Passo di rigatura della canna;
  • Massa e durezza del selvatico.

 

Cartucce da caccia e condizioni climatiche

Se vi state chiedendo se la situazione climatica può influenzare il rendimento della cartuccia, la risposta è affermativa. Come abbiamo visto in precedenza, effettivamente il clima ed altri fattori atmosferici possono incidere sulla qualità dello sparo. In particolare bisogna tenere conto dei seguenti fattori:

  • Pressione barometrica;
  • Densità dell’aria;
  • Umidità;
  • Temperatura;
  • Vento.

Le basse temperature e l’umidità per esempio, riducono le prestazioni di alcune polveri e quindi delle cartucce. Inoltre fragilizzano le borre, ciò comporta una diminuzione più o meno accentuata delle prestazioni e della micidialità della cartuccia stessa.

 

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Particolari condizioni di caricamento, la scelta di inneschi forti e caldi, speciali borre antigelo, possono in buona parte rimediare agli effetti negativi sopra indicati. 

Nelle condizioni di alta pressione barometrica o a quote pari o sotto il livello del mare, sarà l’intero assetto che dovrà essere adeguato, scegliendo grammature minime e cartucce con velocità molto sostenute.

 

Come scegliere la numerazione del piombo

Nella caccia con fucili a canna liscia, con cartucce da caccia a pallini, considerata la necessità di insidiare prede di peso e mole estremamente dissimili, si rese necessario già dai tempi dell’avancarica, di poter disporre di pallini variabili per peso e dimensione su un’apposita scala numerata. Anticamente le numerazioni dei pallini erano differenti in base alla localizzazione geografica.

Dalla metà del secolo scorso, in Italia, con l’industrializzazione del caricamento si rese necessaria un’unificazione di questa scala dimensionale dei pallini. In Europa, Stati Uniti, Canada e nel mondo asiatico sono state mantenute numerazioni locali differenti. 

 

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Nella numerazione italiana unificata, troviamo pallini dal nr. 14 (1,1, mm) al nr. 4/0 (4,5 mm). I pallini compresi da i nr. 5/0 (5mm) e 11/0 (8,6mm) acquisiscono storicamente per le loro dimensioni, la definizione di pallettoni. 

I pallini variano dimensionalmente da un numero a quello successivo di 0,2 mm. Mentre i pallettoni si susseguono con una variazione di 0,6 mm.

La dimensione del pallino esprime un rapporto ottimale di energia e densità di rosata in relazione alla preda cacciata. Quindi ogni preda in base alla strozzatura e al calibro troverà il miglior compromesso balistico nell’ambito di 2/3 numeri successivi.

Ti sembra difficile?

Allora facciamo un esempio: la tortora sarà preferibilmente e razionalmente cacciabile con pallini nr. 8 (2,3 mm), ma sarà ugualmente insidiabile in modo ottimale anche con pallini nr. 7 (2,5 mm) oppure 9 (2,1 mm) in base al calibro, alla strozzatura e alla grammatura utilizzata nelle cartucce.

 

Cosa si intende per grammatura del piombo?

Ho parlato diverse volte di grammatura di una cartuccia ma non è sempre chiaro cosa stia a significare. Per grammatura del piombo si intende l’entità della carica di pallini presenti in una cartuccia. Per consuetudine, si  può indicare come:

  • Leggera
  • Media
  • Pesante
  • Maggiorata

La grammatura in relazione alla velocità iniziale ha pesante influenza sul rinculo e rilevamento dell’arma.

Grammatura più elevata significa un maggior numero di pallini nella carica, quindi nella rosata, poiché la portata considera oltre all’energia dei pallini anche il loro numero sul bersaglio, questo fattore comporta un incremento della portata reale.

 

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Le grammature si incrementano soprattutto per accrescere il numero dei pallini nelle numerazioni medie e basse, quindi con pallini medio/grossi. La sua influenza è meno importante con piombi fini in cui il numero delle unità per grammo è già piuttosto elevato. Indicativamente, la carica standard e normale nei vari calibri è questa:

  • Calibro 12 > Grammatura 32/34 grammi
  • Calibro 16 > Grammatura 27/29 grammi
  • Calibro 20 > Grammatura 24/26 grammi
  • Calibro 28 > Grammatura 17/19 grammi
  • Calibro 36 > Grammatura 10/11 grammi

Chiaramente grammature inferiori saranno considerate leggere o medio/leggere e quelle superiori pesanti o maggiorate.

Concludendo, appare chiaro quanto sia complessa la scelta della cartuccia ideale. L’elevato numero di fattori da tenere in considerazione è basilare ma conoscerli tutti alla perfezione, soprattutto se alle prime armi, può essere difficile dato che come in tutti i campi le nozioni si acquisiscono con l’esperienza, battuta dopo battuta, uscita dopo uscita.

Per questo un ultimo consiglio che mi sento di dare è di orientare inizialmente la scelta verso cartucce “standard” che ti consentano di praticare diverse tipologie di caccia. Ti basterà scegliere accuratamente la numerazione del piombo ed una grammatura media per uscire con il tuo fucile in spalla!

 

 

Come scegliere la grammatura e la numerazione del pallino

Federica Gozza

Federica lavora come Marketing Manager in Baschieri & Pellagri. Il suo lavoro l’ha portata a viaggiare, cacciare e calcare campi da tiro in tutto il mondo. È un’esperta nel campo del tiro a volo e sportivo. Grazie a lei Baschieri & Pellagri riesce a scoprire e supportare nuovi talenti. Ha curato con passione la realizzazione di Hunting Spot a dimostrazione che la caccia e il tiro non sono per soli uomini!

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