Il tordo bottaccio, o marvizza in molte provincie dell’Italia meridionale, è uno dei selvatici più ambiti, per alcuni data la bontà delle sue carni, per altri perché è una forma di caccia “stagionale”.
Infatti possiamo cacciare i tordi da Ottobre a Gennaio ed è una caccia ideale per chi non ha cani da ferma o pratica maggiormente la caccia al cinghiale.
Per me invece, beccacciaio sfegatato, è una forma di caccia che mi impegna nei 15 giorni in cui aspetto le agognate regine, ma devo ammettere che regala molte emozioni e che la pratico anche durante tutta la stagione di caccia; sia perché il tordo in volo è un bersaglio veloce che richiede tiri impegnativi, migliorando i nostri riflessi, sia perché sentito lo zirlo abbiamo davvero poco tempo per individuarlo, mirare e sparare.
Diciamo che alla fine siamo spesso costretti a fare un “gran bel tiro”, qualcosa che arriva allo specialistico, vista la sua difficoltà.
Cosa davvero interessante ancora sulla caccia al tordo è che mentre il selvatico è uno, le forme di caccia nei diversi periodi della stagione venatoria saranno varie e diversificate, tanto da interessare non solo i territori di caccia ma anche gli orari, le armi e le relative cartucce.
Migrazione e periodi di caccia ai tordi
La migrazione del tordo interessa tutta la nostra penisola ed inizia in periodi diversi.
Infatti mentre nei territori alpini e appenninici lo si trova già da metà Settembre, diversamente al sud Italia il passo vero e proprio si verifica a partire da metà Ottobre. In particolare il maggior flusso di questi piccoli migratori lo avremo negli ultimi giorni dello stesso mese, anche se, nella stagione passata, si sono visti alcuni branchetti d’entrata anche tra la metà di Novembre e Dicembre.
Il flusso maggiore della migrazione interessa animali provenienti da Ungheria, Repubblica Ceca, Germania, Svizzera, Polonia, Russia, Scandinavia e Repubbliche Baltiche. A volte i tordi proseguono la migrazione e, attraversando le Alpi, continuano la loro rotta verso ovest, interessando anche Sardegna, Corsica, Tunisia, Marocco e Isole Canarie.
Le principali tecniche di caccia al tordo
La caccia ai tordi inizia quindi tra Settembre e Ottobre, attenderemo la classica entrata e con l’aiuto del meteo cercheremo di comprendere quale sarà la mattina ideale e con il vento giusto che farà giungere a noi i primi tordi.
I marvizzari più esperti proveranno delle uscite preliminari per osservare come si sta muovendo il passo della migratoria, osservando anche altri selvatici che attraversano i nostri cieli.
Ma sarà comunque ai primi venti di tramontana o scirocco, con un concomitante abbassamento delle temperature, che inizierà il vero passo dei tordi.
Una delle principali tecniche di caccia al tordo si baserà proprio quindi sull’attendere il passaggio dei tordi nei nostri appostamenti.
La caccia al tordo in entrata dagli appostamenti
L’entrata dei tordi comprenderà un totale di 15-20 giorni in cui aspetteremo i tordi nei nostri appostamenti in prossimità degli uliveti, caratterizzati da alberi secolari dalle alte chiome, meglio se in prossimità di alte querce o di boschetti di quercioli o agrumeti, che potrebbero servire da riposo e stazionamento dopo il lungo viaggio di questi piccoli migratori. Tuttavia spesso i tordi potrebbero anche proseguire fino alla tranquillità dei boschi in montagna.
L'appuntamento è sempre e rigorosamente all’alba per farci trovare pronti ad accogliere i primi tordi che sorvoleranno gli appostamenti con il sole.
Dopo aver atteso questi giorni per tutto l’anno finalmente ci siamo, occhi vigili a scrutare l’orizzonte per i primi arrivi. Le prime scariche di adrenalina arrivano coi primi zirli, preannuncio che i tordi si stanno avvicinando.
Molto importante in questa caccia è l’utilizzo, per chi ne fosse capace, dei richiami a bocca, ma anche dello Zip in mantice o vite che riproduce il singolo zirlo. Infatti è sempre molto coinvolgente ed esaltante la risposta ai richiami.
Vedremo infatti i tordi credere al gioco dei richiami e scendere con una picchiata al cardiopalma, una discesa veloce che emoziona ogni cacciatore, da indistinti punti altissimi arriveranno a tiro con una velocità tale da rubare spesso la fucilata. Certo a volte proprio per l’emozione di questa caccia può capitare anche di prendere “male le misure” e piazzare il colpo troppo indietro.
Nella caccia di appostamento ai tordi è anche importante curare il mimetismo del proprio appostamento e non muoversi troppo, perché altrimenti, se scoperti, grazie alla loro velocità i tordi saranno in grado di fare delle virate pazzesche. Punteranno a ripararsi dietro gli alberi più alti e in questi casi i nostri richiami saranno ormai inutili, con i tordi che scompariranno alla nostra vista.
Spesso al nostro appostamento arriveranno per primi singoli esemplari o coppie, poi con il fare del giorno arriveranno anche piccoli gruppetti di 3-4 esemplari, ma non è raro attirarne molti di più.
Potremo vedere ingrossare le file anche qualche bello stormo di merli. Ma non tutti crederanno ai nostri richiami ed è possibile che non avranno alcun interesse a fermarsi e proseguiranno nella loro rotta verso ovest.
Inoltre nella caccia di appostamento ai tordi mattutina non è raro incontrare selvatici che, anche se credono ai nostri sforzi di chiamarli, non arriveranno subito. Preferiranno invece farsi attendere, appollaiandosi su alberi vicini al nostro appostamento e canteranno a loro volta.
Passeremo quindi interi minuti, trepidanti, a comprendere le loro intenzioni; arriveranno a tiro? Oppure si allontaneranno “perché non gli piace la musica”? O peggio ancora, ci hanno scoperto?
In questo caso potremmo tentare un avvicinamento agli alberi di buttata, serviranno passi e movimenti lenti, sfruttando tutti i possibili ripari. Se avremo fortuna e saremo bravi vedremo i tordi schizzare a tiro in mezzo agli alberi e dovremo dare il meglio di noi con rapidi e decisi tiri di stoccata per abbattere i tordi nei pochi metri tra una pianta e l’altra.
Fucili e cartucce per la caccia ai tordi in entrata dagli appostamenti
La caccia durante l’entrata dei tordi ci impegna in tiri che vanno dai 25 ai 40 metri. Per questo motivo è importante l’utilizzo di armi e cartucce consone allo scopo. Saranno da preferire canne lunghe e strozzate, non importa se doppietta, sovrapposto o semi automatico, anche se il terzo colpo potrebbe aiutare nel caso dobbiamo ribattere un selvatico.
Scegliamo il calibro 12 per una caccia generica e in cui le difficoltà e la distanza dei tiri possono richiedere la necessità di sparare al limite della portata. Inoltre il calibro 12 è sempre modulabile tramite la strozzatura per essere adattato ad un impiego alle medio / brevi distanze (15 o 25 metri) o al limite della portata per i 35 e i 40 metri.
Il calibro 20, soprattutto con cartucce a grammatura media, è più adatto per un tiro sulle medie distanze e soprattutto in condizioni non particolarmente difficoltose. Non dimentichiamo che la minor portata del calibro 20 potrebbe metterci in difficoltà in quelle giornate in cui i tordi mostrano di saper stare esattamente al limite del tiro.
I calibri minori di cui molti si sono innamorati ultimamente sono certamente utilizzabili in questo tipo di caccia, rispettando eticamente il dovere di sparare a tiro e sulle distanze medie alle quali questi calibri assicurano effettivamente una buona micidialità, quindi non oltre i 30 metri.
Considerata, come sempre, la dimensione della sagoma del selvatico utilizziamo pallini piuttosto piccoli che assicurino una sufficiente densità alla rosata e una ritenzione di energia adeguata per riuscire a farci abbattere questo splendido selvatico.
Riguardo le grammature, impiegando pallini piccoli, possiamo scegliere cariche intermedie capaci di assicurare una buona efficacia ed un rinculo modesto e non affaticante, quindi nel calibro 12 i 30 / 34 grammi e nel 20 i 24 / 26 grammi.
Il calibro 28 oggi disponibile con cartucce da 21 / 22 grammi fornirà prestazioni adeguate e poco dissimili da quelle del calibro 20, mentre il .410 pur con 19 / 21 grammi di pallini n°10 spunterà una portata leggermente più corta valutabile in circa 25 - 28 metri.
Per ottenere buone concentrazioni di rosata alle medie / lunghe distanze, si preferiranno cartucce con borre bior e, meglio, con il contenitore come seconda e terza canna. Per quanto riguarda il piombo, questi può andare dal 9 all’ 11, quest’ultimo preferibile viste le strozzature strette come 2* o full.
La caccia ai tordi allo spollo, al tracheggio e al rientro
Andando avanti durante la stagione di caccia e fino a chiusura, quindi fino all’ultimo giorno possibile di Gennaio, cacceremo i tordi la mattina allo spollo e la sera al rientro.
Allo spollo li insidieremo all’alba, poco dopo che abbia cantato il pettirosso, cioè alle prime luci e sarà anche questa una caccia appassionante e coinvolgente. I tordi usciranno dai ripari in cui avranno passato la notte per dirigersi nei territori di pastura.
La caccia allo spollo sarà caratterizzata da tiri veloci e a brevi / brevissime distanze. Sentiremo nel buio uno zirlo e se non lo avvistiamo subito, ormai il tordo sarà già passato.
In questo frangente e anche secondo le pendenze dei luoghi di caccia, i tordi saranno velocissimi, saette nel buio che precede il giorno. Saranno momenti spasmodici, perché i tordi passeranno sopra di noi per non più di 15 / 20 minuti forse anche 30, e quindi dovremo essere più lesti e precisi.
Passano pochi istanti tra l’individuazione del selvatico e lo sparo, ma saremo in parte facilitati perché la direzione di provenienza sarà sempre la medesima. I tordi non saranno quasi mai alti, ma saranno veloci.
Può capitare anche che in mezzo agli ulivi, se il primo colpo non è andato a segno, si buttino a zig zag in mezzo alle piante, così da essere irraggiungibili. Ed infatti per quest’altra forma di caccia importanti saranno armi e cartucce da utilizzare.
Fucili e cartucce per la caccia ai tordi allo spollo
Il fucile dovrà cadere addosso come un abito su misura, i tiri saranno per la maggior parte di stoccata, non avremo il tempo di pensare tanto meno di cercare il mirino. La nostra arma dovrà quindi essere leggera e bilanciata, per avere la meglio in questi frangenti un agile calibro 20 è l’ideale!
Utilizzeremo quindi canne corte e aperte, ottimi saranno i fucili con canne da 60 cm cilindriche/4*e cartucce leggere che aprano già a pochi metri dalla volata. Preferiremo borre bior in primis e, per chi avesse la possibilità di trovarle o essere un ricaricatore, delle belle cartuccette da 30 / 32 g per il calibro 12 o 24 / 26 g per il 20 e, ancora meglio, con borra diana e orlo tondo, quindi pallini del numero 10 / 11 / 12.
Tanti utilizzano anche cartucce dispersanti o da skeet con piombo piccolo con numeri 9 / 9.5, perché alcuni posti buoni sono strettissimi e i tordi passano a brevissima distanza, ma le si possono usare anche per avere un aiuto in più.
La caccia ai tordi al tracheggio
Per il prosieguo della mattinata di caccia al tordo, preferibili saranno fucili con canne da 60 / 66 cm e strozzatori interni. Infatti dopo lo spollo si avrà il traccheggio.
I tordi si muoveranno nei luoghi di pastura, negli uliveti oppure nei boschetti o dove ci sono arbusti sempreverdi che producono bacche rosse di cui vanno ghiotti. Quindi serviranno canne medie / lunghe e strozzature più strette. Questa sarà una caccia molto più tranquilla dove attenderemo pazientemente che tordi si muovano. La difficoltà in questo senso è principalmente quella di individuare quali sono i posti migliori.
Per chi invece non riesce a stare fermo, le attese possono essere snervanti e se si è un gruppetto di amici cacciatori affiatati e volenterosi, si può ricorrere allo “Scaccio”, una caccia molto entusiasmante e di movimento.
Una forma di battuta in cui andremo ad insidiare i tordi proprio nei loro luoghi di pastura, quindi accerchiando un dato territorio, un boschetto o una parte di uliveto o agrumeto e alcuni battitori faranno involare i selvatici verso le poste.
Qui è possibile eseguire diversi tipi di tiri, sia di stoccata che mirati. I tordi saranno veloci, cercheranno di allontanarsi anche lontano dalle poste, quindi anche qui canne medie e lunghe, strozzature strette e cartucce belle pepate, con bior e contenitore.
Durante lo Scaccio cammineremo tanto, quindi il peso di armi e cartucce si fa sentire. Allora saranno molto pratici i fucili leggeri e soprattutto il calibro 20. Probabilmente il 28 e il 410 prenderanno sempre più piede per questa tipologia di caccia.
La sera poi, dalle 15.30 fino al tramonto, i tordi rientreranno nei boschi o negli agrumeti per la notte. Questa è l’ultima forma di caccia, il rientro appunto.
La caccia ai tordi al rientro
Il momento finale è sempre il migliore, in particolare gli ultimi 10 minuti, che definirei i più spasmodici. I selvatici si susseguiranno ma stavolta, al contrario del mattino, potrebbero essere alti quindi cambierà drasticamente la situazione rispetto allo spollo.
Ci saranno posti in cui saranno ai limiti del tiro ed altri invece più a tiro o a breve/brevissima distanza, ci obbligheranno a scegliere armi e cartucce in base ai luoghi in cui decidiamo di andare, può anche capitare che durante il pomeriggio passino alti e gli ultimi 10 minuti sfioreranno le canne del fucile.
Che dire, il tordo è sempre un selvatico difficile ed imprevedibile!
Caccia ai tordi dal capanno con i richiami vivi
Diverso sarà il discorso del capannista, appassionato amante degli stessi selvatici, insidiati però in una caccia leggermente diversa ricca di una sua magia e bellezza assolutamente peculiari, resa affascinante dal concerto sublime dei richiami preparati per un’intera annata.
La cura posta nella preparazione del capanno, nella disposizione delle buttate e nella collocazione dei richiami stessi saranno le chiavi del successo in questa particolare specializzazione venatoria.
I fucili e le cartucce mai come in queste cacce devono essere affinati all’orografia del luogo e alle distanze delle buttate. Non di rado saranno necessari calibri diversi; piccoli o flobert per sparare alle brevi distanze magari con poco rumore e altri più potenti per le massime distanze caricati con cartucce selezionate per le loro rosate e il loro rendimento balistico.
Per le buttate a breve distanza, entro i 12 / 13 metri, il calibro 8 flobert o 9 speed risultano perfettamente adeguati con pallini numero 11 per abbattere tutti i turdidi con perfetta efficacia balistica e parallelamente una detonazione molto contenuta che non spaventerà eventuali uccelli in entrata al momento del tiro.
Per le distanze intermedie tra i 15 e i 20 metri probabilmente abbiamo il miglior compromesso nelle cartucce calibro 36 / 32 silenziate, molto specifiche per ottenere lo stesso risultato appena visto a distanze leggermente superiori. Infine per le buttate più lontane ci dobbiamo attrezzare con un fucile calibro 20 o 16, o dello stesso calibro 12, per assicurarci l’abbattimento certo di tutte le prede posate senza inutili ferimenti o perdite di selvatici per noi così preziosi.
Il capanno è una caccia in solitudine o di pochi amici, particolarmente avvincente dall’apertura fino a chiusura della stagione venatoria.
Saremo sempre nello stesso posto con i nostri richiami vivi come compagnia vivendo momenti molto intensi nell’attesa che numerosi selvatici credano alle nostre insidie e si posino sulle nostre buttate.
Oltre a tordi, merli e cesene, altri uccellini canori non cacciabili come fringuelli e pispole, cardellini o pettirossi e cince, pur senza far tuonare i nostri fucili, ci faranno compagnia e ci ricorderanno un passato ormai lontano, ma sempre vivo ed emozionante in un angolo del nostro cuore.
Una caccia dalla difficoltà crescente e sempre avvincente
Riassumendo se dovessimo fare un sunto relativo a questa particolare e avvincente forma di caccia possiamo considerare che mentre all’entrata sarà facile trovare tordi ben predisposti a credere ai nostri richiami, che interpreteranno come loro simili, ma con il passare del tempo saranno sempre più elusivi e smaliziati.
Oltre a diventare diffidenti ai nostri richiami saranno anche restii a frequentare i soliti posti, perché una volta disturbati difficilmente vi torneranno.
Caccia appassionante ed entusiasmante, quella ai tordi trova sempre più appassionati disposti ad inseguirli per i 3 mesi concessi dal calendario venatorio. La caccia si estenderà per tutta la stagione in zone diverse secondo il periodo; in autunno o nel primo inverno nelle zone in altura, poi ai primi freddi o quando arriva la neve nelle zone pianeggianti più basse; dove i tordi saranno costretti a recarsi per cercare cibo.
Caccia quindi sempre molto sentita e praticata con la stessa passione e volontà!
Cambieranno tecniche e mezzi, ma il selvatico sarà lo stesso, forse l’unico che ci obbligherà a cambiare armi e cartucce nell’arco della stessa giornata di caccia, per cercare di avere la meglio.
Le sveglie saranno prestissimo, si vivranno splendide avventure che ci aiuteranno a migliorare in tutti i sensi curando la precisione e la tecnica dei tiri e l’affinamento nella ricerca dei luoghi ideali migliori e più frequentati dai turdidi.
Non di rado ci saranno tiri spettacolari, selvatici che apparentemente pensiamo di aver sbagliato e che invece abbiamo centrato, li vedremo accartocciati cadere a pochi metri da noi.
I tiri più belli e avvincenti, i più difficili perché estremamente istintivi, saranno quelli all’ultimo buio della mattina, perché spararemo a ombre fugaci o puntini neri nel cielo scuro; velocità e precisione saranno le uniche cose a cui pensare in quegli attimi.
Prepariamoci anche a solenni delusioni o scottature, così come quei mattini in cui un susseguirsi di padelle ci toglierà ogni entusiasmo ma non la volontà di sparare meglio domani raccogliendo i successi mancanti oggi.
Oppure se oggi i tordi non ci fossero stati ed avessimo perso una giornata senza vederne uno, beh, dovremmo pensare a dove poterli trovare in una nuova giornata di caccia.
Photos Credits:
www.instagram.com/naturefootstep_myworld
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