Delle diverse leghe alternative al piombo e del loro impiego venatorio ne parlano costantemente autorevoli balistici come l'amico Gianluca Garolini ma vorrei provare oggi a cambiare focus. Infatti, dopo un anno di “tranquillità” torna tristemente attuale la questione del ban del piombo e, anche questa volta, la situazione sembra complessa per noi cacciatori.
La Commissione Europea ha pubblicato una bozza di regolamento per ampliare le restrizioni sull'uso del piombo nelle munizioni, includendo anche gli ecosistemi non considerati "zone umide". Il divieto per le cartucce a pallini scatterà dopo 3 anni dall’apporvazione per la caccia e 5 per il tiro, con deroghe per i campi autorizzati della durata di 15 anni. La discussione inizierà il prossimo mese e le votazioni sono previste nei 3 mesi successivi.
Le preoccupazioni sono oggi più attuali che mai ma, di cosa sono le leghe alternative, delle loro performance e di come impiegarle nei fucili storici ne abbiamo già parlato.
Qual è allora la sfida di cui vogliamo parlare oggi? Riguarda il nostro approccio alla caccia e la nostra preparazione in merito. Facciamo un esempio: la caccia di selezione. Da quanto è stata introdotta ha sensibilizzato su diversi aspetti moltissimi cacciatori in Italia: dalla scelta di calibri e munizioni, dalla consapevolezza circa l’importanza di una corretta taratura, alla necessità di una buona preparazione del tiratore e dell’attrezzatura, la caccia di selezione spinge il cacciatore ad alzare l’asticella.
A mio avviso, questo stesso approccio dobbiamo adottarlo anche sull’impiego delle cartucce “no-toxic” per la caccia con fucili a canna liscia, così da prendere consapevolezza su cosa è bene utilizzare nelle diverse forme di caccia. Alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, ci sono già passati e hanno vinto la sfida. Anche se la loro tradizione venatoria è diversa dalla nostra, il loro approccio al tema è sicuramente stato quello corretto.
In Italia invece, mi sembra che regni ancora lo scetticismo, spesso frutto della poca informazione, delle esperienze del passato ma di pochi test sul campo. Il classico passaparola via.
La lega di bismuto di 20 anni fa, per lo più utilizzata dai caricatori inglesi, era fragile, poco affidabile e deludente a caccia. Questo ha segnato la memoria di diversi cacciatori italiani che, da allora, sono scettici nei confronti di questo materiale. Attualmente invece, la nuova lega di bismuto è eccezionale. Ci permette di avere cartucce no-toxic sparabili anche nei fucili non gigliati, con qualsiasi tipo di borraggio e, soprattutto, con le stesse performance del piombo. Non ci credi? Prova le Dual Bismuth o la Mygra Beccaccia Bismuth.
L’acciaio, che in realtà è ferro, è stato il primo approccio con le leghe alternative di quasi tutti i cacciatori italiani. Nella maggior parte dei casi è stato impiegato per la caccia alle anatre, una delle forme di caccia più complicate per le cartucce, a causa delle condizioni climatiche spesso avverse e per la tenacia degli anatidi.
Le moderne cartucce in acciaio però, grazie allo sviluppo di polveri dedicate e borraggi speciali, sono efficaci anche per una caccia complessa come quella alle anatre, mantenendo un costo accettabile.
I fattori da considerare nella scelta di una cartuccia no-toxic riguardano principalmente i pallini e, più nel dettaglio:
Come evidenziato in questa tabella, tenendo sempre ben in mente che l’energia cinetica prende in considerazione massa e velocità, si possono fare alcune considerazioni utili in ambito venatorio.
Per animali non eccessivamente tenaci, oppure colpiti alle breve e medie distanze, le moderne cartucce in acciaio sono sufficienti. Come dimostrato in questo mio video, anche i piccioni (in contenimento) sono fulminati con le One Steel 28, anche a distanze piuttosto elevate. Lo stesso avviene con un colombaccio, una tortora, un tordo o un merlo.
Quando si parla di stanziale o di anatidi invece, è chiaro che spingendosi in avanti nella stagione oppure aumentando le distanze, siano necessari pallini più performanti come quelli in bismuto o rame. Più nel dettaglio, il pallino in rame è a mio avviso preferibile per gli anatidi posati in acqua, perché la sua durezza maggiore dimostra grande efficacia quando incontra una resistenza importante come quella delle ali raccolte. Nel tiro all'anatra in volo invece, non ho notato differenze apprezzabili tra questi due materiali.
Il tungsteno è eccezionale. Più performante di ogni altro materiale, piombo compreso, ma da utilizzare solo alle lunghe distanze, direi oltre i 35-40 metri.
Per quanto riguarda la dimensione del pallino invece, vi consiglio di scaricare la nostra guida, in modo da poter confrontare anche le rosate di tutte le cartucce B&P.
Il piombo ci ha "semplificato" la vita per decenni: è performante, morbido, poco costoso e versatile per tutte le forme di caccia. Il suo ban, ideologico e immotivato (almeno secondo chi scrive), ci complicherà non poco la vita ma non decreterà la fine della nostra passione.
Ci obbligherà ad alzare l’asticella, ad essere più efficienti e preparati, qualsiasi sia la forma di caccia che andremo a praticare. Tuttavia, l’attuale offerta di cartucce no-toxic è talmente vasta da darci tutte le soluzioni di cui abbiamo bisogno, cosa che solo 10 anni fa sembrava impensabile. Anche per i piccoli calibri e per la caccia alla minuta, questioni preoccupanti per moltissimi appassionati me compreso, da due anni abbiamo valide soluzioni.
Mala tempora currunt? Forse, ma siamo persone tenaci e non molleremo.