Il più grande piacere del caricatore domestico è creare una cartuccia adeguata alla propria caccia, ai luoghi che frequenta, alla selvaggina che insidia, poi soprattutto alle necessità balistiche che incontra di volta in volta.
Il tutto mettendoci nel farlo un pizzico di fantasia ed inventiva personale, nel rispetto delle regole e senza eccedere.
Quali aspetti tenere in considerazione per progettare una cartuccia da caccia
Si deve sempre ricordare, che per caricare in modo razionale ed efficace, oltre tenere bene a mente la massima sicurezza, dovremo «adeguare» la nostra cartuccia a vari aspetti balistici di base a cui essa è sempre collegata indissolubilmente.
- Stagione di caccia, temperature ed umidità, altitudine.
- Il fucile e le sue caratteristiche: peso, canna, ecc...
- La forma di caccia, in cui useremo la cartuccia.
- La distanza media di tiro prevista.
- Il selvatico che andiamo ad insidiare.
- Disponibilità di componenti e attrezzature.
- Esigenze balistiche specifiche del caso.
La cartuccia a caccia non deve disturbare e deve essere efficace. L’efficacia, viene dall’equilibrio tra rosata e velocità, quindi densità, energia e capacità penetrativa.
Vediamo per prima la velocità; una buona cartuccia per essere efficace in ogni condizione climatica e ambientale, dovrebbe avere alla V1 almeno 380 m/s e non più di 420 m/s per non disturbare col rinculo.
Disturba infatti una cartuccia violenta e troppo grammata oppure troppo veloce, ma sempre in relazione al peso del fucile ed alla sua tipologia.
Fucile, grammature e velocità
Un fucile dovrebbe sparare grammature proporzionate alla sua massa, l’ideale è il vecchio rapporto 1:100 nei basculanti e 1:90 nei semiautomatici.
La cartuccia con piombo fine, per uccelletti, quaglie, tordi e allodole, non vuole velocità elevate e grammature sostenute, perché il pallino piccolo perde comunque molto rapidamente la sua velocità ed è quindi inutile spingerlo troppo.
Le grammature medie e leggere, sono le più piacevoli a spararsi e quelle più facili da mettere a punto. Una carica leggera di pallini di piccolo diametro (n. 10 -11-12), per l’elevato numero di unità per grammo, darà rosate già dense, guarnite ed efficaci. In questo modo le cartucce saranno anche morbide e non sgarbate, fattore importante in cacce in cui potremmo dover sparare molti colpi in poche ore.
La cartuccia più potente, una corazzata magari con grossi pallini del n. 2-4, trae invece vantaggio da una elevata velocità, che per l’elevata densità sezionale dei pallini grossi sarà meglio conservata sulla distanza e darà forte penetrazione ai grossi pallini.
In questo caso anche una grammatura sostenuta ha una sua ragione di essere, infatti i pallini di grosso diametro sono pochi per grammo e quindi l’avere 12/15 presenze in più in rosata, può chiudere efficacemente diversi vuoti inopportuni e svantaggiosi.
Distanza di tiro
La distanza di tiro è un fattore che condiziona nella cartuccia la scelta dell’assetto soprattutto per quanto riguarda il borraggio, basterà pensare ad una borra dispersante, ad una biorientabile e ad una borra contenitore, tre effetti legati a tre distanze, breve, media e lunga.
Anche la chiusura aiuta in questo caso a regolare la rosata, l’orlo tondo darà rosate solitamente più generose e soprattutto meglio distribuite, ottime sul tiro corto e medio.
La selvaggina cui è destinata la cartuccia, inevitabilmente porta a scelte importanti sulla sua grammatura, potenza e assetto.
La cartuccia per le quaglie per la fragilità della preda e per la distanza di tiro solitamente medio-corta, non necessita di molta potenza e neppure di pesanti cariche di piombo al contrario di quella specifica per cacciare i colombacci al valico, dove i tiri sul robusto e tenace columbiforme sono spesso al limite della portata e la potenza non è mai troppa.
Componenti a disposizione
Il caricatore che decide di caricare le proprie cartucce, una volta determinata tipologia ed assetto che desidera dare alla sua cartuccia personale, si trova ad usare ciò di cui dispone, è un punto cui pensare quando decideremo quali componenti e polveri tenere nello scaffale della stanza di caricamento.
Sulla cartuccia calibro 12 a grammatura leggera avremo bisogno di una polvere vivace, adeguata ai 28/30 grammi, quindi vedremo di scovare nella nostra Santa Barbara una polvere per tale impiego, come una F2x28, Nike o GP.
Per la lepre la potente corazzata richiede il massimo della prestazione balistica, una grammatura sostenuta, ottimi componenti, velocità e potenza. Siamo all’opposto; MBx36, MG2, M92S.
Non di rado il caricamento personale risolve piccoli problemi legati ad esigenze personali specifiche particolari.
Un invito al capanno a cesene con le gabbie, giunge dopo tanta attesa a inizio novembre; la situazione venatoria non è facile, perché la pianta principale di buttata, quella preferita nella posa delle cesene, è ad una bella distanza, 36 metri dal capanno e pur con la seconda canna strozzata al massimo della nostra doppietta di ottima qualità, non garantisce una preda ad ogni tiro.
Qualche cartuccia manca il successo perché il tiro è lungo e si fanno inevitabili feriti; ma il nostro bravo caricatore domestico, non si perde d’animo, anzi è stimolato a cercare la soluzione a questo imprevisto problema venatorio.
Un esempio per la progettazione di cartucce da caccia
Riassumendo rapidamente tutto quanto ha appreso, scoperto e raccolto per creare una buona carica Long Range, cerca nell’armadio i suoi componenti migliori mentre già sintetizza il suo progetto.
Decide di creare una cartuccia corazzata, di buona grammatura, ma non troppo veloce e di provarla più volte magari variando piccoli particolari come la borra ed i componenti, fino al raggiungimento della densità di rosata ricercata.
Con 36 grammi di pallini n. 9 nichelato, velocità non eccessiva ed un grammo di plastic buffer, dovremmo avere le basi per ottenere quanto desideriamo.
La polvere che scegliamo e la MBx36, carica iniziale g. 1,82x36 una garanzia.
Borra LB6, pretaglia a 4 petali. I bossoli T.3 in plastica trasparente sono allineati sul banco da ricarica, controllati dall’alto per accertarsi siano vuoti e pervi i fori di passaggio dell’innesco. La polvere dosata col misurino a fondo avvitabile ben rasato viene verificata sulla bilancina, tante dosi escono già perfette altre vengono aggiustate, tutte identiche, … g. 1,82 esatti.
Le borre pretagliate sono inserite ed assestate sulla polvere con leggera pressione tramite un calcone del 20, poi versiamo il piombo n. 9 nichelato che viene dosato anch’esso a volume e poi versato bossolo per bossolo.
La stellare perfetta, chiude con cura e in piano la nostra cartuccia.
Ora resta la prova finale, il test che ci deve garantire i 5 pallini sulla sagoma della cesena ai 36 metri di distanza; col nostro fucile e sulla placca sporcata di malta giallastra creata con Terra di Siena ed acqua.
Una cesena ha una superficie vulnerabile di circa 0,450 dmq e richiede una energia sul singolo pallino di kgm. 0,060, che il pallino n. 9 conserva fino ad oltre 40 metri.
I 45 cmq stanno racchiusi in un cerchio di diametro pari a 7,5 cm. ed è questa la sagoma che disegniamo su un pezzo di lucido da disegno, sarà facile sovrapporlo alla rosata nella zona centrale e valutare se la densità di rosata ottenuta sia sufficiente.
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