Se ne parla ogni giorno tantissimo, soprattutto nei gruppi Facebook che frequentiamo per alimentare la nostra passione, tuttavia non tutti riescono a riconoscere prove condotte in modo errato, quindi con risultati fuorvianti.
Capire come condurre una prova di rosata è un aspetto prettamente balistico, che interessa tutti i calibri... e che ha una utilità infinita per chi è appassionato di armi e cartucce, perché ci dice come andrà la nostra carica a caccia e quali saranno le sue reali prestazioni in relazione a strozzature e munizioni speciali.
Prove di rosata: a cosa servono? Sono utili davvero?
Molte volte si parla di questo in apparenza semplice test, che serve per valutare in primis una cartuccia o una canna, ma di fatto ci può dare utili informazioni sulle peculiarità delle varie borre, su qualità e tipo dei pallini, sull'effetto della chiusura e sulla vera stoffa di una polvere da sparo, di recente, relativamente recente, si è aggiunto un altro elemento che porta notevoli effetti sulle rosate, il "plastic buffer".
Quando devi diffidare di prove di rosata
Come si prova un fucile alla placca in modo razionale e standardizzato, tutti, e dico tutti, credono di saperlo ma forse non è così.
Sarò forse poco rispettoso, ma sincero. Oggi voglio rispondere alla domanda:
“quando una prova di rosata è valida?”
1) Superficie d’impatto
L'effetto di una rosata è su una superficie ridicola, troppo piccola per contenerla tutta, e soprattutto per contenerla con almeno una ventina di cm per parte come margine esterno della rosata, necessario per capire se è centrata.
2) Prove di sparo a braccio libero
Le prove sono fatte sparando a braccio libero, sistema che non indica mai se la canna/fucile, spari davvero in centro o abbia scarti suoi intrinsechi e se il colpo della prova sia stato ben centrato.
3) Distanze di tiro non razionali
Le prove sono fatte sparando a distanze diverse dai 35 metri, che sono quella ufficiale per fare valutazioni razionali... salvo non interessi vedere l'effetto di una dispersante o di un piccolo calibro o Flobert.
4) Numerazioni del piombo utilizzate
Prove fatte con piombo non del n. 7 (2,5 mm.) ma troppo sottile (10/11) o grosso (2-3) e fuori dalle caratteristiche utili per valutare dispersione e indici di regolarità e concentrazione... eccezione per Flobert e cariche particolari, come le silenziate.
5) Un solo colpo
Un solo colpo, non dice nulla, può essere soggetto a eccezioni in un senso positivo o negativo e mostrare qualcosa che assolutamente non è la normalità nè la media di quello che stiamo provando.
6) Valutazioni ad occhio
Prove riferite e valutate ad occhio, senza conteggi e medie, senza percentuali generali nel cerchio da 75 cm.
7) Canna fredda
Le prove fatte senza scaldare preventivamente le canne con 2-3 fucilate, che preparano l'acciaio ed il tubo, col suo profilo ed elasticità, per dare la sua vera ed effettiva resa.
8) Condizioni meteo
Le prove fatte in giornate meteorologicamente inadatte, con aria troppo densa, secca, umida o fredda... che già dopo i primissimi colpi, ci dicono "di rimandare", accade più spesso di quanto si possa immaginare.
Per concludere
Se si vuole valutare ufficialmente una canna, le prove vanno fatte tassativamente a 35 metri con cartucce originali e piombo 7, munizioni in ogni caso di cui sappiamo che pressione e velocità siano regolari. Meglio se "normalizzate" almeno 24 ore a 20 gradi e senza eccessiva umidità.
Questo è solo per chiarire che provare cartucce o canne non rispettando anche uno solo dei punti sopra, non servirà a molto, se i punti non seguiti sono 2-3 allora non servirà a niente!
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