La Winchester, una delle case americane più blasonate di armi e munizioni nonché un marchio noto a livello mondiale, praticamente a tutti, ebbe nel periodo tra il 1800 e fino ad oggi il suo momento migliore, era l’epoca delle armi moderne e della polvere infume, due cose che avevano sconvolto il mondo delle armi e della balistica. La casa americana del pony Express si deve riconoscere abbia avuto in quegli anni idee o ancor più intuizioni geniali, molte delle migliori armi e munizioni nascevano a ciclo quasi circadiano dalla casa di New Haven; la cartuccia 243 Winchester è stata una di queste, in quel magico periodo del dopoguerra.
La cartuccia da 6 mm. era stata concepita da Warren Page un giornalista appassionato di armi e di balistica, gun editor negli anni ’50 della rivista americana “Field and Stream” diffusa ed apprezzata tra cacciatori e tiratori.
Warren Page aveva appena testato una cartuccia da 6 mm. derivata dal bossolo del 7 Mauser, era la “240 Souper Pooper” che però non lo aveva soddisfatto mostrando una eccessiva capacità che di fatto non era ben sfruttabile, così passò al bossolo del neonato 308 Winchester appena meno lungo e meno voluminoso, il collo ristretto a trattenere palle da .243”/6,17 mm. con perfetto rapporto tra capacità in polvere e peso della palla. La nuova 243 Winchester aveva molte eccellenti peculiarità balistiche.
Disponeva di una elevata potenza, ed era in grado di sfruttare soprattutto le polveri lente ed ottenere velocità prossime ai 1000 m/s con palle da 80 grs oppure circa 920 m/s con una palla da 6,5 grammi/100 grani adatta ai cervidi.
A caccia con il calibro .243 Winchester
La nuova 243 Winchester ebbe fin dal primo momento un entusiasmante successo e le promesse della Winchester venivano facilmente mantenute; i cacciatori ne erano entusiasti, perché i cervi dalla coda bianca, ma anche i Mule Deer, i mufloni, le capre di montagna e anche gli orsi neri erano abbattuti piuttosto pulitamente dalla piccola ma micidiale cartuccia.
Gli appassionati di “varminting”, la caccia ai nocivi diffusa in America, erano parimenti entusiasti, perchè coyotes, volpi e prairie dogs cadevano sotto i colpi della nuova cartuccia da 6 mm. che appariva precisa, micidiale e non sgarbata alla spalla, permettendo di vedere già nel cannocchiale quello che il colpo aveva sortito come effetto terminale.
Tecnicamente la cartuccia è ancora oggi a tutti gli effetti una soluzione balistica perfetta in ogni sua caratteristica; la radenza notevole, sufficiente con la palla pesante per tirare ben oltre le distanze abituali dei cacciatori nostrani, diventa eccellente, con le palle da 75/80 grani adatte per nebulizzare volpi e nutrie, senza temere troppo il disturbo del vento.
La potenza, se veicolata intelligentemente con palle pesanti e di buona struttura, abbatte in modo pulito caprioli e daini senza rovinare l'ottima carne, come già detto con palle leggere abbiamo una perfetta cartuccia per i nocivi di media mole nei tiri lunghi in spazi aperti.
Scheda tecnica della cartuccia .243 Winchester e dati balistici
Il bossolo della 243 deriva da quello del 308 Winchester, con una lunghezza finale di 51,94 mm., una evidente spalla di 20° ed il colletto molto ristretto in relazione al corpo, per trattenere una palla da .243” pari a 6,17 millimetri.
Il range di palle che può montare la cartuccia si estende dai 55 grani delle fragilissime palle varminter come la Nosler Ballistic Tip, fino alle pesanti palle strutturate oppure bonded da 100/105 grani; non dimentichiamo che uno dei fattori vincenti della 243 Winchester fu proprio la sua eccellente capacità di stabilizzare diversi pesi di palla, tramite un passo di rigatura di 1:10” e di impiegare proiettili di fatto tra 55 e 107 grs con buona precisione.
Le palle da 55 a 75 grani sono solitamente dedicate alla caccia ai nocivi, la struttura è quella più fragile, con mantelli molto sottili e incisi per favorire un effetto esplosivo all’impatto ed annullare i rimbalzi pericolosi.
Le palle da 80/90 grani sono solitamente appartenenti alla linea leggera hunting, dedicata alla caccia in montagna, per una eccellente radenza, esistono in questa fascia di peso, palle monolitiche e/o strutturate quindi penetranti, usabili anche su animali impegnativi, come le femmine di daino.
Le palle da 95 e 100 grani, sono spesso la miglior scelta per la caccia, ottime sul capriolo, infatti si limita la vuzero a circa 900 m/s, riducendo efficacemente i brutali effetti terminali sulla carne, dei calibri iperveloci.
Rimane ottima la capacità penetrativa di questi proiettili e con palle standard di tipo soft point il risultato balistico è eccezionale anche in tiri fino ai 300/350 metri.
Ricarica del calibro .243 Winchester
La cartuccia 243 è di fatto un “magnumino” con elevate prestazioni dinamiche e velocitarie legate direttamente alla buona capacità del suo bossolo.
Utilizzando palle pesanti trova il suo miglior rapporto combustivo con polveri progressive e molto progressive, del tipo della BP109, con palle medio peso da 75 a 95 grani impiega benissimo anche polveri di intermedia lentezza combustiva come la BP108.
Impiegando la lentissima BP109 ed inneschi magnum, si hanno ottime performances e pressioni non elevate, la polvere riempie il bossolo e per i dosaggi massimi richiede il drop tube, per un corretto riempimento, è inoltre consigliabile un medio crimpaaggio sulla palla. Soprattutto se dotata di solco zigrinato; anche la BP108, gradisce l’innesco magnum con il quale dà una migliore costanza.
La OAL della cartuccia finita è di circa 66,5/67 mm. come sempre è basilare considerare il profilo della palla e dalla configurazione della gola camera-anima della carabina.
Per esperienza diretta, possiamo osservare che le palle leggere da 70/80 grs solitamente danno rosate piuttosto strette se vengono spinte alle velocità massime, mentre le palle da 100 grani stringono decisamente se si mantengono le velocità vicine o solo di poco superiori ai 900 m/s.
Questa munizione è stata omologata a normativa CIP alla PMax di 4150 Bar.
Photo credits:
https://www.youtube.com/channel/UCLNZd89D1BCNl9dWHHW_Tqg
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