Storicamente lo stivale nasce come calzatura in cuoio ed è un capo di vestiario identitario, perché a indossarlo è il cavaliere visto che il mezzo di locomozione per eccellenza è il cavallo. Lo abbiamo sempre visto nei film di rievocazione storica, calzati sia da cavalieri che da militari, ma anche dagli esploratori o dai cacciatori bianchi nell’Africa nera di fine ottocento.
Lo stivale è un prodotto nato con l’intento di proteggere l’uomo, le sue gambe e piedi in questo caso, dalla natura circostante, dall’acqua, dal fango ma anche dai morsi di animali e insetti.
Già sul finire del l’800 e primi del ‘900, iniziano a diffondersi i primi stivali in caucciù (in realtà la prima produzione risale al 1850 grazie alla ditta Hodgman).
Aziende come Le Chameau inseriscono come innovazione anche la zip laterale per facilitare la calzata e migliorare l’aderenza all’arto. Ma è solo intorno agli anni ’80 del 900 che grazie ad aziende come Dunlop, si ripensa lo stivale in gomma.
Lo stivale viene reinventato come prodotto da utilizzare nelle attività all’aria aperta come l’agricoltura, ma viene rapidamente inserito nel circuito delle attività legate alla vita all’aperto come caccia e pesca. Lo scopo primario dello stivale è quello di risultare impermeabile all’acqua e proteggere dal fango tenendo all’asciutto il piede e la gamba.
Il problema temperatura viene risolto, inizialmente, o con il vestiario, non era cosa poco comune infatti che gli stivali invernali si acquistassero di una misura più grande per consentire di indossare calze più spesse e anche a due paia per volta, o con stivali termici per i climi più rigidi.
Se fino a qualche decennio fa lo stivale in gomma era un capo legato prettamente al mondo della pesca, della caccia e dell’agricoltura, con il passare degli anni si è diffuso un aspetto più democratico dell’uso degli stivali che sono diventati anche urban e non solo country. Tale aspetto ha contribuito a un’evoluzione del prodotto in termini di design, comfort, resistenza e materiali impiegati.
Fermo restando che il top di gamma è rappresentato dagli stivali in gomma naturale, mentre quelli in gomma sintetica rappresentano una fascia più economica presentando spessori ridotti, capacità di isolamento termico minori, comodità e facilità alla calzata basse e una resistenza ai fattori esterni piuttosto limitata.
Negli ultimi anni e soprattutto in ambito venatorio, le aumentate esigenze tecniche dei cacciatori, a seguito di un maggiore processo di specializzazione dell’attività venatoria, hanno portato le aziende di produzione a creare prodotti dedicati e mirati all'utenza in base alle proprie esigenze. Quindi meno prodotti generici e più specifici.
Pertanto se fino a 6 o 7 anni fa, quando si voleva acquistare un paio di stivali in gomma, si andava dal rivenditore di articoli per l’agricoltura e si compravano un paio di stivali marroni o verdi o al massimo antinfortunistici per i più esigenti, oggi ci si reca almeno in armeria o si cercano informazioni sui numerosi siti on line che offrono un vasto ventaglio di prodotti.
Prima di scegliere il giusto prodotto si deve valutare per quale tipo di attività esso è destinato. Se si preferisce fare una ricerca autonoma senza rivolgersi a negozi fisici o online che ci possano dare i giusti consigli, c’è da premettere che ci si inoltra in una piccola giungla.
Non sempre il fattore prezzo è esplicativo delle caratteristiche dello stivale che sarà magari ottimo per affrontare terreni innevati o ghiacciati ma non ottimale per terreni acquitrinosi e fangosi o boschivi, o magari non avrà il giusto grip o la necessaria comodità per lunghe camminate. Da questo punto di vista, se non si ha dimestichezza con il prodotto in questione, risulta essere un po’ difficile individuare lo stivale giusto per le proprie esigenze.
Pochissimi sono i siti che spiegano effettivamente le caratteristiche tecniche del prodotto attraverso le quali si può capire per quale tipo di attività venatorie sono utilizzabili; ancor meno i siti che offrono dei rating relativamente a resistenza alla vegetazione, traspirazione, isolamento termico, grip, ammortizzamento etc.
Se si vuole andare più sul sicuro, non temendo di spendere qualche euro in più che ci mette al riparo da possibili incomprensioni ed errori relativamente al prodotto scelto, ci si può tranquillamente rivolgere ai negozi specializzati per la caccia o per l’outdoor dove si troveranno persone qualificate ed informate sul prodotto giusto per le nostre esigenze. Altra alternativa è quella di farci consigliare da altri colleghi di passione che praticano lo stesso tipo di caccia e usano gli stivali in gomma.
Proviamo comunque a cercare di fare chiarezza in questo campo cercando di indicare quali caratteristiche considerare in uno stivale in base al tipo di caccia che si pratica.
La caccia all’aspetto in periodo invernale si effettua alla piccola selvaggina come allodole, tordi, colombacci.
Essa si svolge principalmente su terreni piani o leggermente collinari ed è abbastanza statica, se si esclude il tragitto per arrivare al posto e per tornare in auto.
Il periodo è quello autunno/inverno, si svolge di mattina presto o di pomeriggio fino all’imbrunire, si avrà bisogno in questo caso di stivali in gomma naturale, ma anche in pvc, che non affatichino l’arco plantare presentando una calzata morbida in grado di sostenere il peso del cacciatore.
In base alle temperature che si affrontano, dipende in che parte del paese ci si trova e in che località si caccia, sarà necessario acquistare degli stivali foderati in neoprene almeno da 3mm che conferiscono un certo isolamento termico, evitando la fastidiosa sensazione delle dita ghiacciate.
Se il cacciatore preferisce, invece, possedere un paio di stivali da utilizzare durante tutto l’arco della stagione, quindi anche nei mesi più caldi, acquisterà degli stivali non rivestiti e con poco spessore e rivestimento, integrandoli in inverno con calze termiche o di lana per aumentare il comfort.
Per scegliere lo stivale adatto per la caccia vagante in pianura che si effettua con il cane da ferma o da seguita, sarà necessario distinguere il periodo in cui si svolge e il tipo di vegetazione presente sul terreno.
Se si tratta di una caccia che si svolge nei primi mesi di apertura, settembre/ottobre, e si svolge su selvaggina come quaglie, starne e fagiani, lepri, presso medicai, campi coltivati a grano turco, stoppie etc...
Sarà sufficiente uno stivale in gomma, anche mista, non troppo rivestito per evitare surriscaldamento e sufficientemente morbido alla calzata; sarà provvisto di un buon ammortizzamento al piede senza essere troppo rigido in soletta, non necessiterà di avere cerniere o cinghie per restringere la calzata.
Si tratta di un prodotto che serve a proteggere più dalla guazza mattutina che dalla pioggia o dall’acqua, ma che in caso sarà valido anche per quelle situazioni.
Gli stivali non dovranno essere eccessivamente resistenti alla vegetazione in quanto quella che cresce in queste aree non è molto coriacea. Nel periodo invernale, invece, andando a beccaccini, ad esempio, sempre in pianura sia in terreno acquitrinoso che tra il grano turco tagliato o tra le canne, sarà necessario avere uno stivale con rinforzi in pvc sulle parti più vulnerabili, tibia e collo del piede, e un battistrada più rinforzato, ciò per evitare perforazioni, a livello plantare e della tibia, da parte della vegetazione.
Andando incontro al periodo invernale e ad un clima più rigido sarà consigliabile uno stivale foderato che mantenga un certo comfort interno. Consigliabile, in questi casi, anche la cerniera, la cinghia di restringimento o i modelli allacciati per evitare che la calzatura si sfili accidentalmente quando si incontra un terreno fangoso a causa del classico effetto ventosa.
Per chi pratica la caccia in palude, dovendo stare per lunghe ore in mezzo ad un ambiente umido e freddo, è consigliabile scegliere stivali che associno alla comodità, anche generosi spessori in neoprene, almeno 4mm, che isolino dal clima esterno e siano termici.
Per questo tipo di caccia potrebbe essere più consigliabile anche un buono stivale a coscia, soprattutto per chi decide di non restare intere ore seduto tra i falaschi o al capanno ad attendere l’arrivo delle anatre, ma decide di costeggiare i bordi della palude, magari in compagnia di un ausiliare, per insidiare qualche anatra, anche ferita, rimessasi nelle acque basse e tra la vegetazione palustre.
In questo caso lo stivale dovrà essere comodo e resistente alla vegetazione, canne e falasco in particolar modo, che una volta secchi possono provocare delle perforazioni nella gomma sia al livello plantare, e a questo proposito sarebbe opportuno inserire una lamina antinfortunistica, sia a livello di tibia e caviglia.
Premesso che per la caccia nel bosco, come in collina e montagna, con l’ausiliare il prodotto più consigliabile sarebbe il classico hunting boot in vera pelle, allacciato e a collo alto; è vero anche però che per comodità, spesso, molti cacciatori che vagano per i boschi nel periodo invernale e in giornate molto uggiose o piovose, preferiscono utilizzare stivali in gomma.
Il motivo è legato a due ordini di fattore il primo è sicuramente la facilità di pulizia dal fango dello stivale in gomma, rispetto allo scarpone di cuoio, il secondo è che quello in gomma copre la gamba fin sotto il ginocchio, proteggendola dall'acqua e dalle spine, mentre quello in cuoio arriva, solitamente, a metà gamba per i modelli più alti.
Per chi preferisce utilizzare uno stivale in gomma o PVC per la caccia nel bosco si consiglia di effettuare la scelta analizzando due caratteristiche in particolare. La prima dovrà riguardare per forza di cose il rinforzo e la robustezza nei punti critici dello stivale, perché la fitta e spinosa vegetazione del sottobosco tende a tranciare, perforare e segnare profondamente tutte le superfici, figuriamoci la gomma.
Secondo importantissimo aspetto sarà relativo alla capacità di ammortizzamento della suola che dovrà essere sufficientemente rigida, per offrire sostegno a piede e caviglia, a più strati per ammortizzare il peso, ma soprattutto con un’ottima capacità di grip per consentire di camminare su superfici estremamente scivolose e quasi sempre in pendenza.
Altro aspetto da non sottovalutare sarà la comodità della calzata, necessario per affrontare alcune ore di marcia. L’imbottitura interna è un optional da valutare a secondo del clima della zona che si frequenta abitualmente, in quanto, essendo una caccia in forte movimento, difficilmente si subiranno gli effetti del freddo.
Oggi trovare lo stivale giusto per le nostre esigenze venatorie non è difficile, perché grazie all’uso di internet, ai social, ai gruppi specializzati e anche ai buoni consigli dei negozi di prodotti outdoor e armerie, è possibile orientarsi abbastanza facilmente tra la miriade di prodotti presenti sul mercato.
Unico accorgimento è quello di capire bene per quale attività si utilizzerà lo stivale che si sceglie, perché uno stivale dalle alte prestazioni si adatta facilmente ad un’attività con poche sollecitazioni, viceversa ci potrebbe creare qualche difficoltà.
Uno stivale poco ammortizzato, ad esempio, può essere impiegato in una cacciata nel bosco o vagante con cane, ma dopo alcune ore di marcia potrebbe creare un affaticamento alle articolazioni e ai piedi e non avendo gli opportuni rinforzi si potrebbe danneggiare seriamente al contatto con la vegetazione ostica di quei luoghi al punto di divenire inservibile.
Così come uno stivale con scarso grippaggio in suola, adatto magari per capanno o per appostamento fisso, potrebbe risultare anche pericoloso se si affrontano terreni in pendenza, scoscesi e fortemente scivolosi. Per questo importante capo d’abbigliamento si consiglia, pertanto, di ascoltare i buoni consigli dei più esperti e di agire sempre con le idee chiare e con il nostro bagaglio d’esperienza.