Terminata la stagione di caccia ogni cacciatore non può fare altro che vivere nell’attesa della nuova apertura. Questo periodo di tempo è vissuto in modo diverso dal cacciatore cinofilo, che sa bene che i cani non possono essere lasciati a oziare nei box.
Sa inoltre che una forma di allenamento non potrebbe far altro che bene alla loro salute psicofisica. Infatti, è importante ricordare che il nostro ausiliare è un atleta e come tale dovrà essere allenato e stimolato.
L’allenamento migliore è quello costante
Il “fermo obbligato” altro non è che un errore comune non voluto, per disattenzione, poco tempo disponibile e momentaneo disinteresse vista la mancanza della parte prettamente venatoria, ma i nostri cani da caccia hanno le loro necessità ed è fondamentale tenerli allenati, anche nei periodi dove la caccia è chiusa.
Tanti si ricordano di portare fuori il proprio compagno solo qualche giorno prima della riapertura, ma il caldo, visto che siamo in estate, e la pessima forma fisica, conseguenza dello stop “forzato”, produrranno solo cani stanchi, affaticati e poco concentrati.
C’è poi da tenere in conto che, in tutti i canili, c’è sempre un cucciolo o cucciolone in attesa di muovere i primi passi, oppure continuare e completare un qualcosa che si era iniziato durante la stagione venatoria.
Il periodo migliore per allenare il cane da caccia
La primavera è il periodo ideale per allenamento ed eventuale addestramento dei cani da caccia.
Le condizioni climatiche infatti sono ottimali e l’arrivo dei migratori rappresenta la scuola più desiderabile per i cani da ferma. Le quaglie, anche se provate dalla lunga traversata, opporranno alta resistenza anche ai cani più tenaci, ma ahimè, negli ultimi anni di certo la loro migrazione non è né costante né tanto meno cospicua.
Cosa sono le Zone di Addestramento Cani: Z.A.C.
Per ovviare a ciò si può tranquillamente contare sulla presenza su tutto il territorio nazionale di diverse Z.A.C: zone addestramento cani.
Terreni in cui allenare i nostri cani con la certezza di incontrare il selvatico perché precedentemente liberato. In alcuni casi è possibile anche l’abbattimento dello stesso, quindi una forma di caccia più ristretta per tempi e modi, ma che risulta un’ottima palestra come alternativa alla solita routine di un terreno libero dove la possibilità di incontro è aleatoria.
Da quanto detto ne possiamo dedurre che il cane maturo continuerà la sua stagione venatoria senza il reale stop governativo.
Il cucciolone avrà altre possibilità di apprendimento, terreni nuovi con i quali confrontarsi, selvatici sempre presenti e costanti.
Nel caso in cui si voglia completare l’azione di caccia con l’abbattimento, si provvederà in questo modo ad addestrarlo alla correttezza al frullo prima, e dopo di ciò, al recupero e riporto del selvatico.
Quest’ultima fase è particolarmente utile se il cane all'inizio è stato restio a riportare il selvatico abbattuto, o nel caso in cui il cucciolone in precedenza non sia mai stato addestrato a questa ultima operazione.
L’importanza dell’addestramento del cucciolo
Un discorso diverso va fatto per i cuccioli, cani che vanno dai 6 a 18 mesi di età, che sono quindi nel loro periodo ideale per l’apprendimento. A loro si aprirà un mondo nuovo, tante scoperte che poi diventeranno la normalità.
Mentre la parte introduttiva per l’addestramento del cucciolo, cioè l’educazione e nello specifico il seduto, il terra, il resta, il vieni, saranno state già apprese e utilizzare da conduttore e ausiliare, nella ZAC si vedrà invece come il nostro giovane allievo inizierà a muovere i primi passi sui nuovi terreni, il collegamento col padrone, il comportamento all’emanazione del selvatico, sia per i cani da ferma che da cerca, e l’eventuale ferma per i primi.
Il tempo sarà sempre breve, ma la presenza sicura del selvatico farà esprimere rapidamente la venaticità del soggetto, il modo di interagire con l’ambiente e il selvatico, a lungo andare il corretto approccio e la sicura conclusione dell’azione di caccia.
Il cane come atleta
La ZAC non è solo un luogo di allenamento e addestramento per cuccioli, cuccioloni o cani adulti, ma è anche il posto in cui nei mesi di chiusura della caccia, tanti sportivi esercitano la loro passione nelle Prove di Caccia anche su selvatico abbattuto.
Da qui nascono alcune differenze sostanziali: ci sono le “garette” amatoriali della domenica, quanto altre tipologie di competizioni che invece vengono certificate da regolamenti ad ok per Prove di Caccia di livello Regionale, Nazionale ed anche Internazionale, tra cui la più importante è la Prova di Caccia Sant'Uberto.
Il cane ideale per le prove di caccia all’interno delle Zac altro non deve essere che un buon soggetto da caccia e nulla più, un cane che deve dimostrare sul terreno le sue doti migliori di cerca e poi mettere in pratica tutte le altre cose che gli si sono fatte apprendere, le più importanti saranno il recupero e riporto “alla mano”.
In fondo è come essere a caccia, quindi è inutile pensare che essendo il selvatico immesso al momento, di sicuro verrà trovato.
Le gare cinofile per cani da caccia
Frequentando le prove si nota subito che le diverse emanazioni dei molti selvatici immessi e la presenza di altri cani possono mandare in confusione anche il più smaliziato dei cani da caccia.
L’allenamento e l’addestramento di tale soggetto sarà continuo, con lo sguardo puntato al massimo rendimento nel breve tempo possibile, perché le prove hanno una durata massima intanto, ma questo tempo predefinito può essere anche una motivazione in più per il cane da gara, volenteroso di arrivare al risultato finale il più presto possibile per avere la sua ricompensa che sarà l’incontro e l’abbocco.
La possibilità di portare cuccioli e cuccioloni nelle ZAC può farci valutare l’opportunità di prepararlo ad una vita agonistica e non solo venatoria. Questo se le caratteristiche psicofisiche espresse dal soggetto saranno ideali per affrontare questa tipologia specifica di addestramento e godere del nostro fedele compagno non solo durante la sola stagione di caccia, ma affrontare il terreno insieme in qualche prova, anche solo per mettersi in gioco con altri appassionati.
Pro e contro delle Z.A.C.
Detta così si potrebbe ben dire che la Z.A.C. ha solo i pro nelle sue caratteristiche di base, questo se trattato come un discorso per sommi capi.
Relazionandosi più da vicino però dovremmo mettere in conto che, in una singola giornata, potrebbero utilizzare quello stesso campo diversi soggetti e aver liberato altrettanti selvatici. In pratica il nostro cane potrebbe trovare sul suo cammino un’infinità di “distrazioni”.
Cuccioli e cuccioloni, partendo dal presupposto che debbano incontrare, troveranno giovamento da un’allenamento/addestramento senza eccessi in quest’ambito.
Tanti colleghi cacciatori portano i loro soggetti poche volte nelle ZAC, giusto o sbagliato che possa essere, per ovviare alla presenza massiccia di altri colleghi. A mio avviso per ovviare al problema basta andare nei giorni feriali o la mattina presto.
Un’altra distrazione potrebbe essere la presenza sul terreno vicino, se sono presenti più campi o terreni adibiti, di altri binomi cane/cacciatore; il cucciolo/cucciolone o il cane poco educato/addestrato potrebbe allungare a disturbare il vicino.
Un altro problema da tenere sempre a mente è il disturbo arrecato dallo sparo di un vicino che potrebbe far distrarre il nostro cane, oppure, come capitato a me, spaventare inevitabilmente il cane per l’improvvisa deflagrazione.
In conclusione: conviene allenare il cane in una ZAC?
Diciamo di sì ma con moderazione. Sì perché per il cane, cucciolo, cucciolone o adulto che sia, e il cacciatore sarà come non essersi mai fermati, quindi un allenamento continuo e con cui mantenere quel collegamento cane/conduttore utili nelle future battute di caccia vera e allo stesso tempo continuare a imparare uno dall’altro.
La moderazione può essere dovuta per esempio, come dicevamo prima, alle distrazioni dovute alla presenza di altri soggetti che potrebbero far emergere vizi nei nostri soggetti, come soffermarsi di continuo sulle loro minzioni o altro.
Liberare sempre le quaglie potrebbe influenzare il portamento durante la cerca, abituando il cane a cercare a testa bassa e non a testa alta come previsto nei vari standard di razza.
La possibilità di avere starne, coturnici o fagiani, aprirà però nuove strade ai nostri cani, i quali modificheranno il metodo e la tipologia di cerca, acquisendo così un nuovo modo di relazionarsi con selvatici pedinatori instancabili, il fagiano tra tutti, e conosceranno selvatici che probabilmente non sono mai stati incontrati prima, scongiurando così spaventi improvvisi durante le future azioni di caccia.
Costanza e perseveranza sono la base per plasmare un buon cane da caccia, ma anche da prova, però bisogna evitare di viziare un soggetto con comportamenti errati dalla valutazione del conduttore.
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