È una caratteristica che sta a cuore a balistici e cacciatori, fondamentale per ottenere buoni risultati a caccia. Scopriamo i fattori che la determinano.
La letalità delle cartucce da caccia è un elemento fondamentale per garantire abbattimenti puliti e rispettosi della selvaggina. Ogni cacciatore sa che la distanza di tiro influisce in modo determinante sull'efficacia del colpo. Ma quali fattori balistici entrano in gioco? In questo articolo analizziamo due parametri chiave: la capacità di penetrazione residua e la densità della rosata. Inoltre, esploreremo come diversi materiali dei pallini influiscono sulle prestazioni alle varie distanze.
Il primo è la capacità di penetrazione residua nella selvaggina alla distanza di impatto, considerando protezioni passive (penne e piume), legata alla velocità residua sulla preda e alla durezza e sfericità del pallino. Questo parametro è largamente influenzato dalla densità del materiale usato per realizzare i pallini e dalla ritenzione della sfericità. Quest'ultima determinata dalla durezza del pallino e dalla capacità ammortizzante protettiva della borra e nel caso dei bossoli B&P, dal Gordon.
Il secondo fattore balistico fondamentale è la densità della rosata, quindi il numero di ferite inferte alla preda. Il numero delle ferite dipende dalla rosata, quindi dalla strozzatura e dalle caratteristiche tecniche della cartuccia stessa.
La penetrazione sulla preda dipende molto dalla densità ed energia residua del pallino, quindi entrano in gioco con grande effetto i diversi materiali che variano il peso/massa del pallino. Vediamone allora caratteristiche ed effetti.
La portata dei diversi materiali
Con il piombo la densità del materiale Pb al 2% di antimonio è di 11,16 gcc la balistica che tutti conosciamo ci dice che la portata massima è tra i 45/47 metri.
Con il ferro, anche denominato steel o acciaio, che ha una densità bassa di 7,8 gcc la miglior balistica ottenuta con alte vuzero in cartucce HP (430/440 m/s) ci porta una efficacia certa non oltre i 35/36 metri.
Con il rame, ottimo elemento con densità di circa 9,1 gcc la balistica migliore aiutata dalla buona sfericità dei pallini più duri del piombo si spinge fino ai 40/42 metri.
Con il bismuto, materiale eccellente, perché denso, con circa 9,6/9,7 gcc e duro quanto il piombo, usabile con borraggio tradizionale, la portata massima è simile al rame, 40/42 metri.
Infine il tungsteno con le varie densità che vanno da 12 a 18 gcc abbiamo portate maggiori del piombo, che oscillano tra i 50 e 60 metri in base al tipo e densità.
Esempi pratici di utilizzo a caccia
Come già detto all'inizio, la letalità delle cartucce a caccia è un elemento fondamentale, perché ottenere abbattimenti puliti è una condizione indispensabile per ogni cacciatore.
Il piombo si è affermato come materiale perché coniuga perfettamente qualità eccellenti e costo accessibile ma, non può essere utilizzato in alcune zone, soprattutto in aree umide.
Facendo un esempio pratico, nella caccia agli anatidi, dove la distanza media di tiro è maggiore e la resistenza dei selvatici è alta, il rame e il tungsteno sono particolarmente indicati grazie alla loro densità superiore. Al contrario, per la piccola selvaggina a distanza ravvicinata, l’acciaio può rappresentare un’alternativa economica valida.
Il bismuto vede la sua forza nella possibilità di essere utilizzato ovunque, anche con borra in feltro, non necessitando quindi di canne gigliate o particolari strozzatori.
La scelta della cartuccia ideale dipende dal tipo di caccia, dalla distanza e dalla selvaggina. Il piombo resta un’ottima scelta laddove consentito, mentre il tungsteno rappresenta il top delle prestazioni per tiri a lunga distanza. Valutare attentamente questi fattori può fare la differenza tra un colpo efficace e un’occasione mancata.
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