Ammettiamolo, e vale per qualsiasi tiratore, non c’è nulla di più fastidioso del vedere un piattello che se ne va indenne dopo avergli sparato. Lo 0 può essere ancora più demotivante se arriva inaspettato durante un’ottima serie.
Dopo ogni errore bisogna sempre ripartire e rimediare, ma forse è ancora meglio se evitiamo per quanto possibile di trovarci in queste situazioni.
Ma come possiamo diminuire i nostri errori e rompere più piattelli?
Un domanda che tutti i tiratori di Skeet, Trap e Sporting si pongono in continuazione. Perché se rompere un piattello non è semplice, romperne molti in modo costante è difficile, molto difficile!
Per rompere più piattelli, uno dopo l’altro, serve sicuramente pratica e spesso l’aiuto di un buon istruttore, ma possiamo anche migliorare le nostre serie evitando alcuni frequenti errori e seguendo questi utili consigli che abbiamo selezionato dopo aver consultato tiratori internazionali B&P come Riccardo Filippelli (Medaglia d’oro e record del mondo ISSF nello Skeet), Alessia Iezzi (Medaglia d’oro ISSF nel Trap) e Gebben Miles (Tre volte Campione del PSCA Tour).
Iniziamo!
Migliora la tua tecnica d’imbracciata del fucile
Il piattello lo iniziamo a rompere da quando cominciamo ad alzare le canne del fucile, prima ancora di chiamarlo.
Si tratta di un momento di preparazione spesso trascurato dai tiratori amatoriali, ma che in realtà determinerà la perfetta esecuzione dei nostri tiri.
Per quanto riguarda il piattello fossa Olimpica o Universale, quando imbracciamo il fucile e lo portiamo alla spalla dobbiamo puntare le canne in un punto coincidente e leggermente più alto dell'origine del lancio, attraverso il quale sappiamo che dopo un attimo passerà il nostro bersaglio.
Da questo punto in poi sarà necessario intuire e seguire la traiettoria del lancio sopravanzando il bersaglio e sparando con l'anticipo che riteniamo necessario in base all'angolo e alla velocità del piattello, possibilmente senza strappare e senza fermare le canne del fucile nel momento dello sparo.
La fucilata in questo modo avrà rispetto alla posizione del piattello il vantaggio spazio-temporale necessario per consentire ai pallini di arrivare sul bersaglio in perfetta coincidenza di tempo e posizione.
Nella posizione iniziale dello Skeet e anche nel Percorso Caccia, a differenza del Trap, le canne con arma non imbracciata devono essere indirizzate in un punto del lancio del nostro bersaglio in cui cercheremo di intercettarlo.
In questo modo l'arma non dovrà compiere grossi spostamenti ma sarà sufficiente farla salire alla spalla ed allineare l'occhio alla bindella per essere molto prossimi al punto in cui intendiamo mirare e sparare per colpire il nostro piattello.
Fondamentale nel Trap che il calcio sia perfettamente posizionato e saldo alla spalla, così quando daremo il pull e seguiremo il piattello, ruotando il busto, eviteremo di muovere troppo il fucile e di staccare il viso dal suo appoggio sul calcio stesso.
Per migliorare questa fase di preparazione è molto utile fare delle prove di imbracciata e preparazione alla chiamata del piattello con il fucile scarico, sia a casa sia al campo da tiro.
Questo allenamento in bianco sarà utilissimo per acquisire familiarità e scioltezza nel movimento di salita del fucile alla spalla e del suo puntamento. Due operazioni distinte e importantissime che, con adeguata pratica, si possono fondere in un'operazione unica molto fluida e facile da compiere con naturalezza.
Spara con entrambi gli occhi aperti (se possibile)
Nel tiro al piattello nella maggior parte dei casi è consigliabile sparare con entrambi gli occhi aperti. Il motivo è molto semplice e, allo stesso tempo, spiega e motiva perché alcuni tiratori sparano chiudendo un occhio (giustamente!).
Le nostre percezioni visive si basano su informazioni raccolte dai nostri occhi che poi vengono elaborate dal cervello. Quindi quello che vediamo è sì la realtà ma si tratta di una realtà che dipende sempre e comunque da nostre percezioni. Inoltre i nostri occhi, sebbene abbiano la stessa funzione, non lavorano entrambi allo stesso modo.
Nel momento in cui seguiamo un piattello o puntiamo un qualsiasi oggetto, solo uno dei nostri occhi sarà allineato al nostro bersaglio. Questo è il nostro occhio dominante.
L’altro occhio serve invece per visualizzare il bersaglio, lo spazio percorso nella sua traiettoria e raccogliere informazioni aggiuntive come ad esempio estendere il campo visivo e conferire tridimensionalità.
Con queste premesse ecco perché sparare con entrambi gli occhi aperti sia un chiaro vantaggio. Possiamo sicuramente sparare e centrare il piattello seguendolo solo con il nostro occhio dominante, ma saremo svantaggiati perché:
- Limiteremo il nostro campo visivo e vedremo più tardi i piattelli che verranno lanciati alla nostra sinistra.
- Perderemo preziose informazioni che l’occhio non dominante raccoglie e ci aiutano a stimare la distanza, la traiettoria e quindi l’anticipo da dare ai piattelli.
Ma allora perché alcuni tiratori sparano con un occhio chiuso?
Spesso il nostro occhio dominante è il destro se siamo destri, o il sinistro se siamo mancini. In questo caso per noi sarà perfettamente naturale allineare il nostro occhio dominante alla bindella del fucile e quindi al mirino, per inseguire i piattelli.
Ma non è sempre così, infatti può capitare che il nostro occhio dominante, anche se siamo destri, sia il sinistro.
In questo caso le cose si complicano, perché tendiamo ad inseguire il piattello con l’occhio sinistro che non sarà, per forza di cose, allineato alla bindella del fucile come il destro.
Molto difficile, se non impossibile, se siamo destri impugnare il fucile come i mancini, quindi quali sono le soluzioni?
Alcuni tiratori scelgono di abituarsi a chiudere il sinistro e quindi sfruttare solo il destro anche se questo non è l’occhio dominante. Si può sempre fare e con la pratica diventerà abitudine.
Un’altra soluzione più raffinata è seguire il piattello con entrambi gli occhi aperti per raccogliere il maggior numero di informazioni e quindi poco prima di indirizzare il colpo chiudere il sinistro.
Entrambe le soluzioni sono valide perché con la pratica e l’allenamento siamo in grado di rimodulare la “dominanza” dei nostri occhi, bisogna solo sperimentare entrambe le tecniche e valutare quella che ci darà più confidenza.
Ottimizza ed estendi la rotazione del busto per inseguire i piattelli più angolati
Nel tiro a volo i piattelli si seguono ruotando il busto e quindi portando automaticamente le canne del fucile sul piattello con il giusto anticipo.
Piattelli molto angolati e che compiono traiettorie uscenti dal nostro campo visivo e di tiro, richiederanno per colpirli rotazioni del busto più accentuate, estese ed ampie.
Per farlo dobbiamo assicurarci che la posizione delle nostre gambe in pedana sia corretta e ci permetta di ruotare il busto abbastanza per seguire con facilità i piattelli.
Se non ruotiamo abbastanza il busto nella fase terminale di aggancio del bersaglio, tenderemo a portare le canne del fucile sul piattello utilizzando solo le braccia, e, così facendo, perderemo l'equilibrio e la nostra posizione ideale per ottenere il miglior allineamento sul piattello nell'attimo del tiro.
Una rotazione rapida e completa del busto ci permetterà di inseguire anche piattelli molto difficili e veloci. Un esempio è il difficile e ostico piattello lepre nel Compak & Sporting.
Comprendere se le gambe sono posizionate bene è semplice. Se sei destro, prova ad inseguire un piattello immaginario che attraversa tutta la tua linea di mira. Quando avvertirai una torsione al muscolo dietro la coscia della gamba sinistra significa che sei arrivato al limite della rotazione del busto.
Ferma il fucile e valuta dove sei stato in grado di arrivare se l’angolo di rotazione è troppo scarso significa che devi correggere leggermente la posizione delle gambe e soprattutto dei piedi per favorire una maggiore rotazione del busto in quella direzione.
Tieni sempre giù la testa (anche dopo aver sparato!)
La testa deve scendere “dritta come un fuso” sul calcio del fucile senza inclinarsi finché l’occhio non sarà perfettamente allineato alla bindella e al mirino.
Non bisogna inclinare la testa per farlo perché altrimenti saremo convinti di indirizzare il colpo in un determinato punto ma le canne punteranno in una direzione diversa!
La corretta posizione della testa deve essere mantenuta fino a qualche istante dopo aver lasciato partire il colpo.
Molti tiratori curiosi di vedere la rottura del piattello o semplicemente per capire dove hanno indirizzato il colpo tendono a sollevare la testa qualche frazione di secondo prima di premere il grilletto. Questo impatta in modo negativo l’allineamento con il bersaglio e tende a far sparare molto basso.
Oppure, eventualità non rara come si crede, può capitare che per prepararci al rinculo del fucile inconsciamente ci irrigidiamo o modifichiamo la posizione della testa, ancora prima di lasciare partire il colpo. O ancora il contraccolpo del fucile causerà uno sbilanciamento di tutto il corpo rendendo molto difficile il recupero con il secondo colpo sul piattello mancato.
In tutti i casi il puntamento del fucile sul piattello perderà di precisione ed efficacia.
Quindi dovremo innanzi tutto preoccuparci di assumere una posizione leggermente sbilanciata in avanti per attutire e contrastare l'effetto del rinculo dell'arma.
Inoltre sarà particolarmente positivo creare una perfetta giunzione tra fucile, guancia, spalla e braccia così che il puntamento delle canne risulti rapido, fluido e naturale perché consentito dalla semplice rotazione del corpo e dell'arma solidamente e intimamente collegati.
Sarà molto utile anche chiedere l’aiuto di un osservatore o di un istruttore per capire dove indirizziamo il colpo e come correggere eventuali difetti di puntamento.
Infine dovremo fare molta pratica per abituarci a sparare senza sbilanciarci nonostante il rinculo del fucile e a realizzare un efficace e naturale puntamento anche dopo aver sparato la prima canna.
Non aspettare troppo prima di tirare il grilletto
Alcuni tiratori, per la loro tecnica di tiro, tendono a “fulminare i piattelli” quasi con un tiro di stoccata appena escono dalla buca. Si tratta di una tecnica di tiro molto spettacolare e sicuramente valida ma non adatta a tutti.
Perché altri tiratori hanno una tecnica di ingaggio più fluida e riflessiva, tendono ad aspettare il piattello, seguirlo e quindi dando il giusto anticipo lasciano partire il colpo.
In questo caso però il rischio è di aspettare troppo tempo prima di premere il grilletto. Nella maggior parte delle discipline del tiro a volo è proprio il tempo che impieghiamo a puntare sul piattello e sparare a determinare il successo o l’insuccesso.
I pallini che lanciamo all’inseguimento dei piattelli perdono molta velocità ed energia all’aumentare della distanza e per rompere i piattelli ormai lontani dovremo essere sicuri di centrarli con abbastanza pallini.
Oltre a questo nei lanci dove abbiamo a disposizione il secondo colpo per eventuali recuperi, attendere troppo per la prima canna renderà la seconda molto meno efficace perché dovremo fare un tiro ai limiti della portata balistica.
Automatizza tutti i tuoi movimenti ed elimina quelli non necessari
Il tiratore che prende più piattelli è quello che si muove meno.
Per rendersene conto basta seguire le competizioni internazionali di tiro a volo per vedere tiratori che sembrano muoversi come macchine o robot. Come riescono a farlo?
Il primo fondamentale step è quello di eliminare tutti i movimenti che non servono oppure che inconsciamente facciamo quando puntiamo e spariamo ai piattelli con il nostro fucile.
In questo caso è imprescindibile l’aiuto di un istruttore qualificato che osservandoti saprà valutare cosa si può migliorare e darti preziosi consigli. Ogni tiratore spara in modo differente e quindi è impossibile e sbagliato dare dei consigli generali in tal senso.
A questo punto compresi quali sono i movimenti più giusti e necessari per la tua tecnica di tiro servirà molta pratica e allenamento.
L’obiettivo questa volta è automatizzare tutte le varie fasi del tiro; dall'imbracciata al puntamento dei piattelli fino alla conclusione del colpo.
Questa è la parte difficile!
Più riuscirai ad automatizzare i movimenti corretti più sarà facile rompere piattelli perché non dovrai più pensare “sto facendo la cosa giusta?”, ma semplicemente lo saprai già.
Un po’ come quando impariamo a guidare la nostra auto, all’inizio ragioniamo su tutte le azioni dal mettere una semplice freccia al cambiare marcia, poi con l’esperienza diventeranno tutte azioni automatiche e saremo concentrati solo sul “guidare”. Ti ricorda qualcosa?
Cambia cartucce da tiro
A prescindere dall’esperienza del tiratore se vogliamo rompere più piattelli è importante anche capire quando e perché decidere di cambiare cartucce da tiro.
Tiratori con esperienza e una tecnica di tiro ben consolidata sbagliano poco e la differenza la fanno sempre quei due o massimo tre piattelli sfuggiti. In questi casi gli 0 sono dovuti a piccoli ed impercettibili errori di mira che magari portano la colonna di pallini a sfiorare il piattello.
Allora scegliere cartucce da tiro più prestazionali, progettate appositamente per limitare quanto più possibile questi piccoli errori e aiutare il tiratore, vale sicuramente la pena.
Al contrario spesso si afferma che per i neofiti del tiro al piattello servono cartucce quanto più economiche possibile. Ma è davvero così?
Consideriamola una mezza verità!
Non ha sicuramente senso per un neofita o per chi è alle prese con i primi piattelli sparare cartucce da competizione. Primo perché in questo caso non faranno la differenza, secondo perché si tratta di una spesa non necessaria. Meglio investire in un ottimo istruttore!
Tuttavia chi inizia il tiro a volo si trova anche in una situazione davvero delicata. Da una parte dovrà apprendere tutti i movimenti necessari per puntare, inseguire e rompere i piattelli, dall’altra familiarizzare con il proprio fucile.
Cartucce troppo economiche potrebbero rendere più complesso tutto il processo di preparazione e apprendimento al tiro e vanificare, in alcuni casi, i nostri sforzi per un'inadeguatezza balistica e per una troppo scarsa qualità delle rosate.
Nella scelta delle cartucce con cui iniziare l'attività tiravolistica tutti dovrebbero in primo luogo affidarsi ad un produttore serio e ben conosciuto per la qualità del proprio prodotto. Le cartucce di buona qualità, anche se di tipo mediamente-economico, assicurano sempre un rendimento balistico perfetto e sufficiente per assicurare la rottura di tutti i bersagli colpiti.
Prima di fare modifiche importanti alla tua arma consulta un istruttore
Qui entriamo in un “campo minato” che può essere la rovina in termini di spese e piattelli mancati per qualsiasi tiratore.
Impossibile negare il fatto che alcune modifiche al fucile sono strettamente necessarie per adeguarlo alla nostra fisionomia e tecnica di sparo.
Infatti dopo aver acquistato un nuovo fucile sarà un armaiolo con esperienza a fare delle prime modifiche per far calzare il fucile sul tiratore ed allinearne perfettamente il calcio, cercando la perfetta collimazione del punto mirato con quello effettivamente posizionato al centro della rosata.
Non è opportuno fare modifiche fino a che il tiratore non sia a suo agio con la nuova arma e la sua nuova o modificata tecnica di sparo sia ben assimilata, automatizzata e costante.
Solo a questo punto infatti sarà possibile scegliere con criterio alcune modifiche o aggiustamenti da provare perché si avrà immediata conferma del loro successo o insuccesso. Sarà più semplice capire cosa si è sbagliato e tornare indietro se necessario.
Inoltre, in questi casi, è preferibile affidarsi sempre al consiglio di un istruttore perché guardandoti saprà anche segnalarti modifiche a cui tu non avresti mai pensato o valutato.
E' basilare che l'attenta osservazione del tiratore con l'arma imbracciata, avvenga sia in bianco simulando l'attività di sparo, sia in pedana, da fianco o da dietro, per sincerarsi che durante lo sparo il tiratore non assuma posizioni o movimenti che non erano visibili durante la semplice imbracciatura.
Per concludere modifiche al fucile devono essere sempre valutate con attenzione anche perché possono stravolgere automatismi e movimenti per i quali hai speso molto tempo e pratica.
Devono essere inoltre anche reversibili per poter retrocedere se si avverte di aver compiuto una modifica sbagliata o comunque inadeguata.
Cos’è per te il tiro a volo?
Non è un consiglio ci dirai, ma abbiamo deciso di lasciarlo per ultimo perché invece lo è ed è molto importante saper rispondere a questa domanda, o almeno provarci.
C’è chi si appassiona al tiro al piattello ma preferisce considerarlo come un passatempo, magari per passare pomeriggi al Tav tra amici e divertirsi. A volte senza nemmeno la pretesa di competere in gare o mettersi alla prova. Non c’è nulla di sbagliato ma anzi è un modo davvero bello di vivere questo sport!
C’è invece chi rimane appassionato dalla vera “essenza sportiva” del tiro a volo che come tutti gli sport ci porta, a livello agonistico, a metterci alla prova ed allenarci per capire come e quanto possiamo superare i nostri limiti.
Per questo diventa così divertente allenarsi e la soddisfazione quando chiudiamo la nostra serie con 25/25 impagabile. Se poi arrivano le prime vittorie non vedremo l’ora di metterci ancora alla prova!
Come tutti gli sport non esiste un modo giusto per praticarlo, perché dovrai semplicemente fare quello che per te è più divertente!
Lo abbiamo lasciato per ultimo proprio per questo, perché ti aiuterà a prendere le decisioni più difficili e sfruttare al meglio anche i consigli che hai letto in questo articolo o leggerai in altri.
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