Se sei un amante dei viaggi probabilmente ti sarà capitato di guardare alla televisione o di vedere online alcune immagini di quest’avventura. Per qualche istante avrai immaginato l’emozione di salire i gradini di ferro di quei vagoni rossi e neri, oppure di scenderli alle porte del Mar del Giappone: a me era successo.
Da dove iniziare un viaggio lungo 9.288 chilometri?
Immaginare è facile ma, prima di iniziare a programmare questa avventura, secondo me è fondamentale intraprendere un altro viaggio, più breve, ma assai più complicato: un viaggio interiore.
Perché la Transiberiana o Transmongolica, approfondiremo dopo la differenza, che affronterai sarà lunga e faticosa. Per questo, da subito, è importante definire quali sono le tue aspettative ed i tuoi bisogni. Prima di programmare quindi, è necessario comprendere a quali confort si è disposti a rinunciare, per evitare di trasformare questa splendida avventura in un possibile calvario.
Nel mio caso, e in quello di Francesco e Filippo, i miei compagni di avventura la risposta fu integralista: terza classe, siamo pronti a rinunciare a tutti i confort.
Transiberiana fai da te? Si può fare!
Quando a 23 anni decidemmo di intraprendere quest’avventura, nella nostra mente lo scoglio più grande da superare era il costo, allora facemmo di necessità virtù e ci prendemmo la briga, ed il gusto, di organizzare ogni tappa in modo autonomo.
Questa a mio avviso fu la miglior scelta che avremmo potuto prendere perché portò con sé numerosi vantaggi, li riassumerei con una sola parola: serendipità.
Infatti, non avendo nessuna tappa intermedia scelta in precedenza, avremmo potuto goderci il viaggio come un flusso. In questa guida cercherò di darti dei consigli utili in base a quella che è stata la mia indimenticabile esperienza.
Transiberiana o Transmongolica? Decidi le tappe
Prima di iniziare la programmazione dovrai decidere quale itinerario percorrere. È importante fare una premessa: la Transiberiana non è un treno ma una linea ferroviaria che inizia a Mosca e termina a Vladivostok, la cittadina più orientale della Russia che si affaccia sul mar del Giappone.
La Transiberiana “classica” inizia e finisce in queste due località.
Tuttavia, è possibile deviare e percorrere un’altra tratta, come ad esempio la Transmongolica la quale, compiendo una deviazione ad Ulan-Udė, si dirige verso Pechino attraversando la Mongolia.
La scelta dell'itinerario è strettamente personale.
Certamente la Transiberiana porta con sé il fascino di poter completare il percorso storico presentato nel 1900. Tuttavia la Mongolia è uno dei Paesi più belli che abbia mai visitato quindi, potendo tornare indietro nel tempo, sceglierei nuovamente la Transmongolica.
Dopo aver scelto quale itinerario percorrere potrai iniziare finalmente con la programmazione vera e propria!
Burocrazia prima di partire: cosa considerare
Le prime due questioni fondamentali sulle quali dovrai concentrarti sono: prenotare i biglietti aerei e richiedere i visti con largo anticipo.
Visti cosa bisogna sapere e come comportarsi
Richiedere i visti necessari non è semplice e richiede molto tempo, per questo ti consiglio di iniziare con almeno 4 mesi di anticipo rispetto alla data di partenza, in modo da evitare spiacevoli imprevisti.
Infatti, se sceglierai la Transmongolica, dovrai richiedere ben 3 visti per Russia, Mongolia e Cina.
Il tuo passaporto ed i moduli necessari dovranno essere inviati per posta alle tre ambasciate. Ti consiglio di affidarti ad un’agenzia accreditata specializzata in queste pratiche perché se, anche solo per errore, ti venisse negato un solo visto saresti costretto a rimandare il viaggio o modificare l’intero itinerario.
Scegliendo questa opzione dovrai sostenere una spesa leggermente più alta rispetto ai soli costi dei bolli, ma il servizio svolto a mio avviso lo merita.
1° consiglio: le ambasciate potrebbero richiederti delle prenotazioni di alberghi per ottenere il visto.
A noi venne richiesto per ottenere il visto cinese.
In questo caso ti consiglio di effettuare qualche prenotazione con cancellazione gratuita, le piattaforme su cui farlo sono molte ed in questo modo otterrai il visto ma potrai decidere con calma (e senza penali) le destinazioni dei tuoi pernotti.
Quando viaggiare
Un elemento fondamentale di tutta la programmazione lo ricopre la stagione nella quale deciderai di viaggiare. In inverno infatti la Siberia può raggiungere e superare i -40°, questo complicherebbe notevolmente tutte le tue scelte, bagagli e abbigliamento compresi.
Noi viaggiammo nel periodo compreso tra fine luglio e metà agosto, trovando un caldo piacevole per tutto il viaggio, ad eccezione della Cina a causa dell’inevitabile smog.
Per scegliere il periodo in modo consapevole un tool può tornarti molto utile, io utilizzo “weatherspark” per approfondire l’andamento delle stagioni in tutto il Mondo. A portata di click hai diversi parametri come precipitazioni, temperature, tasso di umidità e molto altro.
Scelto il periodo secondo te migliore dovrai solo prenotare i voli. È un’attività che puoi svolgere in completa autonomia affidandoti ad un’agenzia di viaggi.
Il mio consiglio è quello di usare una o più piattaforme di comparazione voli e prezzi, io mi trovo molto bene con Google Flights, per scegliere il momento migliore nel quale acquistare.
Per quanto tempo viaggiare
Quanto prenotare i biglietti di andata e ritorno? A mio avviso sono necessari almeno 20 giorni per godersi appieno il viaggio ma, se avrai disponibilità di giorni in eccesso ti consiglio di sfruttarli tutti.
Un aspetto unico di questo viaggio è la possibilità di decidere la durata delle fermate strada facendo.
Attraverserai piccoli paesi e grandi città, in autonomia potrai decidere dove scendere e dove no, e quanto fermarti prima di ripartire. L’unica cosa che dovrai controllare è la frequenza dei treni che passano sulla linea nella quale deciderai di sostare.
Quanto costa la Transiberiana
I costi da considerare sono molti e molto variabili, sulla base della mia esperienza analizziamoli insieme.
Biglietti aerei
Circa 500€. Infatti, indipendentemente da quale sarà il tuo aeroporto di partenza, dovrai acquistare due voli intercontinentali, andata verso Mosca e ritorno da Pechino.
Visti
Se farai la Transiberiana considera circa 65€ per il costo del visto russo, se invece farai la Transmongolica, dovrai aggiungere altri 200€ circa per quelli cinese e mongolo.
Biglietti del treno
Per la platskartny, la terza classe, servono circa 300€. Se invece deciderai di acquistare la seconda o la prima classe, preparati a spendere anche più di 500€.
Alberghi
Quasi impossibile dare un riferimento preciso, considerando di alloggiare in strutture di media qualità puoi considerare circa 20€ a notte per Russia e Mongolia e 30€ per la Cina. Quindi, in un ipotetico viaggio della durata di 20 giorni, spenderai circa 400€.
Spese giornaliere
Pasti, alberghi, parchi, attività e molto altro. Potrai decidere sul momento quanto spendere, scegliendo attività più o meno care. Nel mio caso la spesa, senza rinunciare ad alcun esperienza, è stata di circa 1500€. Comprensiva anche dei trasferimenti e della visita Xi’an e Shangai in Cina.
In totale quindi, puoi considerare una cifra di circa 3000€ per 20 giorni di viaggio.
Tutto dipende dai tuoi gusti e dalle tue necessità: potrebbero diventare 2200-2300€ rinunciando a tutti i comfort ed a molte attività, o più di 6000€ per viaggiare nel lusso.
A tal proposito, secondo me, questi Paesi sono abitati da popoli affascinanti e genuini, ed il filtro del lusso non fa altro che alterare la bellezza del viaggio.
Bagaglio: cosa portare e cosa no
Primi di decidere cosa inserire in valigia e cosa lasciare a casa dovrai scegliere che tipo di bagaglio portare con te, secondo me le opzioni sono 3: zaino, trolley o borsone.
Senza indugiare troppo ti dico subito, e lo avrai notato dalle foto, che io ho viaggiato con lo zaino e secondo me è stata la scelta migliore.
Di seguito puoi vedere le mie considerazioni su queste tre possibilità.
Dopo aver scelto la tipologia di bagaglio, prima di procedere con l’acquisto, dovrai anche deciderne le dimensioni. In questo caso la valutazione è abbastanza semplice: un bagaglio più grande è più capiente e di conseguenza più peso. Per questo il mio consiglio è quello di restare in un range tra i 55 ed i 65 litri di capienza che, a pieno carico, significano circa 20-25 kg di peso.
2° consiglio: se non hai mai acquistato uno zaino vai in negozio specializzato e sceglilo ma solo dopo averlo provato pieno (usando ad esempio delle corde). Non basarti sull’estetica ma sulla comodità e sui consigli di chi è esperto.
Quali vestiti portare
Scelto il bagaglio non dovrai fare altro che riempirlo, semplice vero? Non proprio. I paesaggi che calpesterai saranno molto diversi tra loro, passerai dalle foreste della Siberia al deserto del Gobi, da villaggi come Khuzhir a megalopoli come Pechino.
Vediamo insieme quali vestiti conteneva il mio zaino:
- 7 t-shirt di cui una o per il trekking, potrebbero bastarne anche 5 aumentando la frequenza dei bucati, ti consiglio di riporle una sopra l’altra e di arrotolarle, così occuperanno davvero poco spazio e saranno quasi prive di pieghe;
- un kway, fondamentale in caso di pioggia e di vento forte;
- una o due felpe, necessarie dopo il tramonto del sole durante tutto il viaggio ad eccezione della Cina;
- 3 paia di pantaloni corti, di cui almeno un paio da sport per la massima comodità in treno;
- un paio di jeans e due camicie, non molto comodi da trasportare ma utili se deciderete di visitare luoghi di culto e locali notturni alla moda;
- un paio di pantaloni lunghi da trekking, se devi comprarli puoi scegliere quelli divisibili sopra al ginocchio, così da “risparmiare” un paio di pantaloni corti;
- mutande e calzini, almeno 6-7 paia per entrambi, in modo da essere sufficienti per le tratte più lunghe;
- un costume, indispensabile sul lago Baikal;
- un pigiama;
- un cappello, utile soprattutto in Cina e Mongolia dove il solo può farsi sentire;
- due paia di scarpe: un paio da trekking (piuttosto leggere) ed un paio sportive adatte alle lunghe camminate di tutti i giorni;
- un paio di ciabatte di gomma, utili in molte situazioni;
- occhiali da sole, non fanno parte dell’abbigliamento ma ricordati di portarli.
Spero che la mia lista ti sia utile per scegliere cosa portare e cosa no, in base soprattutto alle tue necessità personali.
3° consiglio: less is more. Probabilmente in certi momenti ti verrà voglia di aggiungere molto altro al tuo bagaglio. Per evitare di portare con te peso inutile, alcune settimane prima di partire disponi tutti i vestiti su un letto o un tavolo, riguarda tutto più volte ed elimina tutto quello che non ti sembra veramente necessario, la schiena ringrazierà!
Accessori indispensabili
Non solo vestiti, nel mio bagaglio avevo inserito alcuni accessori che mi sono stati molto utili, probabilmente lo saranno anche per te. Io avevo con me:
- una tazza in plastica: utile per prendere l’acqua calda dal bollitore della carrozza;
- contenitore ermetico per cibo: in treno vi sarà utile se deciderete di acquistare prodotti nelle stazioni;
- un filtro per l’acqua: ce ne sono molti in commercio, il mio è un Saver e l’ho utilizzato sempre per filtrare l’acqua non imbottigliata;
- una piccola torcia: la mia è una Petzl Elite Zip, la trovo geniale! È piccolissima e leggera, fa molta luce e può essere indossata anche al polso.
- posate da campeggio: io utilizzo quelle in metallo, le preferisco rispetto a quelle in plastica, soprattutto per tagliare.
- sapone, salviette, gel igienizzante, carta igienica e fazzoletti non dovrebbero mancare alla partenza perchè non sempre sarà così semplice reperirli.
- un piccolo lucchetto: sole se alloggerete in alcuni ostelli.
Riepilogo e conclusioni
Riepiloghiamo i punti salienti di questa guida in questa pratica infografica.
E ora vi racconto la mia Transiberiana
La mia Transiberiana, o meglio, la nostra Transiberiana iniziò davanti ad uno squisito piatto di pasta al pesto fatto dalla mamma di Francesco che, insieme a Filippo ed a Edoardo, che ci raggiunse a Pechino, hanno condiviso con me questa indimenticabile avventura.
È stato un viaggio eccezionale, per la bellezza dei luoghi che abbiamo visitato e delle persone che abbiamo incontrato e per la spensieratezza con il quale lo abbiamo affrontato. Proprio per questo ci ha regalato emozioni uniche e ricordi indimenticabili.
Com’è iniziata la nostra Transiberiana
Partiti la mattina del 23 luglio dal Galileo Galilei di Pisa arrivammo allo Seremet’evo di Mosca, dopo un breve scalo a Ciampino. I voli gestiti dall’ormai nostalgica Alitalia furono confortevoli e puntuali ma, ci riservarono una sorpresa, infatti una volta arrivati all’aeroporto di Mosca costatammo che lo zaino di Filippo purtroppo non era con noi.
Perché ti sto raccontando questo? Non solo per prendere in giro Filippo.
Ma soprattutto perché si rivelò fondamentale aver “impachettato” lo zaino.
Infatti, questo servizio ormai presente in ogni aeroporto, non solo protegge il bagaglio, ma lo assicura anche contro danni accidentali e smarrimento. Questo ci permise di tornare a prendere lo zaino il giorno successivo, evitandoci non pochi problemi di tempo e soldi.
1° consiglio: quando viaggi per mete importanti incarta con il cellophane il tuo bagaglio, soprattutto se è uno zaino, così proteggete anche cinghie e spallacci. Il costo generalmente è di circa 10€: sono soldi ben spesi.
La Transiberiana parte da Mosca
Mosca è una città bellissima che merita sicuramente molti giorni di permanenza per essere visitata, tuttavia noi decidemmo di dedicargli solo poco più di due giorni.
Il motivo fu puramente di convenienza in quanto, essendo la città più prossima all’Italia, nonché una capitale collegata benissimo, avremmo potuto visitarla nuovamente in futuro. Possiamo dire lo stesso di Kuzhir? Purtroppo no.
Di Mosca, rischiando di essere banale, ricordo con emozione la piazza Rossa.
Sarà perché era il primo giorno di viaggio, sarà perché ci arrivammo al tramonto, ma la piazza principale di Mosca è un vero spettacolo.
Le sue dimensioni sono vastissime, per questo è poliedrica, ricca di colori e di edifici contrastanti ma armonici tra loro. Dal Cremlino al GUM (un vasto centro per lo shopping che ricorda la galleria Milanese), passando per la bellissima cattedrale di San Basilio.
Ti consiglio, se sarà compatibile con il tuo itinerario, di concederti una passeggiata al tramonto sulle sponde della Moscova, di mangiare i blini, una caratteristica carne alla spada molto buona, e di visitare i giardini di Aleksandrovsky.
Questi giardini interni al Cremlino, sono curati in ogni più piccolo dettaglio, la loro bellezza è rara.
Non da meno è la vista sulla città che si gode dalla cupola d’oro del Campanile di Ivan il Grande, adiacente agli stessi giardini.
Partiamo?
Capire su quale treno salire potrebbe sembrare semplice ma, tutte le indicazioni sui treni alla stazione di Mosca sono in cirillico, il personale non parla inglese e neanche noi il russo!
La barriera linguistica ed i caratteri ai quali non siamo abituati rendono tutto molto più complicato, inoltre non ci fu recapitata nessuna comunicazione per avvisarci che il nostro treno sarebbe partito con quasi 2 ore di anticipo.
Fortunatamente, nonostante il nostro treno numero 5 direzione Ulan Bator via Ekaterinburg, fosse in programma per le 16 noi decidemmo di passare per la stazione verso le 11 per controllare le partenze: un colpo di fortuna!
2° coniglio: il nostro potrebbe essere solo un caso, tuttavia la barriera linguistica sarà una ricorrente di questo viaggio. L’inglese è conosciuto pochissimo sia in Russia che in Cina, in Mongolia non ne parliamo neanche. Quando ti troverai ad un crocevia, presentati in anticipo, perdere una coincidenza potrebbe far slittare il tuo programma non di ore ma di giorni!
3° consiglio: se vuoi puoi affrontare questo viaggio alla Cristoforo Colombo oppure, la tecnologia può darti un aiuto concreto. Per questo ti consiglio due APP che per noi furono fondamentali: maps.me e Microsoft Traduttore.
La prima ti permette di scaricare a casa tutte le mappe di cui avrai bisogno e non necessita di connessione ad internet per consultarle, è precisissima e gratuita.
La seconda è un traduttore affidabilissimo, con delle funzioni molto comode come la traduzione di un testo dopo aver scattato una semplice foto. Considerando che dovrai leggere il cirillico e i sinogrammi cinesi te la consiglio!
Parliamo del treno
Dal treno vedrai il mondo scorrere dal finestrino ma nonostante questo, la stessa bellezza ammirata fuori la ritroverai dentro il vostro vagone.
Potrei scrivere per ore della bellezza dei paesaggi che si scorgono fuori dal finestrino: il cambiamento repentino è impressionante. Da piccole frazioni di case in legno e ferro, delle quali ancora non mi capacito come facciano a passare indenni l’inverno russo, a grandi città dove spiccano fabbriche e altissime ciminiere.
L’attraversamento della Mongolia è ancora più impressionante: la steppa, il deserto e le montagne si alternano creando una varietà unica al mondo. Ti capiterà di vedere cavalli e mucche brucare in vastissimi campi verdi di erba medica e, qualche ora più tardi, dei dromedari abbeverarsi in una pozza che emerge dalla sabbia come se ti trovassi in nord Africa.
L’altra bellezza di questo viaggio, che da più di 100 anni affascina i viaggiatori di tutto il mondo, è dentro al vagone: sono le persone.
Questo per viaggiatori come noi, è un viaggio di piacere ma, per gli abitanti del luogo è il modo più veloce ed economico per compiere spostamenti di migliaia di chilometri.
Decidendo di viaggiare in terza classe siamo pronti a rinunciare a tutti i comfort ma questo ci permise di vivere il viaggio in compagnia dei locali e non di altri turisti.
I primi 4 giorni di viaggio li condividemmo con una madre ed i suoi due bambini piccoli. La signora, una maestra di scuola, stava tornando a casa per le meritate vacanze estive mentre il marito, ancora impegnato con il lavoro, era rimasto a Mosca.
Di loro, soprattutto dai bambini, ci è rimasta impressa la serenità con la quale affrontarono tutta la durata (86 ore) del tragitto. Mai una lamentela né un eccesso, sempre sorridenti e felici di viaggiare con la madre.
Ancora oggi mi piacerebbe veder trascorrere ad un bambino italiano un viaggio di 4 giorni, in un vagone con altre 70 persone senza TV né consolle, sarebbe altrettanto felice?
Com’è la vita a bordo?
Prima di partire per la prima tappa, da Mosca ad Ekaterinburg, sistemammo i nostri zaini sotto le panche. Ogni scompartimento del vagone poteva ospitare 4 persone e noi essendo in 3 avremmo avuto un “ospite” per tutto il viaggio.
Dall’altro lato del nostro scompartimento erano presenti altri due posti, quelli più economici scelti dai viaggiatori locali in cerca del massimo risparmio. Si trattava di due scomodi stretti letti a castello disposti lateralmente al senso di marcia, dai quali è difficile guardare fuori e mangiare risulta molto complicato: ve li sconsiglio fortemente.
Le prime ore in treno ci servirono per studiare il funzionamento del vagone, non meccanico ma umano. Infatti con i nostri compagni di viaggio condividemmo spazi ristretti per molti giorni, 8 in tutto anche se divisi in tappe.
La prima tappa, durata 84 ore, fu fondamentale per capire come muoversi e quando infatti, i bagni erano due ma nel nostro vagone solo uno era funzionante. Anche il bollitore, l’elemento intorno al quale ruota tutta la vita a bordo, era uno solo quindi risulta fondamentale capire qual è il momento migliore per andare a prendere l’acqua per evitare di stare in piedi in fila.
4° consiglio: quando sarà il momento di acquistare i biglietti del treno, potrai farlo in autonomia online o tramite agenzia di viaggi, stai ben attento a quale classe ti viene proposta ma anche a quale posto. Come scritto in precedenza, ci sono posti anche nei corridoi, sono più economici ma molto molto scomodi.
Cosa mangiare
Arrivati al momento del primo pasto a bordo, il treno ci mise a disposizione due opzioni: il bollitore o il vagone ristorante. Il vagone ristorante si trovava esattamente all’estremità opposta del nostro vagone, andammo a vederlo per curiosità ma comprammo poco.
L'arredamento, se bene più curato di quello del resto del treno, non era sfarzoso come immaginavamo. Inoltre, era caro e poco fornito, principalmente si potevano acquistare patatine ed altri cibi confezionati.
Il servizio ristorante vero e proprio invece, era attivo solo due ore a pranzo e due a cena, con prezzi non proprio economici rispetto agli standard russi. L’unico di noi a mangiarci fu Filippo, preso da uno dei suoi tipici attacchi di fame, ma ci confermò un rapporto qualità-prezzo abbastanza scadente.
Prima di partire e durante la tappe intermedie, si dimostrò necessario fare scorta di cibo.
L’alimento che andava per la maggiore era sicuramente la pasta liofilizzata o noodles, da noi affettuosamente soprannominati “nudi”.
Erano molto pratici infatti, bastava aprire la confezione degli squisiti “nudi” che acquistati, versarvi dentro l’acqua bollente, girare, aspettare 5 minuti ed il pasto era pronto.
Una confezione purtroppo non ci saziava molto, quindi il consiglio è quello di calcolarne circa 1.5 per pasto, oppure di acquistare altri alimenti che potrete conservare senza bisogno del frigorifero.
Durante le veloci fermate potrai acquistare cibo sia nelle stazioni che da alcuni ambulanti locali, spesso ben forniti di frutta e ortaggi.
Oltre a dei buonissimi frutti di bosco noi acquistammo anche delle cipolle, per dare un pò di spinta in più ai “nudi”. Non ho mai capito che varietà di cipolla rossa fosse, ma il mio contenitore in plastica ne conserva ancora l’odore!
5° consiglio: scendere o non scendere? Le fermate sono comunicate in russo. Quindi ogni volta, non sapendo quanto fosse la durata della sosta, eravamo indecisi sul da farsi per paura di restare a terra.
Anche in questo caso la miglior arma che avrai è il tuo spirito di osservazione. Per scegliere potrai affidarti quindi al comportamento dei locali, quando tutti rimarranno a bordo fallo anche tu: probabilmente sarà una sosta molto veloce.
Le mete imperdibili da vedere
Chuzir - Isola di Olkhon
Non è una meta che fa parte della classica Transiberiana ma Olkhon (Ol’chon per il locali) mi è rimasta nel cuore infatti tuttora bramo di tornarci.
Olkhon è un’isola che si trova nel lago Baikal, l’unica abitata del bellissimo lago siberiano, noto per essere uno dei più vasti del mondo nonché una delle 7 meraviglie della Russia.
Il lago Baikal ha molto di speciale a partire dall’etimologia del suo nome, infatti i Buriati lo chiamano Dalai-Nor, cioè mare sacro. La leggenda narra che specchiandosi nelle cristalline acque del lago sia possibile scorgere il proprio futuro.
La sacralità si percepisce limpidamente in ogni angolo dell’isola infatti, tuttora è possibile assistere a riti sciamanici in prossimità delle rocce dello sciamano.
Fare il bagno dell’acqua dei Baikal è stata un’esperienza unica, non solo per la temperatura dell’acqua stessa, nonostante fosse agosto!
Al centro dell’isola è presente un ulteriore lago, noi decidemmo di andare a vederlo partendo la mattina presto dal nostro bungalow in legno.
Al nostro arrivo il lago purtroppo era secco a causa delle alte temperature dei mesi estivi. Il percorso comunque, oltre 40 km di passeggiata, ci permise di poter godere di tutta l’isola, caratterizzata per metà di stoppa e per metà di foresta.
Ps. per dovere di cronaca devo dire che i miei compagni non erano felicissimi di esser stati convinti a camminare ben 40 km per raggiungere un lago secco, abitato solo da mosconi.
Il tour della Mongolia
Secondo me per noi occidentali la Mongolia è un Paese incredibile da visitare perché rappresenta l’opposto rispetto alla realtà nella quale siamo abituati a vivere. Basti pensare che ha una densità di popolazione di circa 2 abitanti per km2, cioè oltre 300 volte più bassa rispetto a quella dell’Italia.
I Mongoli infatti sono tuttora una popolazione nomade che si divide tra piccoli paesi e yurte (o ger), le loro famose tende circolari bianche.
Arrivammo in treno nella capitale Ulan Bator, uno snodo fondamentale per la Transmongolica, perché rappresenta il punto di unione tra la ferrovia Russa e quella Cinese.
La città in sé a mio avviso non merita una sosta prolungata, è molto inquinata e ricca di criminalità, e dopo aver visitato Piazza Gengis Khan ed il Palazzo d’Inverno del Bogd Khan non aveva molto altro da offrirci.
Al contrario della sua capitale, il Paese è ricchissimo di bellezze da togliere il fiato, noi per una questione di tempo decidemmo di visitare, viaggiando per 4 giorni in 4x4: il parco nazionale del Gorkhi-Terelj, le montagne Khogno Khan, l’antica capitale Karakorum, il monastero di Shankhiin Khiid ed il parco nazionale Khustayn nuruu.
Dopo aver cercato molto online, sia prima di partire che durante il viaggio, decidemmo di affidarci ad una neonata (nel 2016 ndr) agenzia locale: Mongoliatours.
Adesso posso dire che fu una scelta azzeccata. I proprietari Bilegt and Mejet, organizzarono il nostro tour nel migliore dei modi, dimostrandoci la massima gentilezza e disponibilità.
Vennero a prenderci alle ore 8, al nostro arrivo alla stazione di Ulan Bator, ci ospitarono prima della ripartenza verso la Cina nel loro B&B in fase di allestimento, ma soprattutto ci affidarono a George: un esperto autista locale con cui facemmo subito amicizia trascorrendo 4 giorni fantastici a bordo del suo fuoristrada Toyota.
A George devo il merito di avermi insegnato il gioco degli scacchi, molto diffuso nel Paese, e anche quello di aver coniato l’espressione “Simon Champion" dopo che, una sera in una yurta, battei lui ed i miei compagni di viaggio in un improvvisato torneo.
Parco nazionale del Gorkhi-Terelj
Essendo il parco più vicino alla capitale risulta anche il più affollato, soprattutto di turisti cinesi, rispetto alla media a cui eravamo abituati in Mongolia. Tuttavia mi sento di consigliarvelo, avendo cura di evitare il week end.
I paesaggi che caratterizzano il parco ricordano molto quelli alpini, per questo alcuni l’hanno ribattezzato “la Svizzera Mongola”. Qui potemmo ammirare moltissime aquile e altrettanti yak, anche se l’attrazione principale del parco sono i cavalli “takhi” (o cavallo di Przewalski). Una razza quasi estinta di cui all’interno del parco ne resiste una piccola popolazione considerata selvatica ma che a me onestamente sembrava abbastanza ammaestrata.
Il parco risulta abbastanza antropizzato, le ger (o Yurte) nelle quali pernottare sono molte, se ci andrete vi consiglio di cercarne di isolate in modo da godere al massimo del parco. Una sera decidemmo di trascorrere alcune ore fuori dalla nostra tenda ad ammirare il cielo stellato, non ricordo di aver mai più visto così tante stelle cadenti, ancora oggi rimane uno dei ricordi più belli di questo viaggio.
6° consiglio: evitare le prenotazioni online. In questo, ma anche negli altri parchi, il prezzo dei pernotti trovati online erano anche 10 volte più alti rispetto a quelli proposti in loco. Per noi si occupò di tutte le contrattazioni George, così non spendemmo mai più di 10/15€ a testa a notte colazione compresa.
Le montagne Khogno Khan
Il secondo parco che visitammo fu quello nazionale delle montagne Khogno Khan, localizzato nel centro della Mongolia a circa 250km da Ulan Bator.
All’interno del parco avemmo la possibilità di vivere a contatto con i locali infatti, per un giorno ed una notte, avemmo il privilegio di essere ospitati da una famiglia di pastori nomadi, parenti della nostro guida George.
Paesaggisticamente la vista che ci trovammo davanti fu unica, infatti montagne, deserto, steppa e taiga si alternano in un paesaggio incredibile, che rende la biodiversità del territorio particolarmente interessante.
Poter vivere, anche se solo per un giorno, con i pastori che da migliaia di anni popolano quelle terre lo reputo un privilegio assoluto. La loro vita è semplice, costellata da poche comodità ma molta fatica, infatti l’unico lusso della famiglia che ci ospitò era un pannello solare collegato ad una batteria, utile per poter disporre di luce durante la notte e per vedere, di rado, un po di televisione.
Gli animali di proprietà della famiglia, principalmente capre e mucche, controllati dallo sguardo attento dei pastori in sella ai loro cavalli vivevano liberi. Gli stessi cavalli avemmo anche il piacere di cavalcarli durante una lunga passeggiata verso le montagne, contornata anche da qualche imprevista cavalcata alla quale nessuno di noi era preparato!
La bellezza del parco non si limita alle montagne, infatti il confine inferiore dello stesso è caratterizzato da circa 80km di dune, probabilmente rimaste protette dalle montagne nel percorso di formazione del deserto del Gobi avvenuto migliaia di anni fa.
Qui, accompagnati da George, avemmo il piacere di cavalcare i dromedari nei pressi di una bellissima oasi ricca di acqua e di bestiame, portato lì da vari allevatori locali.
Per tutto quello detto finora, la nostra esperienza in questo parco fu sensazionale, per questo non posso far altro che consigliartelo. Anche perché vedere steppa, taiga, montagne e deserto alternarsi è un unicum in tutto il mondo.
Karakorum: la capitale dell’impero mongolo
Karakorum ha segnato la storia infatti è stata la capitale dell’impero mongolo fin quando Kublai Khan, nipote del più noto Gengis Khan, non decise di trasferirla a Pechino.
Purtroppo dell’antica capitale è rimasto ben poco, insistono ancora le bellissime tartarughe in pietra, ed un museo nel quale è possibile avere un assaggio di quella che era la potenza dell’impero.
Adiacente alle rovine però avemmo l’occasione di ammirare l’antico monastero di Erdene Zuu, che come tutta la valle Valle dell’Orhon è patrimonio UNESCO.
In questo luogo le stipa (delle enormi pietre) che formano il perimetro quadrato del monastero sono veramente imponenti tuttavia, purtroppo, dei centinaia di templi che si trovavano all’interno del perimetro ne sono rimasti pochi e non in ottime condizioni. Ammirammo comunque delle strutture in legno contraddistinte da un’accuratezza ed una cura dei dettagli unici, che da sole meritano assolutamente il prezzo del biglietto.
7° consiglio: se ci andrai abbi rispetto. Ancora oggi i monaci buddisti curano e vivono questo luogo, per questo le foto all’interno dei templi sono quasi sempre vietate. Tuttavia alla maggior parte dei turisti non vidi rispettare questa semplice regola.
Inoltre, ricordati che la Mongolia è un Paese molto povero, quindi paga il prezzo del biglietto senza lanciarti in improbabili trattative, in fondo chiedono 5000 tugrik, meno di 2€!
La Cina e l'arrivo a Pechino
L’arrivo a Pechino fu scioccante. Non dimenticherò mai la spiacevole sensazione sulla pelle causatata dal calore e dall’umidità presenti nell’aria a causa dello smog.
Appena sceso dal treno credevo che il caldo fosse causato da un effetto simile a quello delle fermate della metro, ma una volta uscito nella piazza adiacente alla stazione capii subito che non era così.
Sulla millenaria tradizione cinese avevo letto molto, durante lo stesso viaggio avevo con me il libro “In Asia” di Tiziano Terzani, di conseguenza le mie aspettative erano altissime.
Sulle città che ho avuto il piacere di visitare in Cina puoi facilmente trovare molte guide ben fatte, per questo senza tediarti cercherò di raccontarti solo quello che secondo la mia esperienza merita in particolar modo.
L’anatra alla pechinese di Quanjude
Questo ristorante, ormai diventato una catena, è stato fondato a Pechino nel 1864 nel quartiere Qianmen e all’inizio della sua storia era riservato alla famiglia imperiale.
La sua fama lo precede per questo è sempre molto affollato, per questo ti consiglio di andarci verso le 19 armato di pazienza, ne varrà la pena.
L’anatra laccata viene arrostita usando legno duro non affumicato, datteri e pesca o pera, per poi essere tagliata con grande maestria al cospetto dei commensali. Viene accompagnata da verdure, come cetriolo e cipolla, e da delle piccole “piadine”.
Un’anatra rappresenta la porzione ideale per due, massimo tre, persone: non puoi perdertela!
La città proibita
L’attrazione principale di Pechino è sicuramente lei: la città proibita, la cui storia straordinaria è percepibile già dal nome infatti, per quasi 500 anni ha ospitato esclusivamente gli imperatori e le loro famiglie.
Entrerai nella città attraversando la Porta della Pace Celeste sita in Piazza Tienanmen, nota principalmente per l’iconica foto di Jeff Widener scattata durante le proteste popolari del 1989.
La vastissima biglietteria apre alle ore 8:30 e chiude una volta terminata la capienza di 80mila visitatori al giorno, cifra che ti sembrerà elevatissima ma che viene facilmente raggiunta durante il week end e i festivi.
8° consiglio: prenota i biglietti online e recati alla biglietteria non più tardi delle 8. Così potrai godere di una visita “tranquilla”. Tra le due tipologie di biglietto disponibili ti consiglio quella che vi consentirà anche l’accesso alla galleria dei tesori, la quale custodisce arredamenti e complementi unici al mondo.
Gli hutong
Sono i vicoli che, insieme alle abitazioni a corte “siheyuan”,hanno scritto la storia di Pechino. Purtroppo durante il percorso di “sviluppo” della città sono quasi totalmente scomparsi per far posto ad edifici e strade più capienti.
Fortunatamente alcuni si sono salvati e, per il momento, sono stati dichiarati protetti. Ti consiglio di andare a visitarli, quelli attualmente meglio conservati si trovano nella zona di Gulou e Shichahai, così potrai rivivere la bellissima Pechino che fu.
Il Palazzo d’Estate
A Pechino sono presenti due Palazzi d’Estate: l’Antico è andato completamente distrutto ed è possibile visitare solo le rovine; il “nuovo” edificato nel 1750, è uno dei palazzi più belli che abbia mai visitato.
Il Palazzo si affaccia sul lago di Kunming, creato appositamente per ospitare il Palazzo stesso. Gli edifici che compongono il complesso sono di straordinaria bellezza ma non reggono il confronto con i giardini, che sono la vera attrazione del luogo.
La filosofia con la quale venne edificato il complesso si basava sull’armonia e su essa stessa ti consiglio di basare la tua visita. Ritagliati alcune ore di tempo per passeggiare nei giardini del palazzo, non te ne pentirete.
La grande muraglia
Andare a Pechino senza vedere la grande muraglia è come andare a Roma senza vedere il Papa. Il punto più “semplice” dove andare a vedere la muraglia è Mutianyu che dista circa 80 km di distanza dalla capitale. Noi ci recammo lì prendendo un pullman fino ad Hairou proseguendo poi fino a destinazione con uno dei molti taxi presenti in loco.
Dalla stessa stazione di partenza Dongzhimen, nel periodo estivo c’è anche un pullman diretto, noi non riuscimmo a prenderlo per la grande affluenza di turisti ma a voi potrebbe andare meglio.
Arrivato a Mutianyu, noterai che purtroppo essendo uno dei tratti più turistici della Muraglia è stata parzialmente trasformata in un “parco giochi”, con tanto di seggiovia per salire e scivolo per scendere.
Noi decidemmo di evitare tutte queste “attrazioni” perciò salimmo tutti i 4000 scalini a piedi ed onestamente, tuttora non vedo alternative per vivere in modo genuino quest’esperienza.
Finita l’ascesa, un’ora più tardi, potrai dirigerti verso nord in direzione Jiankou, per ammirare la parte non restaurata e quindi più originale e meno affollata.
Se la vista di cui potrete godere non sarà di tuo gradimento mi offro di rimborsarti il prezzo del biglietto! A proposito di biglietto: ti consiglio di prenotarlo per evitare oltre due ore di viaggio a vuoto.
8° consiglio: alla stazione dei bus di Hairou sono presenti diversi taxi abusivi, cerca di evitarli preferendogli gli ufficiali, per evitare spiacevoli sorprese.
9° consiglio: porta con te molta acqua! Salire e camminare sulla grande muraglia è faticoso ed il caldo probabilmente non sarà dalla tua parte, perciò ti consiglio di portare non meno di 2 litri d’acqua.
La nostra Transiberiana o meglio Transmongolica finisce qui.
Anche se, dopo Pechino ci recammo anche a Xian e Shangai, ma di questo magari parleremo in un altro momento.
Spero che i miei consigli ti saranno utili e per programmare una Transiberiana emozionante ed indicabile com’è stata la mia. Per qualsiasi altro consiglio scrivimi qui sotto nei commenti, sarò felice di aiutarti!
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