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Selvaggina in cucina: spezzatino di cinghiale in bianco

Una versione più leggera ma altrettanto gustosa del classico spezzatino di cinghiale in umido esiste: scopriamola insieme!

Se ti fosse venuta voglia di cambiare rispetto alla classica ricetta del cinghiale in umido “alla cacciatora”, ti invito a provare questa ricetta, semplice, ma che esalta il sapore di questo nostro amato salvatico.

 

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La preparazione della carne

Iniziamo scegliendo una parte magra del cinghiale come ad esempio la coscia. Pariamo la carne per eliminare bene il grasso ed il tessuto connettivo, fino ad ottenere dei tranci il più “magri” possibile.

 

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Ora tagliamo la carne in piccoli cubotti di circa 4x4 centimetri ed assicuriamoci che sia ben asciutta prima di infarinarla.

 

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Ricordiamoci di infarinare la carne solo poco prima di metterla in padella, per evitare che la farina diventi collante tra i vari cubotti.

Per creare una panatura omogenea io utilizzo questa tecnica: divido la carne in due parti da circa mezzo chilo, la inserisco in una busta sigillabile insieme alla farina e la agito, fin quando tutta non è completamente ricoperta da una patina bianca.

 

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L’utilizzo di questa tecnica ti permetterà di non sprecare farina ma soprattutto di non sporcare tutta la cucina!

Per creare il condimento della carne dovremo preparare un trito composto da due erbe aromatiche, rosmarino e salvia, e dall’aglio.

Concludiamo l’aspetto aromatico legando insieme con uno spago da cucina: rosmarino, alloro e timo.

 

Cottura

Prendiamo ora una padella, io ne utilizzo una in acciaio inox, indipendentemente dal materiale è fondamentale che abbia un eccellente antiaderenza, per evitare di bruciare l’impanatura e compromettere il gusto. La dimensione della padella dovrà essere sufficientemente grande per evitare che i cubotti si sovrappongano uno sopra l’altro.

Sciogliamo il burro e aggiungiamo l’olio nella padella posta a fuoco medio-alto, quando sarà ben caldo uniamo la carne. Cerchiamo in questa fase di saldatura di girarla il meno possibile in modo da preservare la panatura e creare una gustosa crosta sui cubotti.

 

Cottura-ragu-bianco

 

A rosolatura completata inseriamo tutte le erbe aromatiche e sfumiamo con del buon vino bianco. Una volta che questo sarà evaporato aggiungiamo anche il sale, il pepe e poca noce moscata.

 

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Completata questa fase versiamo nella padella due bicchieri di vino circa, in modo da coprire la carne almeno oltre la metà. Lasciamo andare a fuoco basso per circa 40 minuti, girando di tanto in tanto e raschiando bene il fondo, ricco di piacevoli sapori.

 

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Attenzione alla scelta del vino

Anche per questa ricetta mi raccomando di non risparmiare troppo sulla qualità del vino: è fondamentale un vino di buona qualità per far rendere al meglio il gusto della selvaggina nobile. Per questa ricetta io ho usato del buon Gavi di Gavi della cantina “Produttori del Gavi”.

 

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Trascorso questo tempo potremo aggiungere le olive e completare la cottura per ulteriori 5 minuti. Aspettiamo 5-10 minuti prima di servirlo a tavola per far addensare la salsa: buon appetito!

 

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Simone Manetti

Pisano - e si sente! - nasce nel 1993 da una genealogia di cacciatori. Conosce prima il fucile dell’alfabeto. Laureato in economia, è appassionato di vini e buona cucina, di outdoor e del proprio territorio. Se gli danno torto ha la battuta pronta: not politically correct.

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