Il tiro al volo è un’attività sportiva non sempre seguita in Italia, ma trova un buon numero di tiratori amatoriali, quelli della domenica ad esempio, che frequentano i campi da tiro soprattutto a fine stagione venatoria fino all'estate prima della nuova apertura, questi sono cacciatori che si tengono in allenamento con tiro al piattello durante tutto il periodo di silenzio venatorio.
Mentre per i veri appassionati e agonisti, non è l’intermezzo alla monotonia settimanale, ma un continuo esercizio sia fisico che mentale.
Costanza è la parola che più si ripete in questo sport, perché è la costanza che permetterà di raggiungere risultati straordinari per competere nelle varie gare, qualunque disciplina sia, perché la costanza nel colpire il piattello e fumarlo è il risultato di una costante preparazione atletica.
Un allenamento continuo è alla base di una forte disciplina e dedizione che è, di conseguenza, frutto di un lungo lavoro di preparazione e allenamento, importanti anche per mantenere costante la concentrazione durante le gare che possono protrarsi anche per intere giornate o week end.
Tutte le discipline e le particolarità
Ogni disciplina obbliga a conoscere e comprendere di per se ogni semplice azione da eseguire sulla pedana, qualunque essa sia. Questo sarà un allenamento nell’allenamento e per ognuna delle discipline vedremo brevemente perché.
Parlando di Trap o Fossa Olimpica, forse la più vecchia e la più conosciuta è caratterizzata da 5 pedane e ognuna ha assegnata 3 macchine lanciapiattelli con lanci e parabole differenti, quindi il tiratore non può mirare precisamente e anticipatamente al piattello non sapendo da quale macchina partirà.
La difficoltà sta nel dover tenere in considerazione appunto i tre elementi principali, cioè traiettoria, direzione e altezza anche se conosce il tempo di uscita dalla macchina.
Lo skeet presenta invece 8 pedane disposte a semicerchio con 2 macchine lanciapiattelli alle estremità, pull a sinistra e mark a destra. Si avrà a disposizione 2 colpi sui piattelli singoli e un colpo a testa sui 2 doppietti. Si parte da sbracciato, ma conoscendo altezza e direzione dei vali lanci sulle diverse pedane e orientando le canne verso le varie direzioni delle parabole.
Le difficoltà saranno dovute intanto alla variabilità dei tempi di sgancio, da 0 a 3 secondi, ma anche al continuo cambio di pedana che obbligherà a tiri con angoli, direzioni e distanze sempre diverse.
Disciplina più giovane ed entusiasmante, ma difficoltosa per i principianti, ma anche per i tiratori più navigati è il double trap. Molto simile al trap se ne differenzia però per il lancio di 2 piattelli invece che uno singolo.
Le macchine lanciapiattelli saranno sempre 3 ad ogni pedana, alla distanza di 10 m e la combinazione dei 2 piattelli saranno stabilite con un programma scelto in precedenza, con angoli di 30° sull'orizzonte e altezze variabili da 3 a 3.5 m.
Ma la disciplina che più di tutti sta prendendo piede a livello internazionale è lo Sporting o Percorso di caccia. Qui si spara a piattelli che simulano il volo, la corsa e la traiettoria dei vari selvatici, infatti le modalità di tiro sono molto simili alla caccia.
Ci sono 2 forme di sporting, quello itinerante, lo sporting vero e proprio, dove le varie postazioni di tiro sono sparse in uno scenario più o meno naturale, dove i tiratori si spostano da una pedana alla successiva, oppure il Compak che invece si svolge in un campo simile a quello del Trap con le solite 5 pedane e le varie macchine lanciapiattelli disposte tutte intorno per simulare il volo dei diversi selvatici con le differenti angolazioni e traiettorie.
Lo sporting in qualunque delle 2 varianti può essere una disciplina ideale per neo-cacciatori alle prime armi coi fucili e il tiro a volo, ma essere un allenamento fuori stagione per i cacciatori.
Qualunque sia la disciplina con cui vorremo cimentarci, anche se si è dei bravi tiratori e colpitori a caccia ad esempio, il tiro in pedana è molto differente dall’attività venatoria e infondo ci si dovrà dedicare diverse ore e diversi giorni ad allenarsi e prendere confidenza con l’arma che vorremo utilizzare, partendo dal presupposto che il fucile scelto abbia le caratteristiche adatte alla nostra costituzione fisica e al modo di imbracciare.
Infatti, la parte più importante della nostra arma, il calcio, dovrà perfettamente adattarsi alla nostra spalla. Non è escluso che a questo scopo non si necessiti dell’intervento di un bravo calcista o dell'acquisto di un calcio regolabile.
Trova la giusta postura
Il primo passo dopo aver cucito addosso la nostra arma è trovare la giusta postura e posizione in pedana, perché è la posizione ad essere fondamentale e a rendere naturale il puntamento del bersaglio in movimento, quindi il primo passo è proprio nei piedi, piede sinistro avanti e destro indietro per i destri e viceversa per i mancini.
Come già detto da Federica e Gianluca nel loro articolo sul come mirare nel tiro a volo, la posizione dei piedi cambia secondo l‘angolazione del piattello perché dovremo seguire col massimo dell’armonia della torsione del busto e senza forzature che invece ci farebbero sbilanciare al momento di premere il grilletto e poi del rinculo facendoci arretrare non colpendo il bersaglio e non potendo doppiare il colpo ad esempio.
La corretta posizione facilita quindi la rotazione del busto permettendo così di raggiungere anche quei piattelli un po' più angolati.
Massima dovrà essere la stabilità ed equilibrio per poter intercettare senza incertezze il piattello con un movimento fluido del corpo e con le braccia portare al giusto angolo l’anticipo sul piattello e premere il grilletto. Quindi il bersaglio deve essere individuato e seguito ed infine con un movimento fluido senza incertezze e strappi, anticipato e colpito.
Allena corpo e mente
Frantumare il bersaglio in movimento necessita di mirare davanti, sopra o sotto in base anche all’angolazione oltre che alla distanza del piattello così da compensare il ritardo della carica di pallini, il calcolo è matematico valutando distanza e velocità e angolazione, ma il risultato è dato sempre dall’esperienza e quindi dalla moltitudine di piattelli tirati, colpiti o sbagliati che siano, e dall’istinto che calcola in base alla necessità.
Tutto ciò identifica il tiro a volo come uno sport faticoso, sia a livello fisico sia mentale, perché è importante mantenersi concentrati anche per lunghi periodi durante la giornata o giornate di prove e senza una buona e corretta forma fisica la stanchezza farà diminuire non solo le forze ad affrontare una nuova serie, quindi mantenere sempre una corretta posizione in pedana e con l’arma in mano, sostenere il peso del fucile e contrastare il rinculo, ma anche la concentrazione che in fondo è uno sforzo fisico indiretto diminuendo contemporaneamente anche riflessi e istinto.
Visto ciò importante è non sottovalutare lo sforzo fisico richiesto e affiancare quindi all’allenamento sul campo da tiro anche attività sportive che permettono aumentare e poi mantenere le resistenze fisiche e muscolari.
Partendo dal presupposto che una muscolatura tonica sviluppata in palestra, migliora nello specifico ogni sport nel suo gesto atletico si capisce bene che nel tiro al piattello questo ha un significato molto importante. Infatti alzare il fucile implica che non si debba accusare la stanchezza a fine giornata, la nostra arma pesa in media 3.6/3.8 kg infondo.
Le gambe accusano uno sforzo maggiore per tutta la gara e per tutto il giorno e allo stesso modo anche la muscolatura del tronco, dovrà seguire tutti i singoli piattelli. Si deve avere quindi il massimo controllo muscolare e la palestra potrebbe quindi aiutarci in questa fase: esercizi come lo step, il tapis-roulant e le flessioni, aiutano intanto a sciogliere i muscoli.
Come sport aerobico, la corsa è una delle più semplici da poter eseguire, si è all’aperto intanto e bastano anche 50 minuti/1 ora e permetterà di avere una forma fisica tonica e costante e in tutti i casi, la corsa, come sport che utilizza appunto il metabolismo aerobico permette di avere uno stato di benessere generale con conseguenze positive anche sul nostro stato d’animo. Ma anche 2 sessioni settimanali di nuoto può apportare un sano miglioramento alla nostra forma fisica.
Oltre ad allenarsi atleticamente, nel tiro a volo si deve avere la padronanza di un gesto atletico significativo cioè la torsione e la fluidità del busto nel movimento con il fucile e della determinazione nel compierlo .
Si può iniziare con ripetizioni di addominali “crunch” e addominali obliqui, torsioni del busto con il bastone: questi sono facilmente eseguibili anche a casa, eseguendo quindi esercizi che si concentrano e interessano maggiormente il lavoro su tutti i muscoli del nostro corpo, ma la possibilità di andare in palestra aiuterebbe maggiormente il nostro allenamento muscolare vista la disponibilità di diverse macchine e con l’aiuto dell’istruttore potremmo concentrare i nostri sforzi sui muscoli che più ci interessano.
Altro aspetto da curare riguarda l’equilibrio e di conseguenza la propriocezione, cioè l’insieme delle funzioni designate al controllo della posizione e del movimento del corpo, sulla base delle informazioni riscontrate da recettori periferici chiamati propriocettori.
Queste informazioni sono formulate all’interno di riflessi spinali volti alla salvaguardia della corretta postura e a fronteggiare la forza di gravità. Elemento da non sottovalutare perché la perfetta postura in pedana e il perfetto equilibrio in movimento mentre si segue una traiettoria con il fucile, si possono controllare meglio se si allenano in considerazione queste due caratteristiche.
Tutto ciò serve perché i piattelli si rompono seguendo il bersaglio, ruotando il busto e portando automaticamente le canne del fucile davanti al bersaglio col giusto anticipo.
Gli stessi possono avere anche traiettorie che escono dal nostro campo visivo e richiederanno rotazioni del busto più ampie ed accentuate, quindi la nostra posizione sulle gambe dovrà essere corretta permettendoci di seguire il piattello ruotando il busto facilmente, altrimenti seguiremmo il bersaglio solo con l’utilizzo delle braccia perdendo l’equilibrio e la posizione ideale avendo un allineamento scorretto al momento di fare fuoco.
Ma anche la testa deve avere la giusta posizione sul calcio, deve essere dritta e non deve inclinarsi in modo che l’occhio sia perfettamente allineato alla bindella, perché una sua piccola inclinazione comporterà l’errata direzione del punto mirato e la reale posizione delle canne. Sparare invece sollevando la testa dal calcio comporterà di sparare molto in basso rispetto al piattello.
Cura la respirazione
Insieme alla forma fisica, altro elemento importantissimo sarà curare molto la respirazione.
Molti tiratori sanno del controllo della respirazione, molto meno rispetto ad altri fondamentali migliora la prestazione aumentando l’apporto di ossigeno nel sangue, riduce la pressione sanguigna, il ritmo cardiaco, abbassa lo stato d’ansia ma in tutti gli sport importante è imparare a respirare più profondamente e lentamente, circa 6 o 7 respirazioni normali al minuto.
A tal fine il tiratore deve imparare la respirazione diaframmatica. Questa dovrà essere praticata ogni giorno, come un esercizio di concentrazione e rilassamento fino a che si diventa padroni del gesto.
Come per l’allenamento tecnico, sarebbe meglio dedicarsi anche alla formazione mentale. Le abilità mentali da sviluppare maggiormente sono diverse, e includono: definizione e la pianificazione degli obiettivi, essi possono essere gli allenamenti giornalieri, sia fisici che mentali; il controllo dell’ansia e ad esempio le capacità di visualizzazione del piattello.
Allena la presa e l'imbracciata del fucile
Sulla pedana significante sarà migliorare tecnica di presa e imbracciata del fucile, momento di preparazione che spesso è trascurate ma che invece determina il perfetto compimento del nostro tiro.
Infatti già il modo di imbracciare corretto e perfettamente posizionato sulla spalla nel trap e allineare completamente l’occhio sulla bindella e indirizzare le canne senza compiere troppi spostamenti ma in scioltezza e scorrevolezza ci farà capire che si tratta di un punto invece di uno zero
In questo caso prendere confidenza con la nostra arma anche a casa in bianco o prima delle di sedute di allenamento o della gara ci permetteranno sempre di essere il più naturale possibile.
Spara con entrambi gli occhi
Altro aspetto da curare è l’abitudine prima e la naturalezza poi, di sparare con entrambi gli occhi aperti, questo perché le nostre percezioni visive sono informazioni raccolte dai nostri occhi ed elaborate dal cervello quindi ci darà la giusta realtà di quello che i nostri occhi percepiscono.
Il nostro occhio dominante sarà allineato al bersaglio, mentre l’altro visualizza il bersaglio e ne rileva spazio percorso velocità e traiettoria. Con un solo occhio aperto vedremo più tardi i piattelli lanciati a sinistra, destra per i mancini, e perderemo quelle informazioni che l’unico occhio aperto non riesce a raccogliere in modo di dare il giusto anticipo.
Per chi invece trova difficoltoso, un’altra opzione sarebbe seguire il piattello con entrambi gli occhi per cogliere tutte le informazioni e poi al momento di sparare chiudere l’occhio sinistro.
Individua bene la cartuccia che fa per te
Discorso a parte è sparare sempre con le stesse cartucce, questo perché ogni singola cartuccia della stessa marca o di marche diverse avranno dei tempi di canna e velocità alla bocca diverse le une alle altre e una volta presa confidenza e capiti i tempi di quella data cartuccia, cambiarla durante gli allenamenti e a tempi brevi rispetto la futura competizione sarà un punto a sfavore per noi.
La velocità è molto importante per quanto riguarda il tempo di risposta del tiratore e il corrispondente anticipo che si da al bersaglio. Questo perché i pallini lanciati ad una certa velocità, la perdono mano a mano che aumenta la distanza e con essa l’energia dei pallini che permetteranno di rompere il piattello, e ad una distanza elevata lo stesso dovrà essere raggiunto da un numero maggiore di pallini e avendo la possibilità del secondo colpo la distanza sarà maggiore e ai limiti della portata balistica.
La cosa più importante è che, sia tu un neofita o un tiratore esperto, sarà scegliere una cartuccia di buona qualità con un ottimo rendimento balistico così da assicurare la rottura dei piattelli.
Scegli bene la tua alimentazione, soprattuto nei giorni di gara
Nell’arco delle giornate di gara dovremo essere carichi dal punto di vista energetico, ma allo stesso tempo non dovete essere appesantiti da lunghe digestioni.
La colazione è il pasto fondamentale di un atleta, il pasto che deve contenere una bella dose di carboidrati, proteine e grassi. Bene sarebbe caffè, miele, thè o cappuccino, crostate, cereali e pane, fette biscottate e marmellate, da evitare merendine, cornetti.
Consigliabile anche una dose di frutta secca: mandorle, noci, nocciole e simili, importanti per la loro fonte di grassi “buoni” ed energia!
Durante e dopo la serie, bere bevande, anche energetiche, zuccherine e ricche di sali minerali, ma mai gassate.
Dopo la serie prediligere carboidrati complessi tipo pasta e pane accompagnati da piccole dosi di proteine “affettati, o pesce magri” in modo da non prolungare la digestione per parecchie ore.
Affidati alle mani dei professionisti
Per chi volesse migliorare in pedana e non disdegna la possibilità di partecipare a qualche prova di tiro o gare amatoriali, buona cosa sarebbe mettersi in mano ad un istruttore o iscriversi a una scuola di tiro.
Loro daranno il supporto tecnico ideale al tiratore per poter affinare la tecnica intanto e migliorare in ogni singola sfumatura da quando si mette il piede sulla pedana a dopo che si è premuto il grilletto.
Il suo supporto interagirà col tiratore anche in ogni momento della giornata dentro e fuori dal campo da tiro. Come abbiamo visto precedentemente, attraverso la loro competenza ed esperienza verrà consigliato un programma di allenamento e un’alimentazione corretta, ma anche un’idonea preparazione fisica e psicologica, questa per mantenere la concentrazione per tutta la durata della gara.
Con la loro assistenza tutti i vari elementi visti in precedenza singolarmente verranno concentrati nello sviluppo dell’allenamento e delle varie tecniche basilari per salire in pedana.
Con l’aiuto e il sostegno sul campo col fucile in mano e i piattelli da rompere ci spiegheranno se e come stiamo sbagliando e come poter risolvere tutti i vari problemi e affinare la nostra tecnica. Questi sarà un passo importante alla nostra schiusa e l’umiltà di comprenderlo sarà un passo avanti per la nostra autostima.
La parola dell'esperto
Vista le difficoltà intrinseche di questo sport, che ne racchiude tanti altri per sfruttare ottimamente le migliori performance fisiche, psicologiche e tecniche, abbiamo chiesto a Davide de Carolis, showman con le armi da fuoco e testimonial per 2 dei marchi più importanti in Italia e nel mondo, che tipo di allenamento esegue.
La sua gentile risposta è stata:
“Agli inizi non eseguivo alcun tipo di allenamento in palestra ma mi concentravo soprattutto sull’affinare e perfezionare la tecnica di tiro. Ma ora, che con il passare del tempo i progetti per il futuro sono diventati molto più complessi, ho dovuto integrare un'alimentazione più indicata e inserire palestra e molto stretching.
Personalmente non eseguo allenamento cardio ma solo perché ogni tiratore deve sviluppare il proprio metodo di allenamento. Quello che conta di più, però è sparare e sparare ancora perché il miglioramento si ottiene con l'esercizio continuo e anche con lunghe e difficoltose sessioni di tiro.”
Scrivi un commento