Apprestandoci a caricare le nostre cartucce, avremo come prima necessità, quella di individuare
un bossolo adatto alle nostre esigenze e caratteristiche balistiche.
Il bossolo svolge infatti la funzione di contenere i componenti della cartuccia e di chiudere la camera di cartuccia a tergo, come una guarnizione, funzione conferitagli dalla sua perfetta
adattabilità elastica ottenuta tramite l’espansione radiale del tubo e del fondello metallico quando dilatati dalla pressione dei gas. Il bossolo è infatti formato da diverse parti congiunte ed assemblate tra loro che sono: il tubo, il buscione, la corazza esterna, se presente quella interna e l’apparecchio d’innesco.
I componenti di un bossolo per cartucce a pallini
Il tubo è l’elemento contenitivo vero e proprio, esso è stato realizzato inizialmente e lo è ancora
oggi in alcuni casi in robusto cartone stratificato, ma quello più diffuso è in plastica, o meglio in
polietilene, con una speciale substruttura poliorientata nelle catene molecolari, che lo rendono capace di resistere con grande tenacia alla deformazione assiale e radiale.
Il bossolo è chiuso posteriormente dal buscione che è un tappo sagomato di plastica oggi, ma di carta pressata un tempo, a completare il bossolo c’è il fondello in lamierino di ferro ottonato; stampato a pressione, esso chiude il bossolo mentre l’introflessione del lamierino nella sede per l’innesco, posizione delicata quanto importate, ne migliora la robustezza e la tenuta.
Il fondello una volta stretto unisce saldamente tubo e buscione e ricopre anche la parte inferiore del tubo come protezione da eccessiva dilatazione, per un tratto più o meno alto.
L’altezza del fondello metallico esterno dei bossoli da caccia ne determina il cosidetto “tipo”:
- Bossolo tipo 1 o comune con corazza esterna di 8 millimetri
- Bossolo tipo 2 o semifine con corazza esterna di 12 millimetri
- Bossolo tipo 3 o semicorazzato o fine con corazza esterna di 16 millimetri
- Bossolo tipo 4 o corazzato con corazza esterna di 22 millimetri
- Bossolo tipo 5 o supercorazzato con corazza esterna di 25/27 millimetri
Nella zona centrale del fondello e nel centro del buscione, viene alloggiato l’innesco detto
tecnicamente “apparecchio d’innesco” o “primer” o più comunemente capsula che è il micro
detonatore, disponibile con diversi livelli di potenza, deputato ad accendere la carica di polvere.
Uno dei principali problemi, ricorrente con i bossoli in cartone, pur se laccati, era dato dalla forte igroscopicità, che rendeva facilmente deperibili le cartucce per l’assorbimento di umidità ambientale o per pioggia, rugiada, sudore. Il tubo di cartone inumidito si gonfiava vistosamente ed il bossolo dilatandosi non poteva più essere camerato nel fucile, molto spesso il tratto impegnato dalla chiusura, inumidito, si dilatava e l’orlo si svolgeva o si allentava.
La “Plastica” usata per la costruzione dei bossoli è polietilene, un polimero sintetico che dagli anni ’60 è stato universalmente impiegato per la produzione dei bossoli moderni. Acquistato in forma granulare esso viene avviato al procedimento costruttivo “Reifenhauser” oppure “Hamut” che prevede la sua liquefazione e lo stampaggio di un tubo continuo molto lungo poi tagliato a misura.
In questo particolare procedimento, il polimero allo stato semisolido è sottoposto ad un processo di stiramento e parziale torsione che ne orienta le fibre in varie direzioni conferendo al tubo stesso grande robustezza e tenacità per resistere alle sollecitazioni pressorie radiali ed assiali che si sviluppano nel momento dello sparo. Il tubo ora può essere tagliato subito oppure raccolto imbobinato e verrà in seguito tagliato in segmenti della lunghezza voluta solitamente di 65, 67 e 70 millimetri per i bossoli standard o di 76 e 89 mm. per i lunghi bossoli magnum e super magnum.
I bossoli diversi dal tipo tradizionale sono il Gordon, in cui la struttura differisce per l’uso di un
buscione elastico ammortizzante, trattenuto al tubo da un fondello scoperto sul fondo. Il Gordon
migliora molto la cartuccia assorbendo parte della forte sollecitazione pressoria deflgrativa,
riducendo la deformazione dei pallini e diminuendo il rinculo.
Oggi quasi scomparso, c’era il bossolo "Compression Formed" esclusivo della Winchester USA e di quella italiana di Anagni (FR) il tubo ed il buscione qui erano un monopezzo e il bossolo era formato per successive compressioni a caldo di un tappo prestampato di polietilene, al quale era poi applicato esternamente il fondello metallico e rifilato il tubo alla lunghezza voluta.
Il bossolo di plastica è sempre impermeabile ma risente più di quello in cartone del fenomeno della condensa, che si forma nei bruschi passaggi di temperatura, in questo caso l’umidità che si forma all’interno della cartuccia, riesce ad essere eliminata facilmente per traspirazione dai bossoli di cartone ma si conserva più a lungo e si elimina con difficoltà nei bossoli di plastica.
Come si sceglie un bossolo?
Il “tipo” relativamente al fondello metallico, si sceglie in base alle prestazioni che la nostra cartuccia svilupperà. Il compito del fondello metallico è garantire la tenuta radiale all’espansione, il tipo di bossolo infatti dovrebbe essere scelto sulla base del livello pressorio cui è impiegato.
La corazza esterna limita la deformazione anelastica del bossolo e ne previene efficacemente la separazione del tubo da fondello e buscione, facilitandone sempre anche l’estrazione, per questo negli automatici in cartucce a media grammatura è preferibile avere fondelli almeno di 12 mm.
Per fini puramente estetici, questo aspetto viene oggi travisato, in particolare nelle cartucce da
tiro; sempre più spesso infatti il fondello esterno ha perso la sua vera funzione di tenuta per
assumere quella fittizia di elemento di distinzione della fascia di qualità e prezzo delle cartucce.
Analizzando in modo razionale questo elemento del bossolo, vedremo che per cartucce standard a media grammatura con pressioni inferiori a 650 Bar è sempre perfettamente sufficiente un bossolo tipo 1 o 2 mentre per pressioni superiori a tale limite è invece effettivamente preferibile una bossolo tipo 3 o 4 che si rivelerà perfettamente idoneo anche a caricamenti sostenuti e fino alla soglia delle cartucce magnum.
La lunghezza è legata al volume del nostro caricamento; con polveri dense e grammature dei
pallini medio/basse, chiusura stellare, un bossolo corto, si 65/67 mm. basta ed avanza per caricare una ottima cartuccia che potrà usare borre non troppo alte e quindi pesanti, e potrà essere usato anche in fucili con camere corte, da 65 mm. come le fini doppiette inglesi del passato o i più vecchi automatici Browning.
La chiusura del bossolo, è un argomento importante, la vedremo in una pillola alla ricarica di cartucce a pallini a se stante.
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